L’auto a metano rappresenta da quasi un secolo un’alternativa economica e pulita. Il suo impianto infatti è diretto da una centralina elettronica che alterna iniezioni di benzina a erogazioni dosate di metano. Quindi la benzina entra in gioco se il metano finisce ma soprattutto avvia e lubrifica il motore freddo, che poi si alimenta solo con gas naturale.
È così che le emissioni di CO2, particolato e altri composti nocivi si riducono significativamente. Però gli aumenti del prezzo del metano al chilo e la svolta zero emissioni prevista nel 2035 mettono in discussione non solo il metano ma l’intera filiera.
Vediamo quanto sono aumentati i prezzi e perché. Poi daremo un’occhiata al futuro.
Il metano è il componente principale del gas naturale, che viene estratto nel sottosuolo.
Il GPL invece è una miscela di gas derivati dalla raffinazione del petrolio.
Secondo i dati quindi l’auto a metano conviene maggiormente a chi percorre molti chilometri ogni anno, nonostante la rete di distribuzione sia meno capillare di quella del GPL. Al contrario, il GPL è conveniente per chi percorre brevi distanti e nonostante la scelta ecologica desidera un’automobile più performante.
Tuttavia, i recenti rincari discutono la convenienza dell’auto a metano adesso e per tutto il 2022. Gli aumenti toccano gli altri carburanti, i trasporti e i settori coinvolti.
Un mese fa il prezzo del metano era arrivato a 2 euro al chilo, oggi oscilla da 1,75 euro a 1,80 euro al chilo. L’aumento grave e improvviso del costo è dovuto ai danni al sistema produttivo causati dalla pandemia e dalle attuali instabilità geopolitiche.
Questi fattori influiscono negativamente sui trasporti e a cascata su altri settori.
La Federmetano, oltre a chiarire le dinamiche in un webinar, chiede al Governo l’applicazione dell’IVA agevolata al 5% all’uso autotrazione.
Così si cerca di limitare i danni e di tenere alta la fiducia degli investitori e dell’utenza nel metano, in attesa di ritornare a condizioni migliori nel giro di un anno.
Tuttavia, guardando al 2035, si aprono prospettive diverse.
Le auto a metano per come le conosciamo sono destinate a sparire dal mercato prima o poi, e lo stesso vale per le auto a benzina, diesel e GPL. Ma il tutto avverrà gradualmente, via adeguamenti, e la fine delle tecnologie a gas per auto è ancora lontana.
Infatti, il biometano (prodotto da scarti invece di essere estratto dal sottosuolo) potrà alimentare veicoli che non sono ancora pronti per l’elettrico.
Un’altra possibilità è applicare le tecnologie del metano all’idrogeno, che già ricopre un ruolo sempre più importante nell’ambito industriale e nella produzione di energia elettrica.
Alla fine del mese si saprà se una parte dei fondi destinati al settore auto andrà a finanziare la ricerca in questo senso o l’edificazione o rivalutazione di impianti produttivi.
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