In questo inizio 2024 sentiamo tanto parlare di crisi dell’auto elettriche, che hanno chiuso al 4% di quota di mercato in un 2023 con ben altre prospettiva, e dei relativi incentivi auto 2024 che dovrebbero assicurare fino a un massimo di 13.750 euro per chi rottama un’auto vecchia (fino a Euro 2) e ha un ISEE sotto i 30.000 euro. Un azzardo per molti, non considerando che chi guida abitualmente un’auto con almeno vent’anni non per forza è pronto a cambiare la sua auto responsabile in minima parte del parco circolante più vecchio d’Europa con un’auto che va ricaricata e gestita diversamente dal classico appuntamento dal benzinaio.
Per questo motivo carVertical si è interessata a capire se nuovi e più sostanziosi incentivi possono davvero trainare le vendite delle auto elettriche in Italia o i problemi di una crescita attesa ma inconsistente sono da ricercarsi altrove. In una prospettiva a lungo termine, infatti, l’Italia è già molto indietro alla media europea. I dati pubblicati solo qualche ora fa relativi al mercato Europa 2023 confermano che l’elettrico già occupa il terzo posto tra le alimentazioni, con un sorpasso già definito storico sul Diesel.
Secondo carVertical, quanto più l’accordo è vantaggioso, tanto minore è il numero di soggetti beneficiari. Matas Buzelis, responsabile della comunicazione di carVertical, afferma che un budget annuo di 930 milioni di euro per abbassare i prezzi delle auto elettriche fino a 13.750 euro, potrebbe essere sufficiente solo per l’acquisto di meno di 67.636 auto. Pari solo al 4,3% della quota di mercato delle auto nuove in Italia, mentre in altre economie europee le vendite di veicoli elettrici sono più elevate (fino a oltre il 16%).
Alzare l’importo massimo dell’incentivo non sembrerebbe, quindi, la soluzione a tutti i mali. Al contrario, abbassare l’incentivo potrebbe funzionare meglio in termini di aumento della diffusione di veicoli BEV. Il governo ha completamente dimenticato le auto usate, e ancor più le auto elettriche usate che già si trovano sui portali specializzati e nelle stesse concessionarie. Perchè non incentivare anche loro con prezzi ancor più calmierati?
Le auto usate elettriche, complice un mercato con poca domanda, hanno prezzi già di per sé molto interessanti rispetto al prezzo del nuovo. Soprattutto se si considerano i costi di proprietà e di manutenzione. Tuttavia, c’è un risvolto negativo e molto complicato: si svalutano rapidamente, dato confermato dalle inserzioni con prezzi stracciati che non trovano interesse nel pubblico.
“L’acquisto di auto elettriche usate può destare l’interesse di molti automobilisti, poiché essendosi svalutate costano molto meno rispetto al nuovo e pertanto paiono offrire un ottimo rapporto qualità-prezzo. Tuttavia, questo vantaggio si perde al momento della vendita dell’auto nel giro di alcuni anni. Sembra che gli italiani non siano ancora pronti a passare ai veicoli elettrici” – afferma Matas Buzelis.
Secondo carVertical, un’auto elettrica di 5 anni in Italia ha perso in media circa il 46,1% del suo valore, mentre un’auto a benzina di 5 anni si è svalutata solo della metà, ossia il 23,6%. Il valore residuo di un’auto elettrica di 10 anni è solo del 33,8%, mentre per un veicolo medio a benzina è del 49,4%.
Le auto elettriche non sono ancora convenienti dal punto di vista economico, e questo è un aspetto fondamentale per chi deve decidere che auto acquistare. Mentre le città di maggiori dimensioni dispongono di una certa infrastruttura di ricarica, la realtà è meno rosea nel resto del territorio in tutto il mondo. Secondo Buzelis, questo problema è evidente nei quartieri residenziali, dove le persone vivono in condomini a più piani. Quartieri dove evidentemente abitano la maggior parte di chi potrebbe richiedere l’incentivo sfruttando il suo ISEE sotto i 30.000 euro.
“Trovare un parcheggio libero è spesso un’impresa ardua, figuriamoci un punto di ricarica per l’auto durante la notte. Quindi l’unico caso in cui un veicolo elettrico ha senso è se l’acquirente dispone di un terreno, un garage o un posto auto privato con un punto di ricarica (wallbox) per ricaricare l’auto durante la notte, oppure se può farlo nel parcheggio dell’ufficio. Le persone non vogliono affidarsi alle colonnine di ricarica pubbliche perché il loro prezzo è soggetto ad aumenti che azzerano la convenienza e impiegano troppo tempo per la ricarica, per non parlare della scarsa facilità d’uso di questi dispositivi rispetto al tradizionale rifornimento di carburante” – afferma l’esperto di carVertical.
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