Dall’arrivo di Luca de Meo al timone del Gruppo Renault, nel luglio del 2020, il grande gruppo francese ha messo in piedi un piano per diventare uno dei grandi nomi del mondo dell’auto, la cosiddetta Renaulution. Dopo i primi due passi, la “Risurrezione” e il “Rinnovamento”, oggi la Losanga arriva alla terza fase, la Rivoluzione Renault.
Presentata durante il consueto Renault Capital Market Day, la Rivoluzione di Renault porta con sé una vera e propria metamorfosi. L’obiettivo? Cambiare totalmente il proprio modello di business, in modo da affrontare al meglio le sfide sempre più complesse che si presenteranno al mondo dell’auto. La Rivoluzione Renault porta infatti alla nascita di due nuovi Brand all’interno del Gruppo, Ampére e Power. Il primo è dedicato alla produzione di veicoli elettrici, venduti con il marchio Renault, il cui primo modello è l’apprezzata Renault Mégane E-Tech. Il secondo, Power, porterà avanti la produzione di powertrain termici ed ibridi. Proprio oggi, del resto, è stato annunciato l’accordo tra Renault e Geely per la compartecipazione al 50% nel Progetto Horse, parte fondamentale del nuovo brand Power.
Con la sua rivoluzione, Renault vuole sdoganare un approccio “orizzontale”, che porta Renault a collaborare con aziende leader nei rispettivi segmenti, per un guadagno trasversale tra le aziende coinvolte. Come vedremo tra un attimo, il piano di Rivoluzione Renault è molto ambizioso, e spazia dalla tecnologia senza eliminare la presenza, ancora per diversi anni, di motori termici e di emozionalità. Ma scopriamo nel dettaglio in cosa consiste la Rivoluzione Renault, e come trasformerà il Gruppo di Boulogne-Billancourt.
L’apertura del CEO Luca de Meo: “Oggi inizia la Rivoluzione Renault”
A fare da cicerone in questa enorme trasformazione, anzi, rivoluzione Renault è, come di consueto, il CEO del Gruppo Luca de Meo. “L’annuncio di oggi”, spiega de Meo, “è il segnale della determinazione del Gruppo Renault ad affrontare le sfide e alle opportunità del futuro che la trasformazione della nostra industria ci metterà davanti. Dopo essere riusciti a mettere in atto uno dei più veloci e inattesi piani di rilancio, puntiamo a posizionarci più in fretta e meglio dei rivali sui nuovi valori del mondo dell’auto. Auto elettriche, software, nuova mobilità, circular economy: su tutte, siamo in prima linea.”.
“Crediamo per questo nella collaborazione, in un’economia orizzontale, che ci permetta di collaborare con i migliori interpreti nei diversi ambiti. Abbiamo scelto i migliori sul mercato per ogni settore, dalla meccanica alla tecnologia fino alla mobilità sostenibile. Con loro, condividiamo gli investimenti, co-sviluppiamo, co-produciamo: l’obiettivo di essere più snelli e, quindi, più competitivi. Quando sono arrivato, nel 2019, i profitti del Gruppo Renault erano di 150 milioni di euro. Nel 2022, se non avremo sorprese negli ultimi due mesi, si chiuderà a 1,5 miliardi di euro. I profitti sono decuplicati.”.
Cinque entità separate per la rivoluzione Renault
La rivoluzione di Renault passa per la creazione di un’azienda Next Gen, di nuova generazione. Questo, però, comporta la creazione di una struttura completamente diversa. C’è bisogno di una spaccatura con il mondo dell’automobile che abbiamo conosciuto fino ad oggi. E, per Renault, questo significa creare delle entità separate, come singoli atleti specializzati in una sola disciplina al contrario del passato, dove le Case sembravano più atleti di pentathlon, in grado di fare tutto da soli. Renault ha quindi scisso la sua struttura in cinque entità separate, focalizzate ognuna su uno specifico argomento. Si tratta a tutti gli effetti di costruttori, dotati dei propri dipendenti, delle proprie tecnologie e dei propri dirigenti, in grado di operare individualmente per il bene del Gruppo Renault. Nel dettaglio, questi nuovi cinque nuovi “costruttori” sono:
- Ampere, la prima azienda concentrata su auto elettriche e software a nascere in seno a un costruttore già affermato
- Alpine, focalizzata sulle corse, sull’emozionalità e su modelli sportivi e unici
- Mobilize, dedicata alle nuove forme di mobilità e ai servizi finanziari del Gruppo
- The Future is Neutral, la società di circular economy e riciclo all’interno della filiera produttiva
- Power, l’anima tradizionale di Renault tra motori termici e ibridi, compreso il progetto Horse
Ampere, la produttrice ufficiale delle elettriche Renault divisa tra motori e software
Partiamo immediatamente dalla novità più grande della rivoluzione Renault, ovvero la nascita del brand Renault Ampere. Si tratta a tutti gli effetti di un nuovo costruttore, che nasce in seno a Renault. Questa nuova Casa si focalizzerà sulla progettazione, produzione e vendita di veicoli elettrici, ma anche sullo sviluppo di sistemi software. Nata dentro Renault, Ampere è il primo costruttore dedicato a veicoli EV che nasce dentro una OEM (ovvero un costruttore già affermato) europea.
