È senza dubbio uno dei brand automobilistici più famosi al mondo, capace di crearsi una folta schiera di affezionati fan apparentemente senza sforzo. Pochissime aziende sono riuscite ad avere un impatto simile a quello che ha avuto Tesla sul proprio settore: nata come poco più di una startup, la Casa automobilistica americana di Elon Musk è passata in 10 anni da outsider a costruttrice dell’auto più venduta al mondo. Prima di oggi, però, non avevo mai vissuto con una Tesla: quale migliore occasione, allora, di provare la nuova Tesla Model 3 Long Range AWD 2024, la versione restyling nota agli appassionati come “Highland” che promette di aver migliorato sotto ogni punto di vista la berlina compatta della Casa di Fremont?
Caratterizzata da uno stile più moderno e pulito, da un abitacolo ancora più minimale e da una taratura diversa di sterzo, motore e assetto che punta più sul comfort, la nuova Model 3 Highland vuole confermarsi come la migliore auto elettrica sul mercato sotto i 50.000 euro. Il rapporto qualità-prezzo rimane infatti quasi imbattibile, soprattutto per la versione in prova, la Long Range AWD. Dopo la prova di Tommaso della variante d’accesso, la Model 3 RWD, ho potuto mettere le mani sulla declinazione più equilibrata della berlina americana.
Forte della sua batteria da 75 kWh e del doppio motore da 351 CV, la Model 3 Long Range AWD unisce in un’unica auto prestazioni da sportiva, comfort ed un’efficienza da record, con un’autonomia che promette di eliminare del tutto l’ansia da autonomia. Sarà tutto oro quello che luccica? Lo scopriamo insieme nella prova della Tesla Model 3 Long Range AWD 2024: si confermerà l’elettrica da battere?
Sebbene le caratteristiche tecniche, l’efficienza e l’altissimo livello tecnologico rappresentino già degli ottimi motivi per scegliere una Model 3, uno dei grandi punti di forza della berlina americana è il suo listino. Il prezzo della Tesla Model 3 Long Range AWD 2024 è estremamente concorrenziale di per sé, e diventa quasi “ingiocabile” considerando i contenuti della berlina elettrica, a patto di non esagerare con gli optional. La gamma Model 3 parte dai 41.990 euro della versione RWD, mentre la Long Range AWD che ho provato parte da 49.490 euro.
Sebbene tutte le Model 3 siano sostanzialmente full optional, il nostro esemplare era dotato di qualche accessorio extra, a partire dalla bellissima colorazione Ultra Rosso, dal prezzo di 2.000 euro: non pochi, certo, ma questa colorazione si sposa molto bene con le linee della berlina americana. Oltre alla verniciatura rossa, vanno aggiunti anche gli interni con sedili bianchi, dal valore di 1.200 euro, e il sistema di guida autonoma “al massimo potenziale” da ben 7.500 euro, che controlla la frenata a semafori e stop e, in futuro, aggiungerà anche il sistema di autosterzatura in città.
Oltre a questi sistemi, il massimo potenziale offre nel prezzo anche le features del più economico Autopilot avanzato, proposto a 3.800 euro, che permette all’auto di guidare da sola in autostrada impostando il navigatore sulla propria destinazione (il sistema “Navigate on Autopilot”), il cambio di corsia automatico e, in futuro, il parcheggio automatico e da remoto. Il totale, quindi, sale dai circa 50.000 euro di base a 61.000 euro per una Model 3 Long Range AWD completa di tutto. Rimane un prezzo molto interessante, soprattutto per il livello di efficienza e prestazioni offerto. Superata la quota psicologica dei 60.000 euro, però, bisogna cominciare forse ad essere un po’ più esigenti, vedendo se la Highland ha fatto passi avanti anche dal punto di vista della qualità costruttiva.
In passato, infatti, i modelli Tesla, soprattutto quelli costruiti in America, si erano fatti una nomea piuttosto negativa in fatto di qualità costruttiva, assemblaggi e materiali non all’altezza. Da qualche anno, Tesla ha deciso di spostare la produzione delle Model 3 destinate al mercato europeo nella sua Gigafactory di Shanghai, in Cina. Questo passaggio ha aumentato la qualità costruttiva in modo drastico: ora, la Model 3 non ha molto da invidiare alle rivali dirette, anche dei marchi premium. Parte del merito non è solo della cura costruttiva oggettivamente migliore, ma anche del nuovo look, più moderno, pulito ed elegante che in passato.
