Quella delle visite di autorità istituzionali, ospiti importanti o degli stessi alti dirigenti aziendali all’interno degli stabilimenti automobilistici, fu una pratica molto diffusa almeno fino agli anni Settanta; gli obiettivi di tali visite erano molteplici, ma principalmente a sfondo politico.
Accadeva anche, in rare occasioni appositamente organizzate, che gli stabilimenti fossero aperti alla visita di gruppi ristretti di persone, ad esempio familiari e parenti degli stessi operai impiegati in fabbrica. Ma come accogliere tali visitatori specialmente quando sono alte personalità, mostrandosi accoglienti e perfettamente organizzati? Con le “visitors car”, ovvero automobili derivate dalla serie appositamente modificate internamente o “carrozzate” all’esterno dalle grandi firme della carrozzeria italiana.
Per l’occasione veniva ovviamente selezionata come “base” una vettura di propria produzione, che poteva essere o di alto livello o semplicemente più adatta allo scopo: per esempio una berlina di rappresentanza nel primo caso o un veicolo che, debitamente rivisto, poteva ospitare un buon numero di persone. In base alla personalità cambiava la vettura, ma pur nella diversità erano tutte accomunate dal rendere piacevole e completa la visita dello stabilimento, ponendosi come una vera e propria esperienza.
In particolare l’industria italiana dell’automobile dagli anni Cinquanta ai Settanta costruì alcuni dei più interessanti e riusciti esempi di visitors car, ingegnosi e gradevoli veicoli che nel loro piccolo hanno costruito il mito della grande carrozzeria italiana.
Dalla Spagna all’Italia con due berline d’eccezione
Il 13 novembre del 1953 venne prodotta la prima automobile del marchio SEAT (Sociedad Española de Automóviles de Turismo, ovvero Società spagnola di automobili da turismo), fondato sotto la spinta del governo spagnolo che intendeva motorizzare il Paese con un proprio marchio. Nel farlo trovò nella Fiat un ottimo partner, che in licenza mise a disposizione la sua berlina di rappresentanza Fiat 1400 che divenne Seat 1400.
Per permettere la visita alle autorità del nuovo stabilimento spagnolo di Zona Franca (vicino Barcellona), nel 1956 venne costruita la Seat 1400 Visitas: l’automobile non aveva padiglione e portiere in modo da rendere agevole la visita ma conquistava altri due posti (totali sette) raggiungibili mediante comoda scaletta nel bagagliaio qui completamente rivisitato. Presenti anche diversi mancorrenti e maniglie in tubolare metallico.
Dipinta di un blu istituzionale e spinta dal motore quattro cilindri benzina da 1,4 litri e 44 CV, venne costruita internamente in due esemplari tuttora esistenti; uno dei due è stato completamente restaurato dal dipartimento Seat Historicos nel 2005.
Altra berlina di pregio utilizzata per simile finalità fu l’Alfa Romeo Giulia Super “Torpedo” realizzata dalla Carrozzeria Colli nel 1966 in due esemplari (uno dei due è ancora oggi esistente e perfettamente restaurato). Come per la Seat 1400 Visitas anche qui vennero rimossi padiglione (sostituito da un tendalino rimovibile) e portiere, ma mantenendo il bagagliaio. Il montante centrale è stato tagliato, e riconfigurato come mancorrente in tubolare metallico con innestati i braccioli a corredo degli ampi sedili anteriori. Sotto il cofano il quattro cilindri 1,6 litri da 98 CV.
Venne utilizzata dal Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat in visita nello stabilimento di Arese ma non si sa se l’esemplare rimasto, e oggi conservato al Museo Alfa Romeo sia stato quello effettivamente utilizzato.
Interpretazioni “tutto spazio”
Nel 1975 Bertone presenta al Salone del Veicolo Industriale di Torino un nuovissimo minibus basato su meccanica Fiat 850T Idroconvert disegnato da Marcello Gandini. Il veicolo chiamato Fiat 850 Visitors Bus venne costruito espressamente con il compito di trasportare i visitatori negli stabilimenti Fiat, e previsto in totali 4 esemplari. In questo caso si può parlare di una riprogettazione totale e specifica, secondo precisi criteri progettuali: dimensioni contenute, spazio massimizzato, comfort di utilizzo e ampie superfici vetrate.
La squadratura del disegno garantiva ampia luminosità e spazio interno per 6 passeggeri (2+2+2), caratterizzato da una fascia metallica che corre tutt’intorno al veicolo e sul montante B fungendo da solida struttura e proteggendo al contempo dai piccoli urti. Inoltre aiuta ad abbassare esteticamente la linea di cintura, effetto ottenuto mediante anche la sapiente applicazione di due tinte carrozzeria. Gli interni, studiati per offrire il massimo comfort, sono funzionali e realizzati in pelle ai quali si accede singolarmente da ben 6 portiere, mentre al posteriore trova posto il quattro cilindri da 843 cc e 45 CV.
Il veicolo esiste ancora in almeno tre dei quattro esemplari conosciuti, oggi completamente restaurati. Da segnalare anche la versione realizzata dalla OSI in unico esemplare già nel 1968 sempre su base Fiat 850T, e che condivide non solo l’impostazione generale con 6 posti e relative porte ma anche la combinazione cromatica. A completare questo breve quadro un’altro protagonista, il Lancia Super Jolly Visitors Bus del 1963 conservato presso FCA Heritage Hub e che, svestito di padiglione, portiere anteriori ma con l’aggiunta di un ingresso laterale passeggeri sul fianco destro, permise la visita degli stabilimenti Lancia di Borgo San Paolo.
Autore: Federico Signorelli