Questa volta vogliamo raccontarvi di un’icona anni 2000 che ancor’oggi risulta essere tra le vetture della casa torinese più facili da trovare per strada. Stiamo parlando della FIAT Stilo. Per molti, infatti, la FIAT Stilo risulta essere ancora oggi un’automobile dotata sicuramente di alcuni pregi, tra cui il suo essere discreta, che non si merita ne una menzione d’onore, ne una debacle, semplicemente una vettura che va amata ed apprezzata per ciò che è, ovvero un’utilitaria comoda e poco appariscente.
In realtà questa utilitaria voleva essere la compatta in grado di battere la Volkswagen Golf, ma fu un vero e proprio disastro per la Casa torinese, poiché con la FIAT Stilo vennero persi oltre 2 miliardi di euro. Dove stava il buco nero? Il problema della FIAT Stilo non era a livello costruttivo o d’efficienza, dato che compresi i motori, quando sorse il problema in un campo dove tutte le tedesche risultavano essere una spanna sopra, ovvero la tecnologia.
Era il 2001 quando FIAT decise di lanciare una nuova vettura come la Stilo che puntava a battere la Volkswagen Golf MK4, uscita nel 1997, sul piano della tecnologia e della qualità. La FIAT Stilo risultava essere disponibile in tre carrozzerie: la 3 Porte, la 5 Porte e la Multiwagon. Su tutte quante furono lanciate delle tecnologie all’avanguardia, parliamo di optional che oggi si danno per scontato ma che vent’anni fa non erano così diffuse. Qualche esempio?Il Cruise Control con radar, i sensori di parcheggio, il navigatore con schermo a cristalli liquidi, il tetto apribile con scorrimetno a listelli in cristallo, numerosi controlli eleetronici e perfino un quadro strumenti con uno schermo digitale al suo interno.
Da non dimenticare la versione Abarth, dotata di un 2.4 5 cilindri da 170 CV, ddi cui si ricorda il suo famoso cambio Selespeed, un manuale automatizzato. Questa versione non solo viene ricordata come la Stilo Abarth, bensì è “rimasta” la dedica a Michael Schumacher. Insieme a queste tecnologie, la FIAT Stilo offriva uno spazio ampio per tuttio gli occupanti e per i loro oggetti. inoltre anche l’occhio vuole la sua aprte, per qeusto la plancia venne rivestita di plastica morbida, come andava di moda negli anni 2000, caratteristiche offerte solo dalle vetture di alta gamma come l’Audi A3 di pari periodo.
Come spesso accade tutta la bellezza ha un prezzo, e queste tecnologie ebbero numerosi problemi. Da un lato queste soluzioni per quanto avveniristiche contribuirono all’aumento del peso, peggiorando di conseguenza guidabilità e consumi. L’altro grande problema risultò essere l’affidabilità, motivo per il quale la Casa torinese, non senza rimpianti, decise di puntare su un restyling molto più “povero” di contenuti che debuttò nel 2005. Basta infatti guardare una brochure dell’epoca per capire come siano spariti sia il cruise sia il famoso tetto in cristallo.
Di conseguenza, per la seconda parte della sua carriera dal 2005 al 2010, la FIAT Stilo venne venduta in allestimenti rimaneggiati per puntare a un pubblico più ampio. Inoltre, ultimo, ma non ultimo, lo stile rigido e quasi tedesco risultò essere poco capito fuori dall’Italia dove il marchio torinese viene ancora oggi percepito per linee decisamente più morbide.
Oltretutto al momento degli studi di fattibilità, FIAT aveva programmato di vendere 200.000 Stilo all’anno, per rientrare degli altissimi costi di sviluppo. Alla fine ne vennero prodotte solo 790.000 in 9 anni. A causa degli enormi costi di progettazione la Stilo risulta essere ancor’oggi l’auto più costosa mai sviluppata da FIAT.
Facendo un rapido calcolo la Casa torinese perse per ogni FIAT Stilo venduta 2.410 euro: in totale, la Stilo pesò sulle casse di FIAT per la bellezza di 2.100.000.000 di euro. A causa dell’enorme flop economico causato dalla Stilo, la FIAT rischiò la bancarotta e anche per questo motivo iniziò la gestione Marchionne che ci ha portato ai giorni nostri.
Un modello, la FIAT Stilo, che ha lasciato il segno, purtroppo per i motivi sbagliati.
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