Automobili Amos presenta la Lancia Delta Futurista: torna a galla il mito italiano
Tempo di lettura: 2 minuti Un grande ritorno dal passato? Nì. A vederla così sembrerebbe che in Lancia, o meglio in quel che rimane, abbiano […] Leggi di più
Vincenzo Lancia a inizio ‘900 è già noto come abile pilota, infatti porta la Fiat alla vittoria nelle prime competizioni locali. Nel 1906, insieme a Claudio Fogolin, fonda la sua casa.
Il primo modello è la Lancia 12 HP del 1907, denominata poi Alfa in seguito al suggerimento del fratello che rimarrà negli anni: chiamare le auto con le lettere dell’alfabeto greco. Dal 1908 al 1914, nonostante diverse difficoltà pratiche e la vigilia della Prima Guerra Mondiale, seguono la Dialfa 18/24 HP, la Beta 15/20HP, la Gamma 20HP, la Delta 20/30HP, la Didelta sportiva, la Epsilon (sempre 20/30 HP), la Eta 35/50 HP, la Zeta 12/15HP e la Theta 25/35 HP. Nel frattempo la casa si distingue in diverse competizioni europee e si dedica alla costruzione di autocarri.
Dopo la guerra Fogolin se ne va e Vincenzo Lancia deve assicurarsi di vendere in grandi quantità per adibire le fabbriche e tutelare la manodopera. Nel 1919 esce la Kappa alla quale seguiranno la sportiva Dikappa e la Trikappa, che riusciranno a tenere in piedi la casa. Ma la macchina che la rilancia sarà la Lambda, che dal ‘23 al ‘31 uscirà in nove versioni, rivoluzionaria per la scocca portante che finora non era mai stata concepita da nessuno. Successivamente escono l’Artena, l’Astura, l’Ardea, e Lancia si espande in Italia e all’estero con attività soprattutto in Francia, dove esordisco l’Augusta e l’Aprilia nel 1936.
Un anno dopo muore Vincenzo Lancia.
La casa passò al figlio Gianni (ingegnere) nel 1947. Il battesimo della nuova dirigenza è l’Aurelia, alla quale seguiranno l’Appia e una sfilza di successi nella Formula 1.
Nel ‘58 Lancia passa a Pesenti. Fino al ‘70 escono la Flavia, la Fulvia e la Flaminia, poi Lancia entra nel Gruppo FIAT. Fiat rielabora derivazioni di modelli storici fino alla Gamma del ‘76, auto che riporta Lancia nel mercato di lusso. Tuttavia rimane nella dimensione sportiva con la Stratos e la Beta Montecarlo Turbo, e nell’ambito di auto più commercializzabili con la Delta. In virtù dello slancio la casa sforna negli anni ‘80 la Thema e la Dedra, assicurandosi un periodo fortunato.
Nel decennio successivo invece la Lancia soffre un calo pesante delle vendite e minori successi: la nuova versione della Delta e la K non reggono il confronto col passato e non sono adeguate al presente. Tuttavia Lancia riesce ad accordarsi col Gruppo PSA per produrre la Lancia Z e a vendere bene con la Lancia Y, city car prodotta dal ‘95 al 2003. Nel 2000, sebbene le difficoltà economiche della FIAT non permettano una decisa risalita del marchio Lancia, escono la Lybra, la Phedra e la Thesis. Poi finalmente la casa si riprende per bene con la seconda generazione della Ypsilon, con la vendutissima Musa e con la nuova generazione della Delta.
In seguito all’accordo FIAT Chrysler del 2009 Lancia si integra con Chrysler. Nasce la seconda generazione della Thema, la Voyage, la Flavia cabrio, e la Nuova Y a cinque porte. Ciò nonostante, il marchio Lancia declina a partire dal 2014.
Dal 2021 fa parte del Gruppo Stellantis ed è un marchio premium come Alfa Romeo e DS.
A oggi Lancia propone diverse versioni della diffusissima Y.
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