Sarà quotata in Borsa a Parigi, ha già oltre 10.000 impiegati e 3.500 ingegneri, ma non produrrà modelli con il proprio logo. Per Renault Ampere, infatti, si occuperà di produrre tutte le elettriche con la Losanga, e promette di diventare in fretta uno dei più importanti produttori europei. Entro il 2030, grazie ad Ampere Renault avrà 6 vetture elettriche che copriranno i segmenti più interessanti del mercato, quelli che da soli fanno l’80% delle vendite in Europa. Nel segmento B troveremo le Renault 4 e Renault 5 Electric. Nel Segmento C, invece, alla già presentata Mégane E-Tech Electric (primo modello prodotto da Renault Ampere) si aggiungeranno la Scénic Electric e altri due modelli ancora inediti. L’obiettivo di Ampere è quello di raggiungere 1 milione di vetture prodotte per il marchio Renault nel 2030/2031.
Ampere non punterà solo sulla produzione di auto, ma anche su quella di software. Ampere infatti crede nella visione degli SDV, Software-Defined Vehicles, ovvero veicoli dotati di sofisticati sistemi software. Già su Austral e Mégane E-Tech Electric, Renault e Ampere hanno integrato il sistema Android Automotive di Google per l’infotainment OpenR, che abbiamo apprezzato moltissimo nel nostro primo contatto con Renault Austral.
La partnership con Google andrà ancora avanti, per creare una piattaforma open source basata su Android. L’obiettivo finale è quello di migliorare enormemente l’interfaccia e l’esperienza utente a bordo dei veicoli Ampere Renault. Ma non è solo Google ad essere in affari con Ampere. Un’altra celeberrima azienda tech ha deciso di collaborare con Ampere: Qualcomm. La nota azienda di processori americana ha infatti presentato oggi un accordo per dotare le vetture del Gruppo Renault di Ampere con processori Snapdragon per infotainment, sistemi di guida autonoma e non solo. Qualcomm, poi, punta ad andare oltre, diventando un investitore di Ampere.
Renault e Geely insieme per i motori termici: nasce Power, produttore di powertrain
La Rivoluzione Renault, però, passa obbligatoriamente anche dalle automobili termiche ed ibride. L’investimento fatto dalla Régie sul sistema E-Tech ne è la dimostrazione, e infatti Renault non vuole smettere con le auto termiche. Secondo il Gruppo, infatti, la metà delle vendite dell’intero Renault Group saranno composte al 50% da vetture termiche e ibride fino addirittura al 2040. In alcuni Paesi, infatti, de Meo ci ha tenuto a precisare che “nell’intero ciclo di vita, un’auto termica o ibrida è più sostenibile di un’elettrica, a causa delle infrastrutture non ancora pronte.”
Per questo, Renault non vuole smettere di pensare alle vetture termiche, ma anzi ha creato una divisione per i motori termici: Power. La divisione Power sarà infatti sempre alla ricerca di nuovi motori, nuove soluzioni e, soprattutto, di nuovi carburanti. Al contrario di Ampere, Power non sarà un costruttore di auto, ma un fornitore di powertrain, tra motori (termici o elettrificati), trasmissioni e soluzioni tecniche. L’obiettivo di Renault con la divisione Power è quello di diventare un leader mondiale nella fornitura di motori termici e ibridi. Sarà un player fondamentale in un futuro in cui, secondo la Losanga, tanti costruttori avranno bisogno di motori moderni pur avendo interrotto totalmente lo sviluppo dei propri.
A livello di carburanti alternativi, poi, Power sarà molto attiva, puntando tanto sulla creazione di nuove alimentazioni per motori a combustione interna. Per massimizzare gli investimenti senza perdere il focus dall’elettrificazione, è sempre notizia di oggi l’accordo tra Renault e Geely per l’acquisizione al 50% ciascuna del Progetto Horse, confluito nelle operazioni di Power. L’accordo tra Geely e Renault era già nell’aria, come da noi anticipato qualche settimana fa nell’articolo dedicato all’affaire Geely Renault. Oggi, però, i rumor sono diventati realtà. Questa compartecipazione permetterà ad entrambe le Case di investire su motori moderni, efficienti e apprezzati dal mercato. Questo accordo porterà ben 8 Costruttori a montare già nei prossimi mesi motori Power. Oltre a Renault, Dacia, Alpine, Nissan e Mitsubishi, infatti, monteranno i propulsori “Renault” anche Geely, Proton e Volvo.
Il futuro di Renault, Dacia e Alpine ora è definito
La rivoluzione Renault, però, passa obbligatoriamente anche per la crescita dei brand che più di tutti hanno portato al top il Gruppo di Boulogne-Billancourt: Renault e Dacia. Di Renault abbiamo già parlato in altre occasioni. Arriveranno 6 nuove elettriche tra il segmento B e C, e investimenti per l’elettrificazione. L’elettrificazione però non sarà totale, e non in tutte le regioni. Se infatti Renault sarà la prima diventare 100% elettrica in Europa, nel 2030, la Régie sarà anche l’ultima ad abbandonare i motori termici in altre aree geografiche, arrivando anche al 2040 e oltre.
Parlando del mondo dei veicoli commerciali, invece, di cui Renault è leader europeo, ci saranno due grandi novità. La prima è il progetto Hyvia, che darà vita ad una famiglia di van a idrogeno. Sviluppata in joint-venture con l’americana Plug, Hyvia offrirà van fuel cell, ma si occuperà anche delle infrastrutture e delle stazioni di servizio. Il secondo progetto, invece, è quello del van elettrico FlexEVan. Sarà un progetto totalmente nuovo, capace di offrire nnlle dimensioni di un Kangoo la capacità di carico di un Trafic e l’agilità di una Clio. Il grande obiettivo del FlexEVan è quello di ridurre i costi di utilizzo al 30% del costo del van stesso. Per sviluppare FlexEVan, che arriverà sul mercato nel 2026, è nata Flexis, una partnership con un grande costruttore mondiale. Il suo nome, però, è ancora ignoto.
Per Dacia, invece, l’obiettivo della rivoluzione Renault è diverso. Negli ultimi anni, Dacia sta adottando un restyling molto efficace. Questo le permetterà, nelle idee del Gruppo, di passare da un brand percepito come “low-cost” ad uno più furbo e funzionale, ma non “povero”. Il successo di Dacia, del resto, è sotto gli occhi di tutti. Nel 2022 è l’unica Casa europea ad aver visto una crescita nei propri numeri in un mercato in continua discesa. Per questo, de Meo ha definito Dacia “una delle nostre pepite d’oro”. I segmenti in cui si trova, però, hanno una redditività piuttosto bassa. A tal proposito, l’intervista a Guido Tocci di Dacia Italia ci ha già aiutato a capire cosa attende il brand nel futuro prossimo.
In breve, e in primis, c’è il lancio del nuovo Bigster alias Duster 2023, auto che permetterà a Dacia di affermarsi nel segmento C, dove insieme ad altri due modelli inediti potrà raddoppiare i suoi profitti. Alpine, invece, è passata da un brand senza via d’uscita ad una rinascita. L’arrivo in Formula 1 ha riportato l’attenzione sul brand di Dieppe, che lancerà entro il 2026 due vetture elettriche e la nuova A110, come raccontato nel nostro articolo dedicato al futuro Alpine. La novità è però che più avanti arriveranno anche due modelli elettrici più grandi, di segmento D ed E. Questi due inediti modelli di alta gamma puntano a mercati dove Renault non è presente, come la Cina o il Nord America.
Si parla di economia circolare con il progetto “The Future is Neutral”
Un importante componente della rivoluzione Renault passa anche per due asset molto competitivi, ovvero Mobilize e The Future is Neutral. Di quest’ultima abbiamo parlato nel dettaglio a seguito della presentazione del progetto The Future is Neutral, e punta ad essere il leader europeo nell’economia circolare applicata al mondo dell’auto.
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