Bastano un sorriso, una stretta di mano e una foto postata sui social per far partire il circo mediatico. Protagonisti:
Benedetto Vigna, boss della
Ferrari, e
Zhu Jiangming, numero uno di
Leapmotor. Il risultato? I più si sono lanciati in una cronaca marziana: “Ferrari tratta con i cinesi per la sua prima elettrica!”, per citare un titolo roboante tra tanti.
La Rossa in salsa agrodolce. Il Cavallino con gli occhi a mandorla. I freni al gusto di riso cantonese.
Peccato che fosse tutto falso. Ma proprio tutto. Una bufala con la livrea rossa e i cavalli truccati. A smentire, prima Leapmotor, poi direttamente Vigna, con la calma glaciale del fisico nucleare che si ritrova a dover spiegare la differenza tra una 250 GTO e uno scooter elettrico.
“Componenti strategici? Li facciamo noi. Sempre.” Tradotto per i più lenti: motori, assali e cuore pulsante restano a Maranello, cari miei. Le batterie? Quelle sì, possono arrivare anche dall’altra parte del mondo. Ma l’identità non si delocalizza.
La verità? Vigna visita mezzo pianeta per cercare innovazione, ma Maranello resta la Terra Promessa. E se stringe mani a orientali, lo fa per cortesia, non per consegnare le chiavi del mito.
Cosa resta? Un’altra figuraccia della stampa copia-e-incolla, che scambia una foto diplomatica per una joint venture, e una Ferrari che – spoiler – il 9 ottobre si presenterà col suo primo modello elettrico fatto in casa. Non a Wenzhou, non a Wuhan, ma là dove tutto è cominciato.
E poi dicono che le fake news nascono sui social…