Categorie: Tecnologia

Guida autonoma: abbiamo provato la self driving car by Bosch

Tempo di lettura: 2 minuti

Stoccarda – Noi di Autoappasionati.it proviamo in pista persino la self driving car. Stiamo parlando del circuito Handling del centro di ricerca Bosch vicino a Stoccarda e di una Bmw serie 3 equipaggiata con sensori radar e telecamere dell’azienda fondata da Robert Bosch nel 1886.

La tecnologia dell’auto a guida automatizzata funziona perfettamente, lo sapevano. La vettura rileva senza problemi, in anticipo e dando una sensazione di sicurezza: cartelli, incroci e altre auto nei paraggi. In qualsiasi momento inoltre è possibile riprendere il comando tramite i freni, lo sterzo o un tasto dedicato e tutto è controllabile da un display. Secondo Bosch, quantomeno in un primo periodo, le vetture a guida autonoma dovranno disporre di uno schermo in grado d’informare il passeggero e dargli la sensazione di avere ancora sotto controllo la situazione.

Guida a misura d’uomo

Come aveva sottolineato una ricerca del Transportation Research Institute dell’Università del Michigan (di cui avevamo parlato qui) e come abbiamo toccato con mano, il problema non è l’innovazione. A suscitare qualche perplessità è il “piede pesante” del computer di bordo con pedali e sterzo, un aspetto che crea non pochi problemi di nausea ai passeggeri e rende ancora distanti scenari in cui l’auto è simile ad un salotto in cui lavorare e rilassarsi.

Accelerazioni improvvise in salita, sterzate brusche, aggiustamenti con ripetuti colpi secchi al freno: il computer guida in base ad impulsi elettrici, con uno stile di guida che potremmo definire “meccanico”. La tecnologia c’è e funziona, la sfida quindi è ottimizzarla per renderla compatibile con lo stomaco dei passeggeri.

Rivoluzione industriale, a piccoli passi

In Bosch all’auto a guida automatizzata lavorano 2.000 dipendenti di cui 30 nel centro di ricerca della Silicon Valley collegato all’Università di Stanford. Nel 2014 l’azienda tedesca ha venduto 50 milioni di sensori per la guida assistita e 48 milioni di sistemi per il servo sterzo elettrico dal 2002 ad oggi. È il nome più importante per i sensori radar, quelli utilizzati per esempio per il cruise control adattivo, primo passo dell’autonomous driving, una rivoluzione che andrà avanti per piccoli passi e che è già una realtà a livello industriale. Nel 2015 saranno messi in produzione dei nuovi rilevatori destinati ad aiutare la vettura a muoversi da sola nel traffico (ripartenze e stop in coda) e durante il parcheggio. Già entro la fine dell’anno radar e videocamere andranno a raddoppiare per Bosch la produzione totale di questo tipo di accessori rispetto al 2014.

Il passo successivo, nel 2020 è la produzione di tecnologie per la guida automatizzata nelle autostrade e poi nel 2025 quelle per l’auto-pilota.  

Lino Garbellini

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