Ai GTI Performance Days andati in scena la settimana scorsa Volkswagen ha celebrato a dovere la gamma GTI, composta da tre modelli che rappresentano le note versioni più spinte dei propri modelli di punta, calati nel ruole di sportive di razza: la gamma Volkswagen GTI comprende la Up! GTI, la Polo GTI e la più potente Golf GTI, rispettivamente 115, 200 e 245 cavalli davvero per tutti i gusti (e tasche).
L’offerta di versioni GTI di tre modelli si era vista per l’ultima volta tra il 2000 e 2005, quando al posto della piccola Up! c’era la citycar dell’epoca, la Lupo GTI. Una “quasi” triade si era invece fatta notare agli inizi della storia di questa particolare sigla: correva l’anno 1977 e a fianco di Golf GTI e Scirocco GTI Volkswagen studiò un prototipo della Passat GTI che non prese però mai la via della produzione se non in versione GLI tre anni più tardi.
Il segreto alla base del successo delle varie serie GTI nacque proprio 41 anni fa, grazie a un connubio tra un motore all’altezza, il peso ridotto, interni tipici e e la sola trazione anteriore, mai abbandonata in queste quattro decadi in favore di una posteriore come, ad esempio, fece BMW con i suoi modelli.
Il terzo gradino della gamma GTI nel 2018 è la piccola Up! GTI, l’ultima che si aggiunta alla lunga lista. Decidere di portare brio e prestazioni su una citycar sicuramente maneggevole ma non certo potente è stata una scelta voluta da parte della Casa di Wolfsburg, che ha portato sulla sua più piccola vettura il motore 1.0 TSI da 115 CV che le permette di accelerare da 0 a 100 km/h in 8,8 secondi grazie al peso ridotto a soli 1.070 kg. Curiosamente la prima Golf GTI aveva 110 CV.
Il secondo gradino è invece suo di diritto, ovvero di quella Polo GTI che può già vantare una carriera piuttosto duratura. L’ultima versione, basata sulla sesta generazione della compatta tedesca, oggi vanta una potenza di 200 CV tondi tondi del suo motore turbo (320 Nm di coppia), valevoli di un rapporto peso/potenza pari a 6,78 kg/CV. Sempre grazie al peso ridotto e alla grinta del suo motore si toccano i 237 km/h di velocità massima e servono 6,7 secondi per bruciare i 100 all’ora.
Sul primo gradino, e come poteva essere altrimenti, si accomoda in tutto il suo fascino la Golf GTI, un modello che ha riscritto la storia non solo di questa fortunata serie ma della stessa Volkswagen.
Da quel 1977 di Golf GTI se ne sono viste tante ma l’ultima è l’unica che può vantare una dotazione di serie così completa, comprendente anche l’Active Info Display che permette di tenere tutto sotto controllo sul quadro strumenti digitale.
Oggi la Golf GTI fa affidamento sul motore benzina TSI da 230 CV, seppur il tetto massimo si tocca con i 245 della GTI Performance. Quest’ultima è disponibile sia con il cambio manuale sia con l’affidabile automatico DSG a 7 rapporti, mentre non cambia l’accelerazione da 0 a 100 km/h che viene coperta in 6,2 secondi.
Per dare il meglio tra le curve la nuova Golf GTI viene dotata, di serie, di un differenziale anteriore multifrizione a gestione elettronica.
Come dimenticare poi, su tutte e tre i modelli Volkswagen GTI, la trama a quadretti Clark che impreziosisce i sedili ed è il vero marchio di fabbrica della fortunata serie.
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