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La ricetta Toyota contro l’inquinamento non prevede solo auto elettriche

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Lotta alla famigerata CO2, anidride carbonica per gli amici, da parte dell’industria automotive e dei decisori politici: parla Gill Pratt, Chief Scientist and Executive Fellow for Research di Toyota. La sua ricetta è semplice, ossia un mix di propulsori, come riporta Automotive News, che lo ha intervistato.

In futuro, le auto elettriche coesisteranno con le vetture e-fuel e idrogeno. La regola numero uno chiara, e cioè che l’elettrico totale non è la soluzione. Con buona pace, aggiungiamo, degli pseudo influencer nei social, che hanno storpiato il contenuto delle parole del CEO al Toyota Research Institute, riportando la seguente fake: sì al full electric. In realtà, il top manager dice il contrario. Pratt evidenzia come il colosso nipponico, incontrastato re delle vendite planetarie, sia cauto nel trasferire la sua dipendenza dai motori a combustione interna alle batterie. 

Idrogeno a zero emissioni?

L’opinione prevalente è che l’idrogeno non genera CO2 di per sé, ma i motori a idrogeno hanno un processo di combustione molto secco che finisce bruciando alcune gocce di olio lubrificante, generando una piccola quantità di emissioni di CO2. Per Pratt, tuttavia, “è troppo presto per stabilire se sia davvero così. Negli Stati Uniti, l’attuale pensiero è di classificarli come veicoli a emissioni zero. Anche la Commissione europea sta valutando questa opzione. Le emissioni di CO2 sono di pochi grammi al chilometro, il che rende i veicoli di notevoli dimensioni (non solo i veicoli commerciali leggeri, ma anche i grandi SUV e i pick-up) che bruciano idrogeno in un gruppo propulsore ICE competitivi con i veicoli completamente elettrici”. Pesano le emissioni di carbonio nella generazione di elettricità”

E-fuel, quali criticità

La domanda di e-fuel potrebbe essere molto più alta delle attuali previsioni, aggiunge Pratt. Un conto è “se si suppone che 1,25 miliardi di veicoli in circolazione in tutto il mondo passino rapidamente all’elettrico completo. Ma la realtà è che il passaggio non sarà rapido. La maggior parte di questi 1,25 miliardi di veicoli esisterà per decenni, e molti di loro si trasferiranno dalle economie sviluppate a quelle emergenti. Parti del mondo non avranno accesso a percorsi diversi dal carburante liquido chimico per molto tempo. Questi sono luoghi in cui la rete elettrica è inesistente o inaffidabile”. 

Wallbox, ecco la chiave per le elettriche

Parentesi interessante sulle batterie delle auto elettriche. Il CEO del Toyota Research Institute sottolinea come la stragrande maggioranza della ricarica delle full electric sia effettuata a casa tramite wallbox a una velocità piuttosto lenta. Il che è meglio per la batteria, la cui vita si allunga. La sua durata invece si accorcia con un eventuale uso frequente di sistemi di ricarica rapida.

Autore: Mr. Limone

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