Carlos Tavares esce dall’ombra e racconta la sua verità. A sei mesi dalle dimissioni da CEO di Stellantis, l’uomo che ha guidato la fusione tra PSA e FCA torna a parlare in una lunga intervista concessa ad Automotive News. Nessuna rimozione forzata, nessuno scontro insanabile. “Non sono stato licenziato,” chiarisce. “Ho lasciato con una conversazione molto matura con John Elkann.” Ma le sue parole rivelano anche un mix di rimpianti, frustrazioni e consapevolezze maturate solo col senno di poi.
“Tons of things”: il peso degli errori
Tavares non si nasconde: “Avrei potuto fare tonnellate di cose in modo diverso.” Il riferimento principale è al difficile rapporto con i dealer americani, mai convinti davvero della sua strategia improntata a un rigoroso contenimento dei costi. Una crepa mai sanata, che secondo l’ex CEO ha influito sul consenso interno, soprattutto negli Stati Uniti.
Eppure, con tono fatalista, liquida il passato con un certo distacco: “Non importa. L’azienda è comunque profittevole.” Una frase che contrasta con i dati: nel 2024 l’utile netto di Stellantis è crollato del 70% rispetto al 2023. Un numero che rende più difficile separare le scelte gestionali dalla crisi in corso.
Nessun rancore, ma un addio inevitabile
“Non ho nulla contro nessuno. Nemmeno verso chi ha reso la mia vita più difficile in azienda,” dice Tavares, che ammette di essere arrivato a un bivio. “A un certo punto c’è un incrocio, e qualcuno decide che è il momento di separarsi. Va bene così.”
L’uscita di scena arriva dopo una gestione in cui ha accentrato potere e responsabilità. La sua figura ha dominato i primi anni di vita di Stellantis, ma allo stesso tempo ha generato polarizzazione interna, soprattutto per le scelte radicali e per l’approccio poco accomodante con alcune anime del gruppo.
Il testimone a Filosa: un compito non semplice
Il nuovo CEO, Antonio Filosa, ex capo di Jeep, entrerà in carica il 23 giugno. Tavares lo definisce una scelta “logica e credibile”, ma non nasconde le difficoltà che lo attendono. Dal riordino del portafoglio marchi, con nomi come DS, Abarth e Lancia in affanno, al rilancio di Chrysler negli USA, fino alla gestione del caos dei dazi e alla corsa verso l’elettrificazione.
Secondo Tavares, però, la vera sfida per Stellantis (e per l’intero settore) è un’altra: sopravvivere. “L’industria automobilistica è entrata in modalità sopravvivenza,” afferma, riferendosi ai margini sempre più risicati e alla necessità di raggiungere la parità di costo tra auto elettriche e termiche.
Ultimo messaggio al board: “Sostenete Filosa”
Tavares chiude con un appello, quasi a voler lanciare un messaggio al consiglio d’amministrazione che ha accompagnato la sua uscita: “Spero che Filosa riceva il giusto supporto dal board.” Parole che suonano come un avvertimento, o forse come un’ammissione che quel sostegno, a lui, è venuto meno nei momenti chiave.