Fosse sempre così facile riprendere dopo le vacanze così…la Ferrari esce rinfrancata dopo le batoste mittel europee di mezza estate cogliendo un successo fondamentale per il mondiale e per il…morale. La superiorità emersa in quel tratto di pista magico che va da Eau Rouge al Raidillion, la salita più famosa di tutto il mondo del motorsport, e che ha permesso a Vettel di mangiarsi Hamilton in un sol boccone è l’immagine principe di questo GP del Belgio che ha fatto tornare il sorriso a tutti i ferraristi.
L’altra immagine è quella che per un attimo ha fatto venire il sangue freddo a tutti gli spettatori, quando un distratto Hulkenberg è andato a tamponare violentemente Alonso il quale a sua volta è decollato sopra la Alfa Romeo Sauber di Charles Leclerc, da ieri alle 15 circa fan n.1 dell’Halo che ha permesso alla sua testa o alle sue mani di essere ancora un tutt’uno con il suo corpo baciato dal talento. Un Halo tanto criticato ma che alla prova dei fatti ha fatto il suo dovere, senza di lui il GP del Belgio, forse, avrebbe preso una piega molto più tragica nel giorno del trionfo Ferrari.
Tornando appunto alla protagonista di questa gara, la Ferrari di Vettel, l’introduzione della power unit 3 evoluta, l’ultima della stagione, ha rilanciato le ambizioni della rossa ora consapevole di essere più veloce della Mercedes. L’errore a Hockenheim pesa, pesa tantissimo, ma era da considerare nell’arco delle 21 gare. Hamilton non ha ancora sbagliato, e non siamo qui a fare i gufi: si chiama semplicemente statistica.
Il popolo rosso che da venerdì popolerà l’autodromo brianzolo è carico come da diversi anni a questa parte non si sentiva. L’anno scorso la stagione mise la freccia in favore della freccia d’argento proprio a partire da Spa, quest’anno la tendenza sembra essersi invertita sullo stesso nastro d’asfalto. C’è però da migliorare ancora un aspetto: in Q3, laddove Hamilton andava a siglare la pole, la Ferrari si perdeva offuscata dalla pioggia (che è caduta per tutti). Si tratta solo di concentrazione, e lì Arrivabene sa come motivare la sua squadra.
Power unit n. 3, Vettel in forma, Raikkonen, si spera, baciato per una volta dalla fortuna. Noi ci sbilanciamo: la Ferrari può e deve fare doppietta a Monza, sarebbe il miglior regalo per il compianto Marchionne che questa Ferrari l’ha creata e del quale, amaramente, nessuno si è ricordato sotto il podio delle Ardenne.
Sebastian Vettel: ”Sono molto contento perché abbiamo disputato una gara stupenda, la nostra macchina ha dimostrato di essere forte su tutti i tipi di pista e in questo weekend abbiamo avuto un po’ di potenza in più dal nuovo motore, che penso ci abbia aiutato nei rettilinei. Al via ho cercato di stare vicino a Lewis, uscendo bene dalla prima curva per prendere una buona scia e sorpassare. Alla ripartenza dopo la safety car la situazione si è ripetuta al contrario, quindi ho badato a uscire bene dalla curva per rimanere in testa. Nella prima fase di gara i tempi erano molto vicini, tra di noi c’erano solo un paio di secondi: ma i ragazzi hanno fatto un grande cambio gomme, non riuscivo a credere che il semaforo fosse già verde! Questo ha tolto ogni possibilità ai nostri avversari, dopo la sosta ai box ognuno ha soprattutto amministrato la meccanica e le gomme. E’ una grande vittoria per tutto il team e spero che a Monza sarà lo stesso, ma dobbiamo continuare a lottare per essere sempre al vertice.”
Kimi Raikkonen: ”Non so cosa sia successo alla partenza; l’unica cosa che so è che qualcuno mi ha colpito da dietro e subito dopo ho avuto una foratura. Il fondo e la paratia dell’ala posteriore dela mia macchina erano gravemente danneggiati e a quel punto non riuscivo più ad andare forte. Il DRS rimaneva sempre aperto, era difficile rimanere in pista. Era inutile continuare, il danno era troppo grande, così abbiamo deciso di rientrare al box.”
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