Categorie: Prove su strada

Test doppio: Renault Koleos VS Kia Sportage

Tempo di lettura: 5 minuti

Questa volta siamo alle prese con due suv middle size non convenzionali. Due marchi dalle origini e dalla tradizione diversa: uno nasce da padri francesi, l’altro è figlio della borghesia coreana. Sono entrambi duemila diesel, i motore giusto per questa stazza, uno declinato con una potenza media, il secondo con un surplus di cavalli e… consumi. Entrambi automatici a sei rapporti vecchio stile. Chi dei ne uscirà vincitore?

Pesi medi a 4WD

Con i suoi 4metri e 52 ed un passo di 2690mm da un lato del ring abbiamo il Renault Koleos, invece dalla parte opposta con 4.4metri e 2640mm di passo il Kia Sportage. Entrambi hanno voglia di portare in giro la famiglia e si vede, in 5 a bordo non si soffre mai ne a livello di spalle nel divano, ne in lunghezza alle ginocchia. Sulla coreana la linea esterna più sportiveggiante si tramuta in un interno più compresso in altezza, ci si trova seduti in alto con il tetto in vetro apribile della vettura non molto lontano dalla testa, e anche se è comunque impossibile toccare per gli spilungoni, l’ambiente è più soffocante rispetto al francese in seguito alla linea di cintura alta. E’ comunque sempre un bel viaggiare su entrambe. Un peccato che i bagagliai non siano da primato: ai 450 litri del Koleos fanno verso i 564 del Kia (a noi paiono meno). Il francese offre due comode maniglie posteriori per ribaltare il divanetto senza sforzi.
Gli interni sono mediamente curati in entrambe le vetture. Non ci fanno mai sentire “fuori casa”. Sulla francese le plastiche sono più rifinite e i materiali morbidi al tatto, ma per forma e colore l’impostazione è meno recente, mentre la coreana ha un aspetto più moderno e vivace, ma passando la mano si notano subito componenti duri e plastiche non schiumate. Per entrambe la strumentazione è appena sufficiente: in tempi di tablet e tecnologia stonano i “vecchi” quadranti con minuscoli display monocromatici (Megane e Cee’d fanno meglio tanto per restare in casa).

Tecnica: capacità fuoristradistiche complete ma non estreme

La rinnovata Koleos adotta il collaudato sistema di trazione integrale permanente a controllo elettronico “All Mode 4x4i” sviluppato dalla Nissan.
Grazie a ciò in condizioni di normale aderenza, il dispositivo trasmette quasi totalmente la coppia motrice all’avantreno ed in minima parte al retrotreno, facendo in pratica della Koleos una vettura a trazione anteriore nella maggior parte dei percorsi ad alta aderenza. Per i terreni più impegnativi, come, il fango, gli sterrati o i fondi innevati, il guidatore può bloccare preventivamente la trazione nella modalità 4×4, che ripartisce la potenza al 50% tra i due assali. Selezionando invece la funzione “Auto” il sistema varia automaticamente la distribuzione della coppia motrice fra i due assi, privilegiando le ruote che godono di migliore aderenza.
Quindi, in condizioni di marcia normali su strada asfaltata, è praticamente inesistente, ma, in caso di slittamento, fino al 50% della coppia motrice viene trasferita automaticamente al retrotreno.

Il Kia Sportage, adotta l’innovativo sistema di controllo elettronico della trazione integrale denominato Dynamax AWD e realizzato dalla Magna Powertrain. Il Dynamax All-Wheel-Drive si basa sull’ormai noto principio del giunto-ripartitore fra ruote anteriori e posteriori per introdurre una nuova gestione elettronica che promette maggiore efficienza. La regolazione “intelligente” della frizione multidisco, infatti, collocata in corrispondenza del differenziale posteriore, si basa su un software che raccoglie informazioni da diversi parametri del veicolo e quindi non soltanto sulla differenza di velocità fra i due assali. In base alla velocità e alle condizioni di marcia il software controlla trazione e comportamento della vettura, elaborando in anticipo il trasferimento della coppia alle ruote posteriori.

Grazie al Dynamax lo Sportage AWD è in grado di gestire in tempo reale il sistema idraulico di attivazione della frizione multidisco e di migliorare la dinamica del veicolo attraverso un più preciso controllo del mezzo in ogni condizione. Fra i vantaggi promessi dal nuovo sistema ci sono il miglioramento della stabilità in curva, il controllo automatico di sottosterzo e sovrasterzo e un minore riscaldamento sotto sforzo dovuto alla riduzione degli attriti non necessari.

Entrambi i mezzi sono dotati dell’utile ripartitore di velocità in discesa che frena da solo la vettura, ideale in caso di neve. I due suv, sono quindi adatti alla maggior parte delle condizioni in cui l’utente medio si arrampicherà, ma bisogna esagerare: la scarsa protezione del sottoscocca, le gomme stradali, la mancanza di ridotte sono un limite se si esce dall’ordinario.

Alla guida: raggio di sterzata maggiore per il francese, più rigido il coreano

Il suv coreano ci colpisce da subito per la rigidezza del reparto sospensivo. Se da un lato ciò si trasmette in un assetto più “frenato” e meno “francese”, dall’altro complici i cerchi da 18″ il confort non è sempre secondo i canoni di questa categoria: spesso le sconnessioni si fanno sentire, specialmente quelle dei viadotti.
Il motore del Kia invece è sempre pronto e con una coppia di 392Nm da 1.800 a 2.500 giri la spinta non manca mai. Il cambio penalizza di molto l’unità, sia sul fronte prestazioni, sia su quello consumi. Fare i 12 al litro vuol dire già procedere a filo di gas sempre. Mentre un po’ più ragionevole è il consumo del transalpino, che nonostante la cavalleria più esigua anche a pieno carico con è mai in imbarazzo. I cambi automatici, entrambi a sei rapporti, si equivalgono: non sono dei fulmini, non scalano da soli per utilizzare freno motore (il Kia però accetta scalate in manuale al limite del fuorigiri) e non sono molto efficienti alla voce consumi. Indubbiamente la loro comodità è esemplare.
La sicurezza per queste auto da famiglia non viene mai meno, e con gommatura adeguata all’inverno, si cavano d’impaccio in mezzo alla neve. L’elettronica vigila poi in frenata come in curva e non vi sono mai comportamenti che preoccupano neanche nella guida al limite dove l’ESP è giustamente invasivo in modo da dissuadere ogni atteggiamento sopra le righe. Il rollio non troppo frenato per la francese le fa perdere qualche punto di handling a favore della coreana sempre molto reattiva, superiore alla media della categoria suv.

Prezzo: non regalati, ma onesti nelle dotazioni.

Renault Koleos Luxe 2.0 dCi 150cv ESM Proactive 4X4 –> 34.600€, da noi provata 36.200€
Kia Sportage Rebel 2.0CRDi AWD –> 30.550€, da noi provata 33.800€

La dotazione per le due vetture è differente: la francese offre tutto di serie a fronte di un prezzo maggiore, la coreana si mantiene su una dotazione senza eccessi con un delta prezzo minore. Su entrambe comunque ESP, 6 airbag, navigatore, usb, clima bizona, cuise control, controllo velocità in discesa, telecamera, sensori e navigatore (il francese con le il R-Link da cui è possibile scaricare le applicazioni dedicate di Renault). Il Koleos in più vanta: impianto Bose con 7 altoparlanti, sedili riscaldati, cambio automatico, tetto apribile, freno mano elettronico, sensori anteriori, chiusura elettronica con card, avviso angolo cieco, a fronte di un esborso aggiuntivo di 5.500€, unico optional disponibile gli xeno a 750€. La Kia però può quasi pareggiare la dotazione con cambio automatico (2.000€), tetto apribile (1.000€).
Insomma due auto complete e sicure, adatte alle gite fuoriporta e ai lunghi trasferimenti per tutta la famiglia, valige e cane al seguito. In montagna con la neve e le gomme giuste non sono mai in imbarazzo. Un consiglio? Se non è strettamente necessario, sceglieteli con il cambio manuale, lo Sportage in configurazione 136cv: consumi e portafoglio ringrazieranno.

Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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