Biocarburanti: fronte del sì dalle case giapponesi
Tempo di lettura: 2 minuti Biocarburanti, anche Mazda si unisce a Toyota, Suzuki e Subaru nello sviluppo e produzione di bioetanolo. Questo lavoro di ricerca […] Leggi di più
Come altre case costruttrici del Sol Levante, anche la Mazda non deve le sue origini alla costruzione di veicoli. Viene fondata nel 1920 ad Hiroshima come Toyo Cork Kogyo Co Ltd, ma inizia a costruire auto nel 1960.
Il primo modello è la R360. Era una piccolissima coupé a due porte e due posti, con motore bicilindrico a V posteriore raffreddato ad aria di 356 cm³ di cilindrata ed una potenza di 16 hp (12 kW); raggiungeva la velocità massima di 84 km/h.
Due anni più tardi, verrà proposta a 4 posti e decappottabile con il nome di P360.
A metà degli anni 60, la Mazda sviluppa e sfrutta nelle sue vetture il motore Wankel, un motore che a differenza di uno tradizionale , ha il pistone che ruota intorno ad un asse producendo all’interno del cilindro, tre camere di combustione riuscendo ad essere più leggero e a sviluppare più potenza rispetto ad uno classico.
La prima vettura a montare questo tipo di motore, fu nel 1967 la Cosmo Sports 110S,
Alla fine degli anni sessanta, Mazda inizia ad esportare in Canada e negli Stati Uniti. Qualche anno dopo però, a causa della crisi energetica, gli americani devono lasciare i motori rotativi delle Mazda in quanto sì più performanti, ma dai consumi troppo elevati.
La casa nipponica si ritrovò così nel 1975, sull’orlo del lastrico, ma grazie all’intervento di alcune banche giapponesi e alla produzione della Mazda Familia ( che montava il più tradizionale motore a pistoni), riuscì a risollevarsi.
La lezione fu presto imparata, Mazda continuò a montare sui successivi modelli i motori tradizionali e riservò i motori rotativi, alle vetture con impronta sportiva.
L’azienda si riprese ma con fatica, cosicché nel 79 ebbe un’importante iniezione di liquidi da parte della Ford; inizia così una collaborazione reciproca di tecnologie e design che porterà entrambe le case ad avere buoni profitti grazie alla vendita di veicoli condivisi in Asia e negli Stati Uniti.
Alla fine degli anni 80, Mazda produce quella che diverrà la roadster più venduta nel mondo, la MX-5, una convertibile, a due posti sportiva e leggera.
Ma la crisi finanziaria giapponese non dà tregua e la Ford, che immette ancora capitale raggiungendo così il 33,4% delle quote, ne seguirà una amministrazione americana.
Agli inizi del nuovo millennio, Mazda presenta una gamma tutta nuova, le cui punte di diamante sono la Mazda 6 e la RX-8 ( che monterà un innovativo motore rotativo).
Tra il 2009 e il 2014, Ford inizia gradualmente a disinvestire sulla casa nipponica lasciando così la Mazda ad una gestione autonoma.
Nel 2017 viene stipulato un accordo con Toyota dando vita ad una collaborazione che permetterà ad entrambe le case, di poter fronteggiare il cambiamento verso la guida autonoma e le elettrificate.
Per il 2022, sono in arrivo il CX-60 e il CX-80 due Suv da 5 e 7 posti. Entrambi elettrificati nelle versioni benzina e diesel mild-hybrid e con l’ibrido plug-in benzina; l’elettrico crossover Mazda MX-30 ( con una batteria più grande per aumentare la precedente ridotta autonomia).
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