La cura Tonale funziona: stop agli ammortizzatori sociali a Pomigliano
Tempo di lettura: < 1 minuto Uno stop agli ammortizzatori sociali a Pomigliano d’Arco è stato finalmente sancito. A rendere possibile il tutto sono le la […] Leggi di più
Nel 1910 un gruppo di imprenditori lombardi, L’Anonima Lombarda Fabbrica Automobili (ALFA), rileva lo stabilimento della Darracq, una casa francese, a Milano, in zona Portello. Subito l’Alfa sforna la 24 HP e comincia a crescere. Ma con l’arrivo della Prima Guerra Mondiale va in crisi. Così la Banca Italiana di Sconto compra l’Alfa e il direttore diventa Nicola Romeo, un ingegnere meccanico. L’Alfa allora si adatta temporaneamente alle necessità belliche: produce motori aeronautici e munizioni.
E nel ‘18 ritorna alle automobili. Ora si chiama Alfa Romeo.
Dopo due anni esce la prima auto commercializzata col nuovo nome, l’Alfa Romeo 20-30 HP, ma è un inizio difficile: le vendite sono scarse, c’è disorganizzazione sia all’interno della casa che da un punto di vista logistico e intanto la Banca Italiana di Sconto fallisce. Dunque la Banca d’Italia rileva l’Alfa Romeo. Nel 1925 ha luogo il primo campionato mondiale di automobilismo della storia: il Campionato Mondiale Costruttori, e a vincere è l’Alfa Romeo P2. Nel frattempo la casa, che rischia di chiudere per cause economiche, continua a specializzarsi e raffinarsi tecnologicamente. Promette di risalire. Ma poi arriva la crisi del ‘29 e lo stato italiano acquista l’Alfa Romeo per salvarla dal fallimento. Negli anni ‘30, con Vittorio Jano alla guida tecnica e Ugo Gobbato direttore generale, l’Alfa Romeo sforna la serie 6C 1500, l’8C 2300 e 2900, famose a livello mondiale. Fino al ‘45 produce motori aeronautici e autocarri. Orazio Satta Puliga sostituisce Jano e negli anni ‘50 arriva la 900, che rappresenta un cambiamento cruciale per l’Alfa Romeo: la casa del Biscione ora produce nelle sue fabbriche serie di auto destinate al grande mercato, quindi abbatte i costi precedenti.
Allora cresce e dà vita a un pezzo storico: L’Alfa Romeo Giulietta, la celebre fidanzata d’Italia.
Dopo tanti anni instabili arriva un periodo fortunato, con la produzione di pietre miliari del marchio ancora attuali e diffuse. Nel ‘60 arriva la Giulia, la sostituta della Giulietta, e successivamente esce in diverse serie tra cui GT e la sua versione alleggerita, l’Alfa Romeo GTA. Nel ‘65 esce la prima serie dell’Alfa Romeo Spider, famosa come Duetto, seguita da altre tre serie ancora oggi ricercate e acquistabili: attualmente la seconda, la quarta e la prima – la più costosa – sono particolarmente quotate; la terza è meno apprezzata per la sua estetica in favore dell’aerodinamica.
L’ascesa del Biscione prosegue fino alla metà del ‘70. Ora non produce vetture paragonabili, in termini di qualità e diffusione, a quelle precedenti. Vendite fallimentari, tentativi insufficienti di compensare attraverso la rielaborazione di modelli vecchi, e sovraccosti di produzione, portano un’altra crisi in casa. Così, nell’86, il gruppo FIAT compra Alfa Romeo.
Un anno dopo esce la 164, l’ultima auto prima della guida totale del marchio da parte di FIAT.
Nel ‘97 c’è il lancio della 155, che vince il premio di Auto dell’Anno nel 1998. Un’altra Auto dell’Anno è la 147, nel 2001, già Volante d’Oro nel 2000.
Nel 2010, 100 anni dopo la nascita del marchio, c’è il ritorno dell’Alfa Romeo Giulietta e nel 2015 dell’Alfa Romeo Giulia, in versione sportiva Quadrifoglio. Nel 2016 esce il primo SUV, la Stelvio.
La novità più recente è l’Alfa Romeo Tonale.
E così va avanti la storia del Biscione ultracentenario…
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