Citroen al Giro-E 2024: confermata la presenza del Double Chevron alla Corsa Rosa
Tempo di lettura: 2 minuti Citroen si riconferma parte attiva del Giro d’Italia 2024, partito sabato 4 maggio da Venaria Reale (TO) e lo fa […] Leggi di più
Vive la France ma, grazie agli italiani!
Sì, perché l’italiano Flaminio Bertoni, fu l’artefice del successo della casa automobilistica francese Citroen.
Bertoni, che era anche uno scultore, disegnò molte delle vetture che fecero la storia della Citroen, tra queste, la Traction Avant, la 2CV, la DS e la Ami 6.
Della Traction Avant, presentò addirittura, per la prima volta nella storia dell’automobile, un progetto tridimensionale della vettura, grazie alle sue doti di scultore.
Ma facciamo un passo indietro, in fondo sono qui per raccontarvi un po’ la storia della Citroen e delle origini del suo nome!
La famiglia aveva origini olandesi e il nonno di André, che commerciava in frutta esotica, non aveva un cognome. La Francia di Napoleone istituì l’anagrafe e bisognava censire tutte le famiglie comprese quelle che abitavano nei governatorati francesi, tra i quali appunto, l’Olanda.Dovendo registrare oltre al nome anche un cognome, il nonno decise di chiamarsi “l’uomo dei limoni” Limoenmann.
Quando il figlio Barend, artigiano orafo e in seguito padre di Andre decise di sposarsi, per poterlo fare, dovette cambiare il cognome (il padre della sposa non voleva un genero con un cognome da fruttivendolo) scegliendo cosi Citroen, che in olandese significa limone!
Barend, dopo aver vissuto in Olanda e poi in Polonia, nel 1870 decise di stabilirsi definitivamente a Parigi proseguendo con il suo di commercio di pietre preziose rendendo il suo cognome più francese, Citroën.
André, ultimo di cinque figli, non era però troppo interessato all’attività del padre e all’inizio del 900, si laureò in ingegneria.
Recandosi in visita dalla sorella in Polonia, visitò insieme al cognato, alcune aziende meccaniche nei dintorni di Varsavia, scoprendone una che aveva introdotto un nuovo ingranaggio con i denti a cuspide, divenuto poi simbolo della futura casa automobilistica.
Acquistò il brevetto per svilupparlo su ampia scala e nel 1902 aprì la sua prima officina per la produzione di ingranaggi. Nel 1918, al termine della Prima Guerra, converti la produzione di granate in un laboratorio di automobili.
A marzo del 1919 usci dalla fabbrica la prima Citroen, la Type A.
All’avanguardia, la fabbrica francese nei primi anni 20, già forniva assistenza alla clientela, fornitura di pezzi di ricambio, assistenza guasti e perfino i primi finanziamenti per gli acquisti rateizzati.
Dopo la morte di André Citroen e poco prima della Seconda Guerra, l’azienda venne acquisita dalla Michelin.
Nell’ottobre del 1948 viene presentata al pubblico, in occasione del Salone di Parigi, la storica 2CV. Nata per affrontare le strade della Francia rurale con ogni tipo di carico, sarà fabbricata in differenti versioni, in più di 5 milioni di esemplari sino al luglio del 1990.
Sette anni più tardi, sempre al Salone dell’auto di Parigi, viene presentata l’innovativa e rivoluzionaria DS, con un design d’avanguardia, assistenza idraulica generalizzata e sospensioni idropneumatiche.
Un successo. Al termine del Salone, ne furono vendute circa 80mila.
Nel 64 muore Flaminio Bertoni, il creatore di molti successi Citroen.
Gli anni 70 sono all’insegna della joint venture tra Michelin e Peugeot per creare un grande polo automobilistico atto a contrastare le vendite delle altre concorrenti.
Nei 20 anni successivi, è una continua immissione sul mercato di vetture nuove, innovative, sicure e sempre più performanti.
In tempi più recenti, Citroen continua a tenere il mercato con le vetture della serie C, dove i modelli spaziano dalla piccola utilitaria C1 alla lussuosa berlina C6.
Oggi, in nome della sostenibilità ambientale, Citroen propone la Ami, una city car 100% elettrica, per un utilizzo smart e giovane (si può guidare dai 14 anni).
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