Nuovamente opera dello storico designer Tesla, Franz von Holzhausen, la rinnovata Model 3 Highland non ha messo in campo una rivoluzione, preferendo evolvere lo stile riuscito della berlina media americana adottato un frontale molto più affilato e affusolato, con l’adozione di un nuovo paraurti molto più basso e l’introduzione di nuovi fari a LED più sottili e aggressivi, per un netto miglioramento rispetto allo sguardo un po’ assente della precedente Model 3. Il nuovo paraurti è anche più lungo, portando ad una crescita nelle dimensioni di circa 3 cm, passando da 4,69 a 4,72 metri, mentre la larghezza di 1,85 metri è rimasta sostanzialmente invariata. La pulizia totale del paraurti, poi, lascia intendere l’assenza di veri sensori di parcheggio, ma di questo ne parleremo dopo.
Lateralmente si conferma il profilo della Model 3 che abbiamo già apprezzato dal suo lancio nel 2018, con una linea da fastback a “due volumi e mezzo” che le dona una buona presenza su strada ma, soprattutto, la rende molto aerodinamica. Rispetto alla precedente Model 3, la nuova Highland riesce ad abbassare il suo coefficiente aerodinamico da 0,225 a 0,219, che secondo Tesla basta a dare alla Model 3 Highland un’autonomia migliorata del 10%. In coda, invece, le novità sono concentrata sui fari, ora molto più sottili e moderni, interrotti da una finitura orizzontale che incattivisce la coda e ospita il nome Tesla a tutta larghezza. Invariata la capacità del bagagliaio, ancora privo del lunotto apribile, di 594 litri per il vano posteriore, ai quali si aggiungono gli 88 litri del bagagliaio anteriore.
Salendo a bordo, le differenze tra gli interni della Tesla Model 3 Long Range 2024 e la “vecchia” generazione ci sono, anche se il proverbiale minimalismo degli interni rende più difficile notare le differenze. Rimane al suo posto il grande schermo dell’infotainment da 15,4 pollici, dove si concentrano tutti i comandi, le informazioni e le dotazioni di questa tecnologica berlina. Non è una novità vedere il grande display diviso tra infotainment e quadro strumenti, così come non lo è scoprire che, sebbene non abbia Apple CarPlay e Android Auto, è uno dei migliori sistemi sulla piazza, ma sulla parte sinistra compare uno slider, dove una piccola Model 3 va mossa per mettere l’auto in Drive o in retro.
La principale novità è proprio questa, l’addio ai classici devioluci dietro al volante: la leva del cambio, quindi, è ora sostituita da questo comando sullo schermo, non sempre preciso, mentre per i comandi di indicatori di direzione, abbaglianti e lavavetri si fa tutto con i nuovi comandi a sfioramento sulle razze del nuovo volante. Più squadrato e sportivo, il volante si impugna molto bene ed è piacevole da utilizzare per muovere l’auto, ma i comandi sulle razze non sono sempre intuitivi, e soprattutto quelli per indicatori di direzione e clacson necessitano di un lungo periodo di apprendistato. Cosa fare però se, per caso, il display dell’infotainment si dovesse guastare?
In corrispondenza delle luci di lettura c’è una pulsantiera fisica con il comando per le luci di emergenza circondato da quattro tasti di backup per gestire la trasmissione. La qualità costruttiva è ora superiore, con finiture più curate su pannelli porta e plancia. Quest’ultima è ora più moderna, con un appagante inserto in tessuto al centro della plancia e l’adozione dell’ambient lighting, con una striscia a LED configurabile che arriva fino ai posti posteriori.
Dietro, poi, troviamo un nuovo schermo da 8 pollici Full HD dedicato ai passeggeri posteriori, mentre vengono confermati il doppio pad per la ricarica wireless e il tunnel centrale, ora con finiture migliorate. Ottima l’abitabilità anteriore, mentre dietro i più alti rischiano di toccare con la testa. La visibilità anteriore, poi, è ottima in marcia, con il cruscotto molto basso e il grande parabrezza anteriore. Meno chiara la vista posteriore, ma vengono in aiuto le ottime telecamere a 360, anzi, a 270 gradi, richiamabili con un tasto dedicato sul volante.
Tutte le novità, per il momento, sono concentrate su estetica e tecnologia. Come si guida quindi la nuova Tesla Model 3 Long Range? La risposta breve è semplice: molto bene, ma con qualche neo che riguarda i sistemi tecnologici. A livello dinamico, infatti, c’è poco da dire: la Model 3 è una delle berline medie migliori per telaio e dinamica di guida. Nonostante la presenza della grande batteria da ben 75 kWh, infatti, grazie a soluzioni tecniche molto raffinate come il Gigacasting Tesla è riuscita a tenere relativamente basso il peso della Model 3. Sulla bilancia, la “nostra” Long Range AWD ferma il conto a 1.830 kg. Per confronto, una BMW M340i, simile per prestazioni e dimensioni, ha un peso di soli 30 kg inferiore, mentre la più potente M3 Competition è persino più pesante.
