Presto detto: è in esposizione per promuovere la collaborazione tra lo scalo aeroportuale e il MAUTO, il Museo Nazionale dell’Automobile. Ma facciamo un passo indietro. Museo dell’Auto e Torino Airport propongono un’iniziativa che vuole mostrare la storia dell’auto italiana (torinese) e della tecnologia. Di fatto la storia dell’automobilismo è stata influenzata in maniera notevole ed irreversibile dagli studi sull’aviazione, due mondi su due piani diversi che si uniscono nella meraviglia della tecnica.
Presso l’area partenze dell’aeroporto di Torino dal 12 maggio saranno visibili due vetture appartenenti alla collezione del MAUTO: una Lancia Delta Integrale Evoluzione e una Diatto 30. Il nome della “mostra” è “La Storia Vista Attraverso un Parabrezza”.
Ma perché sono state scelte una Diatto del 1925 e un Deltone del 1991? Come accennato stiamo parlando di tecnologia, non solo di auto e aviazione e, in quegli anni, sono stati inventati la televisione e il world wide web, due creazioni che hanno cambiato il mondo per sempre.
Le due eccellenze torinesi sono solo due delle 200 auto appartenenti al MAUTO, mausoleo in cui si attraversa la storia dell’auto italiana contestualizzandola proprio negli avvenimenti che hanno segnato il XX secolo.
La Diatto 30 rappresentava negli anni ’20 l’auto sportiva di lusso made in Italy grazie a 500 gare internazionali vinte in meno di 20 anni. Tra vetture da corsa e vetture da tutti i giorni, la casa torinese produceva circa 250 auto all’anno ed era nata dall’officina di Guglielmo Diatto, la quale produceva componenti per le ferrovie distribuiti in tutta Europa. La seconda generazione di indutriali, nel 1905, iniziò a produrre automobili e, in meno di sei anni, divenne uno dei principali gruppi industriali del Regno d’Italia, tanto che i Savoia avevano ben cinque Diatto.
La Diatto 30 (proposta con un’elegante carrozzeria torpedo) monta un 2.0 da 54 CV in grado di raggiungere i 115 km/h grazie alla sua leggerezza (pesa 850 kg). La storia del marchio finì nel 1955, passando gli ultimi anni a produrre solamente componenti di motori, ma non prima di permettere a Alfieri Maserati di fare un po’ di gavetta. Il resto è storia.
Il Deltone non ha bisogno di molte presentazioni. E’ l’icona delle auto da rally italiane per eccellenza e, dal 1979 al 1993, fu uno dei modelli di punta prodotti da Lancia tanto che venne riproposto in altre due serie, che però non sono minimamente paragonabili in termini di successo e meccanica.
Tra i trofei vinti sono da ricordare il premio di “Auto dell’Anno 1980” e sei mondiali rally consecutivi (dal 1987 al 1992), fu la prima a infrangere questo record. Il modello proposto in mostra è una Evoluzione, prodotta dal 1991 al 1993, è famosa anche per la livrea Martini con cui corse nelle competizioni, vinte grazie alle migliorie e agli accorgimenti meccanici a sospensioni, sterzo e freni. Il motore dell’esemplare HF visibile all’aeroporto di Torino, ovviamente con la citata livrea da corsa, è il 2.0 quattro cilindri 16 V turbo da 205 CV.
Autore: Nicola Accatino
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