Prove su strada

Mitsubishi Eclipse Cross | Prova su strada

Tempo di lettura: 7 minuti

La Mitsubishi Eclipse Cross, sul mercato dall’inizio dell’anno, è la grande novità all’interno della gamma dei tre diamanti.  Novità per due semplici motivi: innanzitutto il richiamo di una sigla storica per il marchio, la Eclipse; ve la ricordate? Nata nel 1989, era la coupè sportiva del Marchio nipponico e sparì dalla scena nel 2011, dopo quattro generazioni accompagnate da alterne fortune ma indissolubilmente rimaste scolpite nella memoria degli appassionati come sinonimo di sportività.

L’altro semplice motivo è che mai un SUV Coupè si era visto tra le fila dell’offensiva Mitsubishi e l’idea è nata sia per una questione di mode sia per differenziare la Eclipse Cross dal crossover ASX, con il quale mantiene però un certo family feeling e dimensioni simili.

Per giocare all’attacco, quindi, Mitsubishi ha preso ciò che di buono offriva l’ASX, ovvero la piattaforma con i suoi 2,67 metri di passo e la base stilistica, tirando fuori un SUV Coupè con le canoniche dimensioni del segmento (4,41 metri di lunghezza) che si fa notare per il suo look ricercato e sportiveggiante, come ogni coupè, anche se rialzata, sa essere.

Nella nostra prova su strada abbiamo avuto modo di guidare la versione 4WD a trazione integrale dotata del motore 1.5 turbo benzina da 163 CV (l’unico disponibile, per il momento: il 2.2 Diesel arriverà a fine anno, sull’ibrido tutto tace) nell’allestimento Diamond, il più ricco in gamma. Scopriamo insieme i pregi e i difetti della Sport Utility giapponese nella nostra prova su strada.

La ricetta SUV Coupè funziona

Prendere un buon prodotto e migliorarlo. Non un compito sempre facile ma in Mitsubishi sanno come rimboccarsi le maniche. La base di partenza, ovvero la piattaforma della ASX, costituiva di per sé un’ottima base, il resto del lavoro è stato quello di creare da un foglio bianco quello che il cliente di oggi desidera, ovvero un SUV, possibilmente modaiolo, ancor più possibilmente dal taglio sportiveggiante che non fa mai male.

Ecco allora che gli indizi portano dritti verso le forme di una coupè, seppur alta da terra, con un forte richiamo all’offroad e ai tanti dettagli che la rendono praticamente unica nel segmento. A partire dal frontale dove, forse, c’è la parte più accattivante di tutta la vettura, ovvero i gruppi ottici separati con luci a LED dal taglio elegante distinte rispetto ai fendinebbia e agli indicatori di direzione, posti più in basso, il tutto raccordato dal boomerang cromato di stampo ASX ma sempre molto d’effetto.

Se la linea laterale, con la cintura alta, le sue tante nervature e le possenti ruote da 18” di serie, va analizzata una volta saliti dentro la vettura, poi capirete perché, dietro la Mitsubishi Eclipse Cross riesce ad essere accattivante con un gruppo ottico posteriore, non ho usato il singolare per sbaglio, formato dalle due luci classiche ai lati che si “arrampicano” lungo il montante e dall’elemento che va a unirle, molto caratteristico ma solo da fuori, poiché da dentro non sarà facile costruire con quest’ultimo un rapporto di amore, essendo un ostacolo alla visibilità posteriore. A conferire poi il classico aspetto da vettura alta ci pensa poi l’ampio paraurti questo sì più SUV che coupè.

Saliti a bordo la seduta è piuttosto alta ed è qui che si capisce che di coupè è rimasta appunto la forma, e basta. La linea del tetto scende sì ma sapientemente dopo la linea del divanetto posteriore (in sostanza a essere molto inclinato è solo il lunotto) non rappresentando un ostacolo per i passeggeri più alti che anzi siedono comodi e possono inoltre usufruire dei sedili scorrevoli in senso longitudinale di venti centimetri. Piccola l’apertura del tettuccio panoramico, diviso in due parti, presente una presa a 12v per ricaricare lo smartphone.

L’abitacolo si presenta con materiali di buona qualità e non manca la tecnologia Mirror Screen, manca invece il navigatore

Niente navigatore per la Eclipse Cross, neanche in optional. Tenete sempre pronto il cavetto per attaccare il vostro smartphone alla presa USB (ce ne sono due sotto il climatizzatore): Apple CarPlay e Android Auto sono di serie fin dall’allestimento di ingresso e vanno quindi a sostituire il classico sistema di navigazione.

Mi ha convinto, invece, il touchpad con il quale si può navigare nei menu del touchscreen da 7” che svetta sulla plancia, incorniciato da una plastica di colore nero lucido che non ho amato particolarmente. Il touchpad è una sorta di mouse: con un dito si trascina il cursore, con due si alza e abbassa il volume o, a seconda del senso di scorrimento, si cambiano le stazioni radio. Davvero intelligente e un ottimo modo per non distrarsi a cercare gli appositi comandi.

Non male il volante che sulla versione Diamond da noi provata si “accompagna” alle due palette piuttosto lunghe poste solidali al piantone che sono di serie su questa versione così come il cambio automatico CVT a 8 rapporti. Seppur sportiveggianti, fanno molta scena e possono tornare utili se si vogliono sfruttare a pieno i 163 CV del motore benzina. Dietro la corona, trova spazio il quadro strumenti metà analogico metà digitale con il pratico schermino LCD da 4,2” ricco di informazioni tutte a portata di vista. Ho poi trovato molto comodo il tastino sul volante che attiva la retrocamera a piacimento, questo a velocità molto bassa di manovra. Provandolo in autostrada, compare sul touchscreen la vista laterale della vettura dall’alto.

Discreto, per il segmento, il bagagliaio (capacità 355 litri, 378 litri spostando avanti i sedili di 20 centimetri, 1.112 quando quest’ultimi vengono completamente abbattuti) dove, sulla destra, trova spazio la cassa del subwoofer, elemento che toglie qualche centimetro al vano ma nulla di cui disperarsi.

In conclusione, buona è la qualità dei materiali nel complesso così come le sedute, l’auto è tecnologica e te lo fa capire appena ti siedi. Sarà anche bella da guidare?

Alla guida della Mitsubishi Eclipse Cross 1.5 turbo 163 CV: concreta tuttofare

Il frontale è la parte che ricorda di più l’ASX: non manca infatti il boomerang cromato che incornicia i gruppi ottici

Partiamo da quel punto dolente i cui effetti si presentano soprattutto in città. Vero che c’è il famoso tastino sul volante che attiva la telecamera ma quell’elemento estetico di raccordo alla fanaleria posteriore, visto da dentro, inizialmente può creare qualche grattacapo in manovra. Questione di abitudine.

L’auto si guida comunque molto bene anche tra i tombini, non è rigida e sospensioni e ammortizzatori assorbono bene asperità e buche, ma presentano un certo qual rollio a velocità più sostenute, complice, senza dubbio, il baricentro alto. La seduta alta è sempre piacevole su qualsiasi SUV e la Mitsubishi Eclipse Cross non fa eccezione. Usciti dalla città proviamo a mettere un po’ alla frusta il 1.5 benzina accoppiato al CVT a otto rapporti. Diciamo subito che non è un motore che mette al primo posto la sportività, pur risultando piuttosto elastico.

L’accelerazione 0-100 km/h avviene in 9,8 secondi (10,3 per le sole due ruote motrici) e la coppia di 250 Nm si avverte soprattutto sotto i 2.000 giri. Il CVT, pur sottolineando quello che è il suo DNA, ovvero un cambio docile che soffre quando gli chiedete troppo, risulta ora più intelligente nel trovare la marcia giusta andando così a simulare un sequenziale, mentre il classico effetto scooterone sopraggiunge solo spingendo a fondo sul pedale. Non tirate il collo a questo motore, preferisce fare le cose con una discreta calma per dare il meglio di sè.

Ottimo il sistema S-AWC (attivabile dall’apposito pulsante posto a lato del cambio) che utilizza la frenata per distribuire la coppia alle ruote e monitora la trazione su ognuna di esse costantemente, adattando la frenata di cui sopra tramite il giunto nel differenziale. In funzione delle condizioni stradali, tre sono le modalità di guida: Auto, Snow e Gravel, perché con la trazione integrale approcciare un leggero off-road diventa un gioco da ragazzi anche sulla Mitsubishi Eclipse Cross (e di off-road la Casa nipponica ha pieni i libri di storia…).

Niente guida sopra le righe per questa Eclipse Cross, a tradire forse un po’ il nome che porta, ma sempre in grado di conferire stabilità e senso di sicurezza a chi si mette al volante. Sicurezza particolarmente curata, specie in questa versione Diamond molto ricca di sistemi di assistenza alla guida: già la versione Invite ha di serie la frenata automatica d’emergenza per fare un esempio, mentre la Diamond ha praticamente tutto, compreso l’Adaptive Cruise Control, il Lane Departure Warning e la commutazione dei fari abbaglianti oltre a molti altri sistemi che vi consiglio di scoprire sul sito ufficiale di Mitsubishi Italia.

Il lato B è quello più ricercato della Eclipse Cross, con l’elemento orizzontale che permette di unire le forme della coupè a quella del classico SUV

Consumi nella media della categoria, del peso, e della cavalleria e della presenza della trazione integrale. A fine test il display LCD segnava una media di 13 km/l contro un dato dichiarato di 7 l/100 km (circa 14 km/l) che consentono un’autonomia complessiva di circa 750 km. Le quattro ruote motrici, seppur utili a muovere i quasi 1.600 kg della vettura,  incidono appunto su questo dato, ecco perché continuo a pensare che un motore elettrico su uno dei due assi o su entrambi avrebbe fatto decisamente il suo dovere su questa vettura e in Mitsubishi non c’è dubbio che provvederanno  nel futuro prossimo.

Prezzi e concorrenti

La Mitsubishi Eclipse Cross è arrivata sul mercato italiano con una interessante promozione valida ancora oggi, il Fuel Bonus, che permette di risparmiare sull’acquisto del motore a benzina con il rimborso della differenza di prezzo tra i due carburanti per due anni. Da listino, invece, il modello viene proposto in cinque allestimenti (Invite, Insport, Intense, Instyle e Diamond) a partire da 24.950 euro.

32.450 euro per la Diamond a due ruote motrici, mentre per le quattro ruote motrici si parte dai 28.450 della Invite per arrivare alla soglia massima di 36.750 euro della Diamond, da noi provata. Come abbiamo detto in apertura, per tutte le versioni l’unica scelta porta verso il motore a benzina quattro cilindri da 163 CV e 250 Nm di coppia.

La Mitsubishi Eclipse Cross deve vedersela con le concorrenti tra i C-SUV, una su tutte la sua rivale per eccellenza, che più della protagonista di questa prova ha però il sistema ibrido, grande mancanza di questo modello. Stiamo parlando della Toyota C-HR (qui la prova della ibrida, qui la prova della versione benzina 1.2) paragonabile in termini di prezzo se parliamo della versione ibrida da 136 CV. Tra le sue concorrenti possiamo poi annoverare le regine del segmento, ovvero Nissan Qashqai, Volkswagen Tiguan e la nuova arrivata Honda CR-V.

Sono disponibili le palette dietro il volante per cambiare gli 8 rapporti dell’automatico CVT

Come per tutti i modelli Mitsubishi è sempre valida la garanzia a cinque anni o 100.000 km. Basteranno queste armi per attrare un pubblico, non facilissimo, come quello italiano? Cavarsela con una sola motorizzazione in gamma non è mai semplice, attendiamo ibrido e diesel (fine 2018) e poi riparliamone.

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Tommaso Corona

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Tommaso Corona

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