C’è una novità che potrebbe rappresentare una soluzione assicurata per un problema del quale si discute da anni: il rinnovamento del parco auto circolante in Italia, tra i più vecchi in Europa. Per incentivare il cambio dell’auto, già a giugno il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda parlò di bollo auto progressivo, calcolato sulla base dell’inquinamento prodotto dal veicolo.
La proposta, al vaglio della Commissione Ambiente del Senato, è stata riproposta al ritorno dalle vacanze dalla senatrice P.D. Laura Puppato la quale ha rivelato all’agenzia Adnkronos che le valutazioni economiche devono essere fatte tenendo conto della sostenibilità e della giustizia ambientale e non solo sul Pil, poichè, seguendo la Legge di Bilancio 2017 e i relativi indicatori del Benessere Equo e Sostenibile, sarebbe giusto far pagare di più a chi possiede un’auto che inquina di più.
Cosa cambierebbe con il bollo auto progressivo?
L’importo da pagare verrebbe calcolato sulla base della famosa classificazione “Euro” alla quale ogni veicolo circolante in Unione Europea non può sfuggire, e non più sulla base della potenza del motore, come avviene oggi giorno. Sarebbe una sorta di rivoluzione, atta ad incentivare il cambio dell’auto sfruttando per altro i numerosi ecoincentivi promossi dalle case e a sensi sensibilizzare i cittadini sul tema della sostenibilità ambientale.
Chi pagherà meno?
Da una prima valutazione verranno penalizzate tutte le auto equivalenti o inferiori a Euro 3, poco meno della metà delle auto circolanti (44%) secondo i dati in possesso del Ministro Calenda.
I proprietari delle auto immatricolate tra il 2003 e il 2006, ovvero le Euro 3, andrebbero quindi a pagare un bollo auto progressivo decisamente oneroso e, posti di fronte a questo ostacolo, potrebbero decidere di acquistare un’auto più nuova e meno inquinante. Tutto questo a pochi mesi dalle politiche 2018: sarà una carta da giocarsi per le prossime elezioni? Staremo a vedere.