Need For Speed doveva essere un titolo definitivo, il miglior capitolo dell’intera serie e infatti dopo la lunghissima serie di capitoli più (Most Wanted e Rivals) o meno (Undercover, The Run, World) riusciti, l’ultima release riesce comunque a stupire.
La storia del gioco è ormai cosa nota: N4S, per gli addetti ai lavori, racconta di uno sconosciuto che gara dopo gara diventerà il pilota più famoso nella scena di Ventura Bay, una versione fittizia di Los Angeles. Al suo fianco ci saranno cinque personaggi, tre uomini e due donne, che corrispondono a cinque “anime” del gioco. Se le nostre performance saranno abbastanza impressionanti attireremo la loro attenzione, potremo sfidarli e trasformarci nelle nuove leggende. La narrazione è affidata a spezzoni di filmato, doppiati non troppo bene in italiano, che inframezzano le gare e ci raccontano la nostra scalata al successo.
Cinque è il numero magico di Need for Speed, questo perché gli sviluppatori hanno individuato cinque aspetti fondamentali che da sempre caratterizzano il gioco: velocità, stile, tuning, crew e fuorilegge. E saranno proprio queste componenti a influenzare la reputazione del nostro personaggio, ovvero il suo livello. Aumentando la reputazione potremo infatti sbloccare parti migliori per la nostra auto e affrontare le sfide più difficili del gioco. Accumulare punti è facilissimo e facendo queste o altre cose assieme, si attiveranno dei moltiplicatori che renderanno tutto ancora più semplice. Nel corso del gioco si potrà conoscere Magnus Walker, correre fianco a fianco con Ken Block, o di elaborare motori con Nakai San, tutti guru delle corse e delle elaborazioni.
La scelta dell’auto ricade è tra oltre 50 modelli che variano da vecchi rottami come la Volvo 242 del 1975 o la Golf prima serie, passando per le sportive giapponesi da sempre parte integranti della saga (Honda NSX, Subaru Impreza, Mitsubishi Lancer, Mazda RX-7), fino ad arrivare alle più moderne supercar come la Porsche 911 GT3 o la Lamborghini Huracan LP610-4 (da noi provata dal vero) o a veri e propri mezzi leggendari.
Il problema, già emerso sulle serie precedenti è che persino un rottame di Volvo del ’74, può raggiungere il picco massimo di potenza una volta sbloccati tutti i contenuti. Questo vuol dire che, fondamentalmente, potremmo usare una sola auto per tutto il gioco senza che ci sia mai la spinta a cambiarla. Molto arcade…
Il paesaggio è poco variegato e poco vasto: dal tramonto all’alba dopo un po’ appare tutto uguale. Certo, ci sono zone più collinari e quartieri cittadini, ci sono larghe autostrade e stretti tornanti, ma dopo poche ore di gioco l’ambientazione smette di stupire.
Per concludere come posizioniamo Need for Speed? Il gioco è inizialmente fin troppo semplice, quasi monotono, ma verso la fine il livello della sfida si alza e le cose si fanno interessanti. Inoltre, nel 2015 è davvero bizzarro ricorrere a un’intelligenza artificiale costretta a barare (curve oltre il limite della fisica e polizia dall’inteligenza artificiale ridotta). Ma in fin dei conti questo reboot è senza dubbio molto bello da vedere, la narrazione è interessante e di spessore.
Se cercate un gioco di guida con il massimo del realismo e la spettacolarità delle ambientazioni forse vi conviene virare su altri fronti. Qui premiano il ritorno del tuning spinto e alle performance dei mezzi. Inoltre fornisce un’esperienza basata su un’autentica cultura per le auto e su un alto livello del dettaglio.
Need for Speed è disponibile su Origin per PC (da primavera 2016), PlayStation4 e Xbox One il Sistema di intrattenimento tutto in uno di Microsoft.
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