Questo, unito all’erogazione sempre aggressiva dei propulsori Tesla permette al doppio motore da 351 CV di far scattare la Model 3 “intermedia” da 0 a 100 km/h in 4,4 secondi, per una velocità massima autolimitata a 201 km/h. L’accelerazione da fermo è quindi entusiasmante, come da tradizione Tesla, permettendo di svicolare nel traffico o fare un sorpasso in pochissimi secondi. Se queste sono tutte caratteristiche note delle vetture di Elon Musk, la Model 3 si fa rispettare e apprezzare per altre caratteristiche, come lo sterzo.
Pur non essendo un mostro in comunicatività, lo sterzo è estremamente diretto e preciso, e unito al peso non esagerato della vettura la rende agile e molto precisa. Rispetto al passato, però, Tesla ha ridotto la rapidità di sterzo, ammorbidendo allo stesso tempo le sospensioni. Se, infatti, la precedente Model 3 poteva apparire fin troppo rigida sulle sconnessioni, ora il comfort è superiore, anche se la berlina americana rimane piuttosto secca sulle sconnessioni.
Nonostante lo sterzo meno diretto e le sospensioni più morbide, la Model 3 rimane ancora molto piacevole tra le curve, con pochissimo rollio e un beccheggio appena accennato. Anche l’erogazione dei due motori permette alla Model 3 Highland di essere molto efficace e quasi divertente nel misto, pur con i noti limiti nell’uso sportivo di un’auto elettrica. A convincere c’è anche la frenata rigenerativa, di tipo adattivo e molto sveglia a capire quanto recupero utilizzare nelle diverse situazioni.
Ciò che più stupisce è però il comfort acustico: con la Highland i vetri laterali sono tutti doppi, e ci sono più materiali fonoassorbenti un po’ in tutta l’auto. Il risultato è un’automobile che in città riesce quasi ad isolare i suoi occupanti, e rimane silenziosissima anche a velocità autostradali, tenendo a bada i fruscii aerodinamici. Agile e ben manovrabile in città, dove la Model 3 Long Range cala l’asso è nell’autonomia e nella facilità di utilizzo. Il lavoro dei tecnici Tesla è riuscito a regalare a questa versione a doppio motore un’efficienza da primato, superata solo dalla RWD con motore singolo posteriore.
In un percorso cittadino ed extraurbano, sono riuscito a totalizzare un consumo di 85 Wh/km, traducibili in 11,5 km/kWh o 8,5 kWh/100 km, un risultato da urlo contando la presenza dei due motori e di prestazioni così rapide. Nei miei 1.000 km di utilizzo, la Model 3 Long Range ha totalizzato una media di 9/10 km/kWh, ovvero 10-11 kWh/100 km, per un’autonomia reale superiore ai 550 km. L’autonomia dichiarata di 629 km nel ciclo misto WLTP non è così impossibile da ottenere, soprattutto guidando in maniera tranquilla e con il powertrain in modalità Soft, rendendo l’ansia da autonomia un vero e proprio ricordo. Rispetto alla vendutissima Model Y, più spaziosa e più appetibile per via della carrozzeria da SUV, la Model 3 è molto più efficiente, ottenendo percorrenze da prima della classe.
Il merito di questa assenza di ansia d’autonomia è da attribuire all’ottima rete di ricarica dei Tesla Supercharger, con ricariche velocissime (la Model 3 può arrivare a 250 kW in corrente continua), rapide da attivare attraverso l’app Tesla sul proprio cellulare o tramite il sistema di infotainment e una rapidità di accettazione, attivazione e pagamento ancora sconosciuta ai rivali. La nuova Model 3 Long Range è quindi rapida, piacevole da guidare, silenziosa ed efficiente: è l’auto perfetta senza difetti?
Purtroppo, anche la nuova Highland non è perfetta, e ha alcuni limiti anche piuttosto sorprendenti. Se dall’esperienza di vita con l’elettrica americana mi ha dato ottime conferme di un progetto molto riuscito e meritatamente di successo, ho trovato alcune lacune che proprio non pensavo di trovare, come l’Autopilot. Definito spesso come un “riferimento”, l’ho trovato spesso poco preciso nella guida in autostrada, non sempre sveglio nel trovare la soluzione migliore e, soprattutto, poco adatto alle strade italiane.
