Il flop elettrico del Gruppo Volkswagen impone misure decisive per la svolta tanto attesa: ecco allora siglata la joint venture con la startup statunitense di auto elettriche…Rivian. Sede a Palo Alto (California), famosa per essere il quartier generale di Apple. Ci possono guadagnare entrambi. I tedeschi accedono alle tecnologie e ai software della società Usa, riducendo i costi di sviluppo di nuove architetture e soluzioni informatiche. Gli americani si vedono arrivare tonnellate di dollari freschi, preziosi per la sopravvivenza, visto i recenti bilanci disastrati.
Quanti miliardi ballano
Il costruttore tedesco impegna fino al 2027 a investire nella joint venture 5,8 miliardi di dollari (ossia 5,46 miliardi di euro): ha già piazzato un miliardo per sottoscrivere un prestito convertibile, più 1,3 miliardi per acquistare proprietà intellettuali e metà dell’associazione temporanea di imprese. Gli ulteriori 3,5 miliardi saranno investiti in azioni, bond e altri strumenti di debito, ma a una condizione: occorre raggiungere obiettivi precisi. Un complicatissimo e articolatissimo accordo a tappe: di volta in volta, se il target viene centrato, si prosegue. Una sorta di strategia verticale. Per usare una metafora sportiva, è il salto in alto: se si raggiungono i due metri e 45 cm, allora si investe per toccare i due metri e mezzo, e così via.
Rivian R2 in arrivo
Fra le auto più attese, il SUV Rivian R2 nella prima metà del 2026, per poi lanciare i primi modelli del Gruppo Volkswagen nel 2027. È una scommessa, quella del CEO germanico Oliver Blume, in piena crisi, coi sindacati sul piede di guerra: si teme la chiusura di almeno tre stabilimenti in terra tedesca (più quello Audi di Bruxelles). Mentre per l’azienda fondata da RJ Scaringe si tratta di ossigeno puro in vista di battaglie impegnative contro Tesla e cinesi.
Autore: Mr. Limone