10 dicembre 2016, Gradisca d’Isonzo (GO). A bordo di una Jeep Wrangler ci siamo uniti ad altri 650 equipaggi – un altro record per uno dei raduni 4×4 più famosi d’Europa – per affrontare il 32esimo Raduno Internazionale 4×4 “Città di Gradisca”. Un’esperienza unica, che, se avete un fuoristrada, dovete provare almeno una volta nella vita.
In piazza dell’Unità d’Italia a Gradisca d’Isonzo regna un clima festoso – nonostante gli zero gradi di temperatura – l’atmosfera è calda, anzi caldissima. Anche noi siamo impazienti di salire a bordo dell’auto che ci accompagnerà lungo gli oltre 100 chilometri del percorso, studiato come ogni anno nel minimo dettaglio da parte dell’instancabile staff del GFI Alpe Adria, un gruppo di soci e volontari che ha messo a disposizione più di 50 veicoli e diversi trattori per aiutare i partecipanti in difficoltà.
Protagonisti dell’evento, BF Goodrich, con le sue gomme performanti, e Jeep, con le sue icone offroad, entrambi sponsor della manifestazione insieme a Mobil 1 e Lubriservice. 628 le vetture partecipanti (un terzo provenienti dall’estero) e il marchio del Gruppo FCA è stato nettamente il più rappresentato, grazie alla presenza di una enorme quantità di Wrangler di tutte le annate (la più datata era del 1953) e di Grand Cherokee. A passo lungo o a passo corto, preparati o originali come appena usciti dalla fabbrica, i Wrangler hanno dominato la scena creando spettacolari carovane durante l’itinerario.
Noi abbiamo scelto di metterci alla guida di una Wrangler Unlimited della serie speciale “X”, realizzata sulla base della Sahara e caratterizzata da alcuni elementi specifici, come la griglia a sette feritoie in colore carrozzeria, il cofano con doppia presa d’aria, l’hard top in tinta, una ricