La ID.4 ha tutte le carte in regola per stuzzicare l’interesse di una grande fetta di mercato, quella dei SUV compatti. Basata sulla piattaforma modulare per veicoli elettrici MEB del Gruppo Volkswagen, la ID.4 si presenta come il primo SUV puramente elettrico di Casa Volkswagen. Inoltre a distanza di 8 anni dall’ultima volta, Volkswagen torna a vincere il titolo di World Car of the Year 2021 proprio con la sua ID.4.
Con la piattaforma MEB Modularer Elektro Baukasten è innegabile che sia nata una nuova identità per il Gruppo Volkswagen, anche se ID, in realtà, vorrebbe significare Intelligent Design. La ID.3, da noi provata, è stata quindi la capostipite di un nuovo corso per la Casa di Wolfsburg, già propensa all’elettrico in passato con le versioni a batterie di Golf e up!, auto nate su una piattaforma adattata e non nativa. Nel caso della MEB per l’appunto, il discorso è profondamente cambiato. Vediamo come va su strada, l’autonomia, i consumi, le ricariche e lo spazio e tecnologia a bordo di questa VW ID.4 First Edition.
A livello estetico, il design riprende fedelmente quello della ID.3 con elementi caratteristici come la striscia led che unisce i proiettori ottici che seguono il family feeling degli ultimi modelli del Marchio. Le linee morbide che caratterizzano la carrozzeria e le importanti spalle posteriori trasmettono muscolosità all’auto. La linea di cintura corre lungo tutta la fiancata e si raccorda al di sopra dei gruppi ottici posteriori, caratterizzati da un’interessante effetto tridimensionale.
Si nota facilmente anche l’andamento discendente del tetto che termina sul lunotto molto inclinato in stile coupé. Il corto cofano anteriore ed il passo lungo garantiscono un ottimo spazio di bordo mantenendo delle dimensioni compatte. Non mancano gli innovativi fari IQ.Light LED Matrix con luci adattive, luci diurne a LED, indicatori di direzione posteriore dinamici e vetri posteriori oscurati. Specie i LED a matrice riescono a cambiare aspetto, frontalmente alla ID.4, che non risulta mai aggressiva.
Quando si parla di dimensioni, la ID.4 recita 4,584metri di lunghezza per 1.852 di larghezza, mentre 1.612 m in altezza, ed è anche per questo motivo che quest’ultima appare così spaziosa all’interno. Fuori, l’auto sembra più compatta di quanto in realtà non sia dentro, grazie agli sbalzi particolarmente ridotti. A conferma di ciò, un passo di 2,766 metri denota tanto spazio per gambe e testa, la ID.4 è più facilmente paragonabile a una Passat Variant, la station wagon della famiglia Volkswagen, che la supera di appena un centimetro col passo (2,78 metri). Ma la ID.4 ti fa sentire a tuo agio quando ci sei seduto dentro, sia da conducente sia da passeggero. A contorno, c’è un’autovettura completamente elettrica che sposa il concetto di minimalismo specialmente negli interni.
Gli interni della Volkswagen ID.4 sono invece appunto essenziali e minimalisti: davanti agli occhi del conducente c’è un quadro strumenti da 5,3″ piuttosto piccino nella visualizzazione delle informazioni, ma dove non manca mai l’autonomia residua della batteria. Ovviamente un head up diplay dalla realtà aumentata completa il quadro al guidatore: la vera chicca dell’abitacolo, oltre a proiettare nel parabrezza le classiche informazioni, incluse quelle del navigatore, evidenzia delle situazioni di pericolo, mettendo in risalto le linee di demarcazione della corsia se si rischia di superarle, oppure la ridotta distanza dal veicolo che precede.
Alla sua destra, come di consueto, c’è il display da 12″ molto più ricco di schermate e funzionalità (il sistema operativo è lo stesso della Golf 8, ma l’aspetto che più colpisce della ID.4 è la vistosa luce a LED (ID.light) che percorre tutto l’abitacolo e si illumina a seconda delle situazioni, per esempio durante la ricarica aumenta la luce da sinistra verso destra, mentre una frenata d’emergenza verrà segnalata molto bene da una luce rossa che richiamerà la vostra attenzione. Nella sostanza, la parte centrale superiore della ID.4 ricorda tanto Golf (da noi provata) con quei tasti a sfioramento, un po’ scomodi e non retroilluminati la notte, e quattro funzioni principali richiamabili attraverso un tasto dedicato, più l’immancabile hazard. Anche il volante anche ha tasti touch che richiedono apprendistato, così come il comando del tetto in vetro. Non male i comandi vocali, attivabili dicendo “Ciao ID”, ma alcune concorrenti, sempre tedesche, sono più avanti. Non mi hanno convinto alcune plastiche troppo dure in punti visibili dell’abitacolo, stiamo comunque parlando di un’auto che costa più di 45.000 euro, mentre mi ha convinto l’ampio vano al centro dei sedili anteriori dove ci sta, praticamente, di tutto. A rendere l’atmosfera più accogliente è l’Ambient Light, a scelta tra 30 varianti di colore.
