Ciao Oliviero!

Attualità
14 gennaio 2025, 9.17
oliviero toscani ania
Ciao Oliviero, ma ti rendi conto? Ci lasci senza nemmeno un’ultima provocazione. Con quella tua faccia da chi ha visto tutto e non ha paura di dirlo, te ne sei andato, ma non senza prima aver scosso il mondo dell’immagine – e dell’automobile. La tua macchina fotografica, quella che non definivi "fotocamera", ma "arma", ha immortalato tanto di quel petrolio (umano e simbolico) che per molti resterai l'unico in grado di fare della pubblicità un racconto.
Anche nel mondo delle auto non sei stato da meno: tra le tue campagne più brillanti, la Porsche che si fa strada tra le parole ai tempi dell'introduzione del superbollo e la Toyota Prius con la famiglia Amish nel 1994 (un atto di sfida alla modernità, come solo tu potevi concepire). Poi, come dimenticare quel clown che ci invitava a riflettere sullo strazio delle strade? Perché sì, la macchina non è solo un oggetto di lusso, ma un simbolo, un segno, una storia da raccontare.
Con le tue foto, Oliviero, hai raccontato il mondo a forza d’immagini impattanti, capaci di svegliare l’apatia e l’indifferenza. Più che belle, le tue immagini erano scosse elettriche che ci obbligavano a vedere, a riflettere, a provare. Un occhio che non si accontentava del bello, ma che scavava, provocava e risvegliava. E adesso? Chi potrà mai strappare il velo della superficialità come facevi tu?
Nel tuo ultimo progetto, Razza Umana, dicevi che ogni persona è un’opera d’arte, unica e irripetibile, e che l’umanità è sempre, e sarà sempre, individuale. Così, Oliviero, anche tu rimani, nella tua unicità, un’opera d'arte che non smetterà mai di provocare e farci vedere, ancora, il mondo con occhi diversi.
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