Assoutenti ha lanciato una denuncia che fa scalpore. Oggetto di tutto è il prezzo della benzina, con la verde che tocca il prezzo di 2,5 euro al litro. Prezzi che portano a un rincaro di ben 5 euro nel caso in cui si faccia il pieno al servito. Cifre importanti e che si ripercuotono esclusivamente sugli automobilisti, i quali devono fare i conti con i rincari che si palesano con gli ultimi prezzi al pubblico comunicati dai gestori al Mimit e pubblicati sul sito del ministero. Scopriamo meglio il caro carburanti come incide sulle tasche degli automobilisti italiani.
Si ripresenta, purtroppo, il caro carburanti con la benzina che in modalità servito ha già sfondato il tetto di 2,5 euro al litro in alcuni distributori italiani. Ad aggravare il tutto è il fatto che tali prezzi non vengono esercitati sulle autostrade, dove i carburanti sono notoriamente erogati a prezzi più elevati, ma sulla rete ordinaria. Seppur i casi siano ancora pochi per il momento, l’aumento del costo del carburante è comunque generalizzato e in appena 6 settimane il prezzo medio nazionale della verde è rincarato del +5,3%, il Diesel del +6,3% e un pieno costa 5 euro in più dall’inizio dell’anno. Cifre preoccupanti, se solo si pensa che dal primo gennaio 2024 siano passati meno di due mesi. A denunciare la questione rincari è stata Assoutenti, che ha analizzato gli ultimi prezzi al pubblico comunicati dai gestori al Mimit e pubblicati sul sito del ministero. Insomma, si sta ripresentando la stessa situazione che prima dell’estate 2023 spinse il governo Meloni a intervenire con il tanto contestato decreto sui cartelli per il prezzo medio dei carburanti. Gabriele Melluso, presidente di Assoutenti, ha detto:
“In poche settimane i listini dei carburanti sono aumentati sensibilmente, al punto che oggi un pieno di benzina costa quasi 5 euro in più rispetto all’inizio dell’anno, mentre per un pieno di gasolio si spendono 5,5 euro in più. In appena 6 settimane il prezzo medio nazionale della verde è rincarato del +5,3%, il diesel del +6,3%, e al di là dei casi limite dove i listini superano i 2,5 euro al litro, il rischio concreto è che la nuova ondata di rialzi alla pompa determini una spirale inflattiva attraverso un incremento dei prezzi al dettaglio dei beni che viaggiano su gomma e che rappresentano l’88% della merce venduta in Italia”.
Un distributore ubicato a Taranto eroga la benzina a 2,537 euro al litro, mentre il gasolio 2,447 euro/litro. Anche in provincia di Benevento la benzina al servito ha superato i 2,5 euro al litro, e viene venduta a 2,522 euro, mentre il prezzo più alto tra quelli rilevati spetta ad un distributore della provincia di Palermo che, in base all’ultimo dato fermo però al 15 febbraio, vendeva un litro di verde a 2,565 euro, 2,495 euro/litro il Diesel. Altri casi simili in alcuni distributori siti nelle province di Bergamo, Milano e Cuneo, dove la benzina, sempre al servito, supera i 2,4 euro, e viene venduta a prezzi compresi tra 2,404 e 2,420 euro/litro. Sulla rete autostradale, alla data del 16 febbraio, la benzina più cara è quella venduta sulla A21 nei pressi di Piacenza: 2,499 euro al litro. Sulla A12 Sestri Levate-Livorno la verde raggiunge 2,429 euro al litro, 2,419 euro al litro sulla A55, 2,405 euro/litro sulla Diramazione A8/A26 e sulla A4 Milano-Brescia.
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