Giocosi i pedali freno e acceleratore con il simbolo rispettivamente della “pause” and “play”. Mentre piace meno il comando touch “rear” per comandare dagli stessi pulsanti vetri anteriori e posteriori: non è immediato e non è una soluzione per una vettura di questo prezzo. Caratteristica che è diventata ormai comune sulle “ID” Volkswagen è il selettore delle modalità di marcia che si trova a destra del quadro strumenti, nascosto dal volante, ma comodo da raggiungere e innovativo, utile soprattutto a pulire il resto dell’abitacolo e liberare spazio per i numerosi portaoggetti. Altra novità: salendo a bordo della ID.3, quest’ultima riconosce la chiave e non va premuto alcun tasto di avviamento, seppur presente, per muoversi. Basterà ruotare la manopola di cui sopra sulla “D” e la ID.4 sarà pronta a muoversi. Si respira futuro sull’elettrica che, insieme alla sorellina ID.3, segna l’inizio di un nuovo capitolo, di un importante capitolo, per la Casa di Wolfsburg.
Come accennavo parlando di passo, sul divano posteriore della ID.4, cui si accede tramite un’apertura posteriori delle portiere che sfiora i 90°, si sta comodi in tre e anche lo spazio per la testa, proprio per quei centimetri in più in altezza, non manca affatto. Il tunnel centrale ovviamente non è presente, ma vi sono due prese USB di tipo C per alimentare i device. La ID.4 crea nuovi riferimenti anche in materia di digitalizzazione. In questo senso, l’auto riceve regolari aggiornamenti over-the-air. La Volkswagen è la prima marca nel segmento di volume a offrirli, a partire dalla prossima estate. In questo modo, la vettura è sempre aggiornata all’ultima evoluzione del software. Il bagagliaio della ID.4 GTX vanta un volume di 543 litri, che aumenta a 1.575 litri (caricato in alto fino al tetto) abbattendo gli schienali dei sedili posteriori. Grazie al gancio traino (a richiesta), questo modello top di gamma è in grado di trainare rimorchi con peso fino a 1.200 chilogrammi (frenato, con pendenza del 12%).
La ID.4 è un SUV elettrico comodo e da viaggio, certo si apprezza il vigore dei 204 cavalli del motore elettrico posteriore, ma si privilegia l’erogazione che non la “forza bruta”. Comodo e sprintoso in città non è un’auto che divora le curve. La ID.4 è dotata di motore PSM ad alte prestazioni che fornisce una coppia di 310 Nm, consentendo una accelerazione corposa e linerare, mai esagerata da 0 a 100 km/h in 8,5 secondi, mentre la velocità massima è fissata elettronicamente a 160 km/h, ovvero più dei limiti autostradali europei.
Per quanto riguarda la rigenerazione, la modalità B, sempre selezionabile dalla manopola dietro il volante, non restituisce una guida “One pedal” come ormai si usa dire alla guida di un’elettrica: anche in questo caso, come per l’accelerazione, è tutto molto morbido. Bene il radar dell’ACC che comanda anche una rigenerazione più o meno marcata in base alla distanza dai veicoli che precedono. Gran confort con ammortizzatori adattivi e gran silenziosità di marcia. Alcune competitors elettriche son più brusche.
Buona la capacità delle batterie di 82 kWh nominali (77 effettivi): l’autonomia dichiarata è di circa 520 km. Esiste la versione “City” da 52 kWh netti. Con un consumo effettivo di 5,5-6 km/kWh la ID.4 assicura fino a 370-400 km di autonomia reali con la batteria maggiorata, ben confermati dalla nostra prova, su un percorso misto. Sicuramente non arriviamo a 330km in autostrada, dove i consumi si alzano parecchio.
Pochi, tanti? Dipende sempre dalle vostre esigenze, ovviamente chi ha la possibilità di caricare a casa è avvantaggiato, una comune presa domestica (2,3 kW) vi richiederà poco meno di 35 ore per accumulare il pieno, tempo che si riduce a 10 ore con una wallbox domestica da 7,8 kW (la ID Charger, che può essere richiesta al momento dell’acquisto).
ID.4 accetta fino a 11 kW in alternata (fino a 7,2 kW la ID.3 da 150 CV e batteria da 45 kWh) e fino a 120 kW in DC (58 kWh) e 135 kW in DC (77 kWh) dove i tempi si abbassano in circa un’ora per una carica pressochè completa.
Con 2.049 kg in ordine di marcia, non siamo ai livelli di una compatta, ma neppure fuoritara per un suv elettrico di segmento C, qui baricentro basso e sospensioni sofisticate, con ammortizzatori attivi, sono connaturati sin dalle caratteristiche di base: la trazione posteriore assicura una notevole motricità, mentre la posizione della batteria tra i due assi nel punto più basso dell’auto ottimizza la distribuzione dei pesi e abbassa il baricentro. Così, indipendentemente dalla configurazione della trazione, la massa della ID.4 grava sugli assi sempre nella proporzione 50:50.
L’asse anteriore della ID.4 adotta una configurazione MacPherson, mentre lo sterzo ha un rapporto di 15,9:1. Nel posteriore si trova una sospensione di nuovo sviluppo: un compatto schema multilink a cinque leve con un telaio ausiliario collegato al corpo vettura da elementi elastici. Parti della sospensione sono realizzate in alluminio leggero per ridurre il peso.
Il diametro delle ruote per la ID.4 parte dai 18 pollici, per arrivare fino ai 21 pollici, come la versione da noi provata. Nonostante i cerchi così grandi occupino uno spazio corrispondente nei passaruota, la ID.4 ha un diametro di sterzata di soli 10,2 metri: molto ridotto per un’auto di questa categoria. Tutti i disegni dei cerchi sono il più possibile piatti e ottimizzati a livello aerodinamico, mentre la sezione delle gomme va, a seconda del diametro della ruota scelta, da 235 millimetri davanti e dietro, a 235 millimetri davanti e 255 dietro.
Anche i freni della Volkswagen ID.4 assicurano prestazioni eccellenti: i dischi anteriori delle versioni dotate della batteria da 77 kWh di capacità netta hanno un diametro di 358 millimetri. I freni posteriori sono a tamburo, con parti d’attrito progettate per durare l’intera vita dell’auto: questa configurazione elimina il rischio di corrosione e la dispersione del particolato. Inoltre, questi freni vengono azionati molto di rado nella guida quotidiana, in quanto gran parte della decelerazione è operata dal motore elettrico, che nel processo recupera così energia. Migliorabile, invece, la risposta del pedale: il comando è un po’ “spugnoso” e manca la funzione “one pedal”, presente invece su molte elettriche.
Il DCC e lo sterzo progressivo sono collegati alla selezione del profilo di guida Driving Profile Selection, che offre al guidatore la scelta tra quattro modalità: le preimpostate Eco, Comfort e Sport e la personalizzabile Individual, che permette di variare ciascun parametro a piacere dal display centrale. È possibile scegliere un livello intermedio degli ammortizzatori tra Comfort e Sport oppure renderli ancora più estremi, in un senso o nell’altro.
Nella guida più dinamica, la ID.4 è in grado di affrontare le curve in modo veloce, stabile e naturale, grazie all’elettronica del Vehicle Dynamics Manager, che lavora in stretta cooperazione con il controllo di stabilità ESC. Introdotto sulla nuova Golf, questo sistema controlla gli interventi selettivi sui freni delle singole ruote del blocco elettronico trasversale XDS e il lavoro del controllo adattivo del telaio DCC. Non appena la ID.4 affronta una curva, il suo comportamento dinamico è più spontaneo, lineare e accurato. Ma mai sportivo, per quello occorre attendere la performante GTX.
Il controllo di stabilità ESC, dal canto suo, coopera strettamente con le unità di controllo del motore elettrico e dell’elettronica di potenza. Sebbene le auto a trazione posteriore tendano di base al sovrasterzo, questa interconnessione assicura che le ruote posteriori della ID.4 abbiano una tenuta stabile in ogni situazione, sia essa la piena accelerazione, la percorrenza veloce in curva o la decelerazione con recupero di energia in frenata.
Sul fronte sicurezza alla guida, ci sono sempre Lane Centering e Cruise adattivo, telecamera e sensori sia davanti sia dietro.
Oltre ai sensori di parcheggio con funzione automatica di frenata in fase di manovra, i modelli First Edition sono dotati di sistema di assistenza per il mantenimento della corsia Lane Assist, dell’assistente alla frenata d’emergenza Front Assist anche in curva, di sistema di assistenza nelle manovre di scarto e regolatore automatico della distanza ACC stop & go con limitatore della velocità e di Eco Assistant, che segnala al guidatore il momento in cui è opportuno sollevare il piede dall’acceleratore per ottimizzare l’autonomia. Nella versione ID.4 First Edition Max sono presenti anche il Travel Assist regola la distanza dal veicolo che precede e mantiene l’auto al centro della corsia, il Side Assist e l’Emergency Assist.
La ID.4 è il primo SUV 100% elettrico della Volkswagen. La versione ID.4 First Edition non più in vendita costava 48.600 Euro di listino e la nostra ID.4 First Edition Max, veniva 58.600 Euro. A queste versioni iniziali è seguita una gamma di serie con un numero contenuto di versioni preconfigurate sulla base delle necessità più diffuse dei Clienti.
Per la ID.4 è possibile scegliere tra due livelli di capacità della batteria, 52 kWh o 77 kWh netti, con un’autonomia nel ciclo WLTP fino a circa 520 km. Il motore elettrico è disponibile in tre diversi livelli di potenza compresi tra RWD 109 kW (148 CV) e RWD 150 kW (204 CV) e la veloce GTX AWD da 299 CV. I prezzi partono da 44.900 euro per la base Pure Performance da 109 kW fino a 56.850 euro per la GTX.
Tra le competitors come non nominare la Ford Mustang Mach-E, la Nissan Ariya, la Mercedes EQB, la Volvo XC40 Recharge.
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