Aston Martin in F1: la mossa vincente di Lawrence Stroll
Tempo di lettura: < 1 minuto La notizia, pubblicata ufficialmente sul sito F1.com, spalanca le porte all’ingresso di Aston Martin in F1, a partire dal 2021. […] Leggi di più
A Londra, nel 1913, un meccanico e un pilota aprono una concessionaria che vende auto della Singer e che ha un’officina per offrire riparazioni. Nasce così la Bamford & Martin.
Un anno dopo adattano un motore Coventry Climax a un telaio Isotta Fraschini, casa automobilistica italiana nota per fare modelli extralusso. Da questo passo già si intravede la direzione che prenderà il marchio inglese. Il prototipo vince la cronoscalata Londra-Aston Clinton, una competizione a tempo su un percorso in salita. La vettura, in onore della vittoria, prende il nome di Aston Martin.
La Bamford & Martin così mette le basi del marchio, ma la sua costruzione deve aspettare. Scoppia la Prima Guerra Mondiale. Seguono una crisi e l’abbandono di Bamford. Nel 1926 Renwick e Bertelli si comprano la Bamford & Martin. Il nuovo nome è Aston Martin Limited.
Nei 12 anni di direzione tecnica dell’italiano Bertelli, l’Aston Martin Limited ottiene diversi successi sportivi e la fama di mettere in campo vetture veloci, solide, affidabili e, a partire dal ‘34, dipinte di rosso. Nel ‘36 inizia a mettere in commercio automobili stradali. Si arriva a 700, poi la produzione si ferma perché inizia la Seconda Guerra Mondiale. Ora tocca costruire per l’aeronautica della Corona.
Nel Dopoguerra l’azienda viene rilevata da David Brown, un imprenditore che mette la firma sui nuovi modelli fino al ‘72. Nel ‘59 e nel ‘60 l’Aston Martin partecipa alle competizioni di F1 con la DBR4 e DBR5. La DB5, gran turismo prodotta dal ‘63 al ‘65, è l’auto di James Bond in Goldfinger.
Il marchio passa di mano in mano fino all’86, anno in cui va a Ford. I numeri crescono, sia in termine di vendite che di varietà di prodotti immessi in strada. Nel frattempo l’Aston Martin continua a essere presente nel cinema, fattore che nel corso del tempo incide sulla stabilità della casa. A inizio 2000 infatti la Vanquish nel film Agente 007: La Morte Può Attendere attutisce una ricaduta degli anni ‘90.
Nel 2007 l’Aston Martin viene comprata da un gruppo di investitori rappresentati da David Richards con la promessa di riaffermare la casa automobilistica nelle competizioni sportive. Un anno dopo mostra i muscoli: presenta a Parigi la One-77, un’auto da record durante i test di performance, una produzione limitata a 77 pezzi per un prezzo che si aggira intorno a un milione di euro. L’ultimo esemplare viene comprato a 1.46 milioni di euro nel 2012.
Un’altro modello che coniuga il lusso alle prestazioni sportive è l’Aston Martin Valkyrie, una macchina sportiva ad alimentazione ibrida prodotta in collaborazione con la scuderia F1 Red Bull Racing.
Quindi L’Aston Martin è chiaramente una casa automobilistica che già dagli inizi propone vetture sportive di lusso, alte cilindrate, e prezzi che le rendono esclusive. Fa eccezione la Cygnet, prodotta dal 2011 al 2013: un’utilitaria a due posti sul modello della Toyota iQ, city car competitor di Smart.
Intanto L’Aston Martin rimane l’auto di 007: l’ultima è la Valhalla, presentata nel 2021.
Poi ritorna ufficialmente a costruire e mettere in pista vetture per il circuito F1. La scuderia nota dal 2019 al 2020 come Racing Point, cambia nome in Aston Martin F1 Team nel 2021.
Quell’anno ottiene la settima posizione, curiosamente con 77 punti.
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