La FIAT 600 è la vettura più attesa del momento. Storicamente, è un modello che ha segnato la storia dell’auto italiana e che, al tempo stesso, ha segnato una vera e propria era nel nostro Paese. In attesa della nuova generazione della FIAT 600, che verrà svelata tra poche ore nell’importante anniversario del 4 luglio, riviviamo la sua storia fatta di successi e di una perfetta integrazione all’interno del tessuto sociale italiano.
Il secondo dopoguerra italiano è stato complicato, ma al tempo stesso addolcito da quel consumismo e da quel “boom economico” che hanno ridato sprint a Belpaese. A rappresentare al meglio proprio il boom è un’auto, la FIAT 600. La tanto amata vettura venne fortemente voluta da Vittorio Valletta, manager importantissimo in Casa FIAT che individuò in questa fortunata utilitaria il mezzo migliore la motorizzazione di massa dell’Italia. La prima FIAT 600 è stata un’utilitaria che, nonostante le dimensioni non proprio enormi, godeva della presenza dei quattro posti necessari alla famiglia italiana media. La FIAT 600 era abbastanza veloce da potersi muovere con agilità su tutte le strade, dalle urbane alle extraurbane fino alle neonate autostrade. Il suo costo era accessibile, acquistabile in diverse maniere, aveva quindi tutte le caratteristiche per essere affascinante nei confronti di ceto medio-borghese emergente.
La FIAT 600 nacque dal lavoro profuso dallo staff di Giacosa, capace di intuire subito la soluzione per ricavare quattro posti comodi in meno di tre metri. La soluzione è stata quella di mettere tutto dietro, motore e trazione. Le prime bozze di progetto risalgono al 1951, si evolve nel 1953 e gradualmente nasce quindi il motore classico quattro in linea, raffreddato ad acqua e sistemato con decisione nella coda: una soluzione che crea qualche problema, ma che ha le sue ragioni. Gli svantaggi si riflettono sul comportamento stradale, condizionato dalla concentrazione prevalente della massa al retrotreno e dalla posizione arretrata del baricentro, lo staff di Giacosa risolve il tutto lavorando sullo sterzo e sulle sospensioni posteriori, il cui schema prevede bracci trasversali, molloni elicoidali ed ammortizzatori telescopici.
Si arriva così al tanto atteso lancio della FIAT 600 (chiamata così anche in virtù della cubatura del propulsore di 633 cm3) al Salone di Ginevra del marzo del 1955. Per l’Italia e per la FIAT è l’auto della svolta. La FIAT 600 veniva prodotta al ritmo di 1.000 unità al giorno dalle catene di montaggio di Mirafiori e venduta al prezzo di 590.000 lire (13 stipendi mensili di un operaio). È in questo modo che le strade italiane si affollano sempre più di esemplari di FIAT 600, auto che ruba letteralmente la scena e che si declina e riproduce gradualmente in varie evoluzioni, come la Multipla (monovolume ante litteram) e la versione D del 1960 (con motore portato a 767 cm3 e, dal 1964, le portiere incernierate anteriormente, invece che posteriormente). Nel 1969 la FIAT 600 arriverà a poco meno di 2,7 milioni di esemplari prodotti, senza tener conto di quelle assemblate in Spagna ed in Jugoslavia dalla Zastava, che continuerà a proporle addirittura fino al 1985.
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