Prove su strada

Citroen C4 Cactus Rip Curl | Prova su strada

Tempo di lettura: 6 minuti

I designer hanno fatto molto per dare alla C4 Cactus un aspetto originale, provocatorio, quasi esasperato. Coerentemente con la propria vocazione avanguardista, la Casa del Double Chevron ha deciso di rivoluzionare il concetto di “urban crossover”. Può piacere o meno, ma la C4 Cactus è una di quelle vetture che non lascia indifferenti e la versione C4 Cactus Rip Curl ancora di più.

Lo scorso anno la Cactus per rimanere, è proprio il caso di dirlo, sulla cresta dell’onda, ha proseguito lo sviluppo della gamma presentando in anteprima una serie speciale nata dalla collaborazione tra Citroën e Rip Curl, uno tra i brand più importanti al mondo per il surf. I due marchi condividono l’amore per l’avventura (che Rip Curl chiama “The Search”: la ricerca dell’onda perfetta), che spinge chi li sceglie a mettersi in strada ed in gioco, sempre e dovunque.

Design: stravagante e unica, insomma fuori dalle righe

La C4 Cactus Rip Curl può contare su un design unico, che abbina funzionalità ed estetica. Sposa modernità e dinamismo, facendo riferimento al mondo del surf. Si distingue a livello visivo grazie a dettagli esclusivi all‘esterno e all’ interno. Il look specifico comprende il bianco dei retrovisori, delle barre del tetto e dell’adesivo lucido che accosta motivi geometrici al logo Rip Curl e firma verticalmente il parafango anteriore. Una grafica che richiama in maniera inequivocabile l’universo del surf. L’Airbump, elemento grafico e funzionale che conferisce a C4 Cactus una personalità ben definita proteggendo la carrozzeria, è proposto di serie in tinta Black e come optional in altri colori che permettono di personalizzare il veicolo a piacimento.

La silhouette è quella di una berlina compatta grazie ad una lunghezza di 4,16 m, una larghezza di 1,73 m e un’altezza di soli 1,48 m. Inoltre, le quattro ruote sono posizionate ai quattro angoli del corpo vettura in modo da garantire un buon passo (2,60 m) e sbalzi ridotti.

L’abitacolo si colora con dettagli Pulp Orange, tinta che trasmette energia e dinamismo, le cinture di sicurezza che contrastano con il rivestimento interno dei sedili, disponibili in tessuto Grey o in misto Pelle/Tessuto Black come optional. Il cruscotto composto da un posto di guida minimal, ma connesso, con pochi comandi fisici, il Touch Pad 7’’ ed un vano portaoggetti Top Box, con cinghie in pelle tipiche delle borse da viaggio. Tale soluzione se da un lato ha permesso di ricavare ulteriore spazio a bordo ha però costretto a posizionare l’airbag passeggero al di sopra dell’aletta parasole (priva per questo motivo anche dello specchietto di cortesia). L’intento dei progettisti francesi era quello di creare maggior spazio a bordo con una buona dose di comodità e possiamo confermare che ci sono riusciti molto bene.

La qualità degli accoppiamenti interni è buona e riprende la qualità vista all’esterno. Le plastiche però non sono di primissima scelta, ma ricordano molto le soluzioni originali adottate sulle ultimissime utilitarie. I sedili sono molto comodi ed avvolgenti il giusto. Piacevoli anche le maniglie delle portiere, ispirate anch’esse alle valige da viaggio. L’omologazione prevede 5 posti a bordo, ma l’abitabilità è molto buona per sole 4 persone. Il bagagliaio infine offre un volume di carico di 358 litri che può arrivare fino a 1170 litri, con un piano di carico decisamente piatto.

Una volta all’interno non si può non fare caso alla completa assenza di pulsanti e comandi, come anche sulla nuova C3 da noi provata. Questo risultato è stato ottenuto adottando un’interfaccia 100% digitale associata all’ottimizzazione dell’architettura del posto di guida. Sia la strumentazione principale, che il sistema info-telematico si basano su 2 pannelli a cristalli liquidi, quello centrale è un 7 pollici touchscreen, che mandano in pensione lancette, manopole e bottoni, mancano però il contagiri e il termometro dell’acqua.

Tante soluzioni, infatti, sono al risparmio. Iniziamo dall’assenza della bocchetta d’aerazione alla destra del passeggero, sostituita da una centrale di dimensioni maggiorate. I vetri posteriori si aprono solo a compasso, come le vecchie utilitarie. Mancano le maniglie di appiglio sul padiglione e manca la regolazione in profondità del volante. Piccoli dettagli che se da un lato aiutano a contenere i costi e ridurre il peso, dall’altro lasciano l’amaro in bocca per una cura nei dettagli che sarebbe potuta essere maggiore.

Alla guida del BlueHDi 100: spinge il giusto e consuma pochissimo

La versione oggetto del nostro test è il diesel di piccola cilindrata millesei. Questo propulsore accomuna una spinta onesta dei 100cv a 3.750rpm, a consumi veramente ottimi. L’economico propulsore ci ha sorpreso per le sue doti di elasticità date dalla coppia di 254 Nm a 1.750giri, ma soprattutto per i consumi contenuti registrati durante la nostra prova.

Sui percorsi cittadini ed in mezzo al traffico siamo riusciti ad ottenere un consumo di circa 15 Km/l, anche senza Start and Stop (non disponibile per il  nostro allestimento). Spostandoci nell’extraurbano la Cactus ha fatto registrare oltre 20 Km/l di media. In autostrada, ad una velocità di crociera di 130 Km/h, la Crossover francese ha permesso di percorrere circa 16.5 Km/l, che per una capacità serbatoio di 50 litri, significano oltre 800km di autonomia. Tali dati sono ottenuti da una consistente riduzione del peso, circa 200 Kg in meno rispetto alla corrispettiva C4 (peso a vuoto rilevato di appena 1160 Kg), e grazie ad alcune scelte a livello progettuale. Conclude il reparto powertrain un cambio manuale a 5 velocità (non sei) dai rapporti piuttosto lunghi e fluidi, con una frizione leggera, ma non inconsistente.

L’assetto è turistico, senza per questo rivelarsi eccessivamente morbido, merito anche dei cerchi da 17 pollici presenti sulla versione da noi provata. Le asperità, gli avvallamenti ed i dossi vengono bene assorbiti, garantendo un confort a bordo eccellente. Molto bene lo sterzo, seppur poco adatto alla guida brillante, rimane pronto, progressivo ed estremamente morbido portando grande beneficio durante le manovre di parcheggio. Messa alla prova, l’originale crossover francese si muove con disinvoltura nel traffico cittadino, ma si comporta bene anche fuori dal centro abitato regalando una guida fluida e rilassata. Provando a forzare l’andatura si nota che il propulsore non è adatto ad un ritmo incalzante, complice il cambio dalla rapportatura abbastanza lunga, votato al contenimento dei consumi. Il comportamento è tendenzialmente sottosterzante ed i controlli elettronici son molto solerti nel frenare ogni entusiasmoLa Cactus è estremamente maneggevole: un’auto che si lascia guidare in modo semplice e intuitivo sin dal primo momento. con un buon raggio di sterzata. La visibilità dal lunotto posteriore è piuttosto ridotta, ma fortunatamente è dotata di telecamera posteriore e parcheggio assistito (optional). In autostrada si viaggia bene, con un buon allungo, ma i fruscii son elevati.

C4 Cactus Rip Curl: per “surfare” fino alla spiaggia

La C4 Cactus Rip Curl propone di serie il sistema Grip Control, con pneumatici specifici Mud & Snow adatti ai fondi più difficili (Goodyear Vector 4Seasons 205/50 R17). Utilizza un sistema antislittamento evoluto, integrato nel calcolatore ESP, che ottimizza la motricità delle ruote anteriori e prevede varie modalità di adattamento al fondo stradale.
Standard per le condizioni stradali abituali, con pattinamento ridotto.
Sabbia: per arrivare il più vicino possibile ai luoghi mitici del surf. Consente un pattinamento simultaneo delle due ruote motrici anteriori, per avanzare meglio su un fondo non compatto limitando i rischi d’insabbiamento.
Fuoristrada: per spostarsi facilmente su terreni scivolosi (fango, erba bagnata, terra). Funziona come un differenziale a slittamento limitato, permettendo al veicolo di muoversi in condizioni particolari, trasferendo il massimo di coppia possibile sulla ruota che offre l’aderenza maggiore.
Neve: adatta istantaneamente il pattinamento di ogni ruota motrice alle condizioni di aderenza incontrate, per spostarsi in tutta serenità e sicurezza sulla neve.
ESP off: permette di disattivare l’ESP solo sotto i 50 km/h.

Sul crossover francese la sicurezza attiva e passiva non viene mai meno, ma, visto anche l’essenzialità della vettura, i più moderni sistemi di assistenza alla guida non son disponibili. Abbiamo solo un mantenimento in corsia e un cruise control passivo, oltre la chiamata automatica di emergenza. Ci saremmo aspettati di più: magari una frenata automatica cittadina. Le stelle EuroNcap sono invece 4 su 5.

Prezzo e concorrenti

La C4 Catus parte da 16.000 euro , con il tre cilindri benzina 75cv in allestimento base Live. La vettura da noi provata in allestimento speciale C4 Cactus Rip Curl 100 BlueHDi si posiziona a 22.500 euro, ma con Pack Park Assist (sensori, telecamera e parcheggio automatico), tetto in vetro, Citroen Connect Box arriviamo a ventiquattromila euro.

La C4 Cactus Rip Curl è basata sul livello Shine e riprende i principali equipaggiamenti di serie come sensori di parcheggio posteriori, climatizzatore automatico, accensione automatica dei fari, sensore pioggia, sistema di navigazione, regolatore e limitatore velocità, vetri posteriori oscurati. Il prezzo della Cactus è quindi competitivo, meno in questa edizione speciale. Rispetto alle altre della categoria, offre un look anticonformista, ma alcune soluzioni sono molto cheap. In definitiva la C4 Cactus Rip Curl è un’auto di forte carattere, va presa così com’è senza compromessi, o si ama o si detesta.

Essendo un perfetto mix tra una crossover e una segmento C dalle linee “atipiche”, la C4 Cactus Rip Curl concorre con diversi modelli. Tralasciando tutte le classiche compatte, vediamo una più diretta rivalità con auto dalle stesse linee come la più grande Fiat 500L (da noi provata), la Renault Captur, la Kia Soul e la Peugeot 2008.

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Mauro Giacometti

Classe 88. Automotive Engineering. Mi piace la musica, ma… non quella bella, principalmente quella di cattivo gusto e che va di moda per poche settimane. Amo sciare, ma non di fondo: non voglio fare fatica. La mia auto ideale? Leggera, una via di mezzo tra una Clio Rs e una Lotus Elise. Ma turbo! Darei una gamba per possedere una “vecchia gloria” Integrale.

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Mauro Giacometti

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