Nella splendida cornice del Museo Nazionale dell’Auto di Torino, precisamente nella Sala 150, è stato presentato nella giornata di ieri da Prisca Taruffi in persona il suo libro “Doppietta e punta tacco”. Dopo l’introduzione del Direttore del MAUTO, Mariella Mengozzi, Prisca Taruffi ha raccontato il suo libro con l’aiuto dei due storici giornalisti e amici Gian Dell’Erba e Gian Paolo Ormezzano.
Prisca Taruffi, campionessa italiana e vice campionessa europea rally, si racconta nel suo libro attraverso gli aspetti più avventurosi della sua vita sportiva. Figlia d’arte, Prisca, ha ereditato la passione per la velocità dal padre, l’ingegner Piero Taruffi, indimenticato pilota, progettista e recordman degli anni Trenta e Cinquanta.
Una passione, quella per i motori, da sempre contrastata, in maniera apprensiva, dai genitori. Quasi per caso un inesorabile destino legherà per tutta la vita l’autrice alla figura del padre. Questa è la storia di una donna pilota dal carattere indipendente e ribelle che sì è dovuta fare largo in un mondo prettamente maschile come quello dell’automobilismo.
Una vita costellata di aneddoti, anche intimi, che vanno oltre i racconti legati alla professione: dalla promessa che il padre fece a Donna Isabella, madre dell’autrice, prima dell’ultima leggendaria Mille Miglia vinta nel 1957, al debutto automobilistico sul circuito di Vallelunga contro il volere del padre. E ancora, gli incidenti in gara – sia in circuito, sia nei rally – gli imprevisti e le esperienze nel mondo dei Rally Raid africani (come il Rally dei Faraoni e il Rally delle Gazzelle, una gara di orienteering tutta al femminile).
Il libro di Prisca Taruffi non è solo una biografia, ma un ampio sguardo alla professione di donna pilota, impreziosito dagli incontri con colleghe amiche e rivali del mondo delle corse. A impreziosire ulteriormente questo interessante libro, ci hanno pensato la prefazione di Carlo Cavicchi, storico Direttore di Autosprint e poi Quattroruote e l’introduzione di Antonella Clerici, giornalista e conduttrice televisiva, amica stretta di Prisca Taruffi.
Antonella Clerici: “Sono felice di aver letto la storia di Prisca e della sua famiglia attraverso il filo conduttore dell’uomo che lei ha amato di più: suo padre.”
Carlo Cavicchi: “Prisca ha sbalordito tutti noi che siamo vissuti a pane e automobili. Sarà l’acqua, sarà l’aria, ma chiamarsi Taruffi vuol dire qualità.“
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