
“L’Europa lascia all’industria la scelta della tecnologia. Non siamo noi che diciamo che cosa devono usare e questo non vuol dire che le altre auto non elettriche non ci saranno più: le vetture con il motore a combustione ci saranno ancora, ma le nuove macchine non potranno emettere CO2. Non è una scelta che assumiamo noi, abbiamo indicato solo l’obiettivo, il resto dipende dalle imprese del settore e dalla filiera. Io preferisco le macchine a batteria, elettriche oppure ad idrogeno, ma se ci sono altre tecnologie tocca all’industria decidere, non a noi. Quando abbiamo negoziato l’accordo l’Italia era felice, perché avevamo trovato tutti insieme una soluzione per i piccoli produttori. Spero che si possa convincere anche il governo italiano che su questo regolamento dobbiamo andare avanti. Mentre noi stiamo discutendo, le case automobilistiche cinesi solo nel 2023 porteranno in Europa 80 nuovi modelli di vetture elettriche accessibili anche dai cittadini con meno risorse. Dobbiamo reagire, se vogliamo un futuro per l’industria dell’automobile in Europa dobbiamo andare avanti, non indietro: è importante, ci sono centinaia di migliaia di posti di lavoro in ballo per il futuro. Ed il futuro sono le macchine senza emissioni di CO2, la Germania ha detto che vuole l’implementazione dell’accordo che abbiamo raggiunto: ora si è aperta una trattativa per vedere come possiamo fare, la discussione è in corso. È abbastanza sicuro che si troverà una soluzione”.

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