Quante cose possono cambiare in poco più di 24 ore. Dopo le
rassicuranti parole di Louis Camilleri espresse ieri, anche
Ferrari si ferma per l'emerganza
Coronavirus, annunciando lo stop della produzione fino al 27 marzo. La motivazione, lo sappiamo tutti, è un'altra, ma quella ufficiale è la difficoltà di approvigionamento della fornitura di materiale.
Oltre ai rifornimenti, sicuramente un problema ma non il primo dei problemi, va cautelata la salute di tutti i dipendenti. Ferrari non ha fatto altro che seguire l'esempio sia di
FCA sia di
Lamborghini: la prima ha ridotto fortemente l'operatività dei suoi stabilimenti, la seconda ha sospeso a sua volta la produzione fino alla data sopra citata.
Si ferma anche la gestione sportiva, con buona parte del personale ancora a Melbourne o di ritorno (non è stato spiegato come, ma oggi, ad esempio, Antonio Giovinazzi, terzo pilota Ferrari, ha annunciato su Instagram di essere rientrato a Montecarlo).
Ferrari si ferma, ma non del tutto
Ove possibile, anche il cavallino sta adottando l'ormai noto smart working. Sempre Camilleri si è in un certo senso mangiato le parole, ringraziando comunque tutti i dipendenti e i fornitori dell'azienda più famosa d'Italia.
Questa la nota da lui rilasciata, sempre nell'ottica dell'ottimismo: “Ferrari ha a cuore naturalmente anche i propri clienti e i propri fan, e per loro ci faremo trovare pronti a una grande ripartenza”.