Secondo la sempre ben informata stampa straniera, in questo caso la rivista francese
Auto-Moto.com, il prossimo e tanto atteso SUV a 7 posti del Biscione, stretto parente di
Stelvio, dovrebbe chiamarsi
Alfa Romeo Castello. Noi, avevamo già in passato rilanciato la notizia che portava a pensare a un nome più “italiano”, nello specifico
Brennero, come il passo omonimo che porta dall’Italia all’Austria.
Il suo arrivo è previsto non prima di fine 2019, più probabile 2020, quando prenderà forma il nuovo piano industriale di FCA annunciato lo scorso a giugno, presso il
Capital Markets Day di Balocco. Un modello strategicamente importante per il mercato nord americano, dove la concorrenza si chiama
nuova BMW X5, in arrivo, e nuova
Mercedes-Benz GLE, anche quest’ultimo presentato in anteprima mondiale al Salone di Parigi, senza dimenticare il mercato cinese, magari con una versione ibrida o comunque elettrificata come annunciato nel piano.
Sarà quindi scontata la presenza dei 7 posti, oggi proposti esclusivamente dalla Fiat 500L Wagon all’interno della galassia FCA. Stelvio è stato ben accolto dalla critica, anche fuori dai confini europei, ma una gamma rappresentata dalle sole Giulia e Stelvio per andare all’attacco dei mercati inizia a segnare il passo, nonostante tutti, compresi noi, abbiano parlato di rinascita del glorioso Marchio di Arese.
Sempre dalla Francia emerge un’altra indicazione, ossia quella che la piattaforma dovrebbe rimanere la Giorgio o virare su quella di Maserati Levante, così da riportare a pieno ritmo lo stabilimento di Mirafiori dove la MiTo è già un ricordo. Impensabile, poi, proporre l’Alfa Romeo Castello senza la trazione integrale Q4.
Per quanto riguarda le motorizzazioni, Alfa Romeo può avere l’imbarazzo della scelta. Resta da capire se, badate che nel 2020 entreranno in vigore le severe norme Euro 6.2, converrà puntare tutto su motori Diesel e benzina. Ecco perché al Lingotto potrebbe portare alla ribalta i sistemi ibridi già allo studio (a Melfi verrà prodotta la
Jeep Renegade PHEV).
Brennero o Castello che sia, l’importante è che Alfa Romeo non perda il treno giusto contro una concorrenza, specialmente tedesca, che non lascia margini di sbaglio.