Alfa Romeo Carabo ospite d’onore della nuova boutique Larusmiani a Milano

Durante la Milano Design Week la città meneghina si anima, e celebra lo stile e il design in tutte le sue forme. Non può quindi mancare l’automobile, e Alfa Romeo in primis. La Casa del Biscione si è legata infatti con un altra storica firma milanese, Larusmiani, protagonista da oltre un secolo della moda della Madonnina. Per festeggiare l’apertura di una nuova boutique Larusmiani nel cosiddetto “MonteNapoleone District”, il Quadrilatero della Moda, che si snodano intorno alla celebre Via Montenapoleone, Alfa Romeo ha portato dal suo Museo Storico di Arese l’Alfa Romeo Carabo del 1968.

Alfa Romeo Carabo ospite di Larusmiani nella nuova boutique milanese

Larusmiani è del resto un brand legato al mondo dell’automobile. Diversi oggetti visti all’interno del nuovo atelier del brand meneghino di Via Verri, 10 hanno l’automobile come protagonista, e già nel più grande store dell’azienda di Via Monte Napoleone, 7 viene portato avanti da diversi anni il progetto “The Automotive Gallery”, un’esposizione permanente di automobili che ha visto alternarsi diverse auto da sogno. Un esempio? In onore del Gran Premio d’Italia 2019, Larusmiani aveva accolto nei suoi spazi l’Alfa Romeo Tipo 159 “Alfetta” del 1951, vincitrice di quel Campionato del Mondo Piloti con l’argentino Juan Manuel Fangio.

Non stupisce quindi che Larusmiani voglia continuare anche in questa nuova sede il legame che ha con il mondo dell’automobile. Allo stesso tempo, la connessione tra Larusmiani e Alfa Romeo va oltre il puro “amore platonico” tra auto e moda. L’uomo dietro il disegno della nuova boutique Larusmiani è infatti Benedetto Camerana, lo stesso architetto che nel 2015 è stato incaricato del rinnovamento del Museo Alfa Romeo di Arese. La presenza di una delle vetture più belle in esposizione al museo del Biscione come Alfa Romeo Carabo fa anche da trait-d’union che unisce Alfa Romeo e Larusmiani. Inserita nell’esposizione del Museo Storico Alfa Romeo di Arese, Alfa Romeo Carabo è però di proprietà di FCA Heritage, rappresentata ieri dal suo responsabile, Roberto Giolito.

Cos’è Alfa Romeo Carabo, la stella dell’apertura della boutique Larusmiani

Per suggellare l’unione tra due storici nome dello stile Made in Milan, a brillare nella nuova boutique Larusmiani è l’Alfa Romeo Carabo, uno dei più innovativi concept della storia del Biscione. Disegnata nel 1968 dalla matita del torinese Marcello Gandini e realizzata da Bertone, Alfa Romeo Carabo è basata sulla meccanica della bellissima Alfa Romeo 33 Stradale, con la quale condivide un’altezza inferiore al metro e la meccanica, dove spicca il 2.0 V8 posto centralmente.

Rispetto alla 33 Stradale, però, sulla Carabo spariscono completamente le linee tondeggianti. Tutto nella Carabo è squadrato e tagliente, dalle porte con apertura a forbice al profilo a cuneo. Guardando la Carabo, si scorgono ispirazioni per vetture che hanno fatto la storia dell’automobile, come Lancia Stratos (il prototipo Stratos Zero arrivò solo nel 1970) e la Lamborghini Countach, entrambe “firmate” proprio da Marcello Gandini.

Il nome Carabo prende ispirazione dal “Carabus auratus”, un coleottero dai colori metallici e brillanti. L’ispirazione a questo particolare animale si rivede nella colorazione della vettura. Carabo è infatti verniciata con un particolare verde luminescente, acceso da dettagli arancioni. Alfa Romeo Carabo si mostrò anche come manifesto delle tecnologie di verniciatura innovative usate all’epoca da Alfa Romeo, per un’attenzione ai colori che ritroviamo anche nei prodotti Larusmiani.

“Sono certo che la presenza della nostra avveniristica Carabo susciterà grande stupore tra coloro che prenderanno parte alla Design Week a Milano.”, ha dichiarato Raffaele Russo, Managing Director di Alfa Romeo Italia. “Sono altrettanto sicuro che un oggetto di tale valore stilistico rappresenti di per sé un invito, per tutti gli amanti del Made in Italy, a visitare l’affascinante Museo Alfa Romeo di Arese, dove sono conservate vetture straordinarie che hanno scritto pagine indelebili della storia dell’automobile”.