Molto meglio utilizzare il classico Cruise Control Adattivo, lui invece più preciso in accoppiata con il mantenitore attivo di corsia, mentre fuori dall’autostrada l’Autopilot mostra qualche incertezza di troppo. In alcune statali, infatti, ha letto cartelli di stop che decine di altre auto con sistemi di guida autonoma simili non hanno visto, portando a sorprendenti e pericolose frenate d’emergenza. Sono sicuro che sia un problema software, ma al momento questo problema mi ha portato a disattivare l’Autopilot nelle strade extraurbane.
I comandi touch che sostituiscono i devioluci e, in generale, il sistema operativo Tesla non sono poi sempre troppo intuitivi, costringendo spesso a pensare bene alle operazioni da fare e, per l’utilizzo più completo del sistema multimediale, di fare affidamento all’Autopilot per evitare di perdere troppo l’attenzione dalla strada. Nei lunghi viaggi, comunque, il sistema è molto valido, con tanti modi di intrattenere i passeggeri, dall’implementazione di app per la musica come Spotify o l’introduzione di funzioni divertenti come il Car-a-oke, che fanno il paio con un ottimo sistema Hi-Fi. Il più grande limite che ho riscontrato nel mio utilizzo della Model 3 è l’assenza dei classici sensori di parcheggio.
Può sembrare una piccolezza, ma Tesla ha abbandonato i classici sensori, sostituendoli con il suo sistema di telecamere a 360, o quasi, gradi. Qui troviamo infatti il primo limite: la telecamera anteriore non è posizionata sul paraurti come tante altre auto, bensì sulla sommità del parabrezza, rendendo molto complicato per il sistema vedere gli oggetti immediatamente sotto il muso. Per questo, anche a causa del disegno del frontale diventa davvero complicato vedere i piccoli oggetti davanti, ma la situazione è molto particolare anche dietro. Bisogna infatti fare affidamento alla retrocamera, in quanto il sistema che richiama il funzionamento dei sensori è poco preciso, impedendo quindi di farci affidamento. Per una berlina a tre volumi da oltre 4,70 metri, l’assenza dei sensori può essere una vera difficoltà.
La Tesla Model 3 Highland è ancora la migliore elettrica sul mercato? Probabilmente si, anche se non è perfetta come spesso si sente dire. Per la nuova generazione della berlina americana, partita da un’ottima base di partenza, ha fatto un ulteriore salto di qualità grazie all’affinamento continuo del progetto. La nuova Long Range AWD è efficiente, veloce e molto silenziosa, e grazie al peso relativamente ridotto per essere un’elettrica, si guida bene senza rinunciare al comfort. Con la sua autonomia reale di 550 km, la Long Range AWD è la versione più equilibrata sul mercato, offrendo un’autonomia che riduce considerevolmente l’ansia da autonomia.
L’eccezionale ecosistema di ricarica Tesla Supercharger, poi, rende facilissimo utilizzare un’auto elettrica, rendendo il passaggio quasi indolore rispetto alle auto termiche (se si vive, ovviamente, un una zona densa di Supercharger). Peccato, però, che con il restyling l’auto sia diventata un po’ più complicata da usare a causa dei comandi quasi interamente touch, e l’addio ai sensori di parcheggio tradizionali rende molto più complicata la guida nello stretto e i parcheggi.
La sorpresa è stata scoprire dei limiti del sistema Autopilot e la guida autonoma avanzata: sorprendentemente, non è il sistema più raffinato sul mercato, con diverse rivali che fanno meglio. Può avere senso risparmiare qualche migliaio di euro per avere una guida autonoma di Livello 2 già molto buona (il Cruise Control Adattivo è ben fatto e preciso), e portarsi a casa una berlina da oltre 550 km di autonomia, uno 0-100 km/h in 4,5 secondi e tantissima tecnologia a poco più di 50.000 euro. Questo listino la rende vantaggiosa non solo tra le auto elettriche, ma in termini assoluti: questo, unito all’efficienza e alla qualità assoluta dei Tesla Supercharger, non fa che rendere la Tesla Model 3 Highland, in particolare la Long Range AWD, l’auto elettrica migliore sul mercato.
Pro
Contro
Negli ultimi anni, la domanda di aggiornamenti per auto di generazioni precedenti è cresciuta significativamente.…
Il Regno Unito conferma lo stop alla vendita di auto a benzina e Diesel entro il 2030, con…
La Kia EV9 GT rappresenta l'allestimento più sportivo del SUV coreano a 7 posti, che…
In un panorama di grande incertezza per il futuro dell’auto, le case automobilistiche stanno sempre…
Il nuovo Codice della Strada 2024, in vigore fra qualche settimana (serve la pubblicazione in…
La FIAT Grande Panda potrebbe arrivare sul mercato solo nel 2025 a causa di problemi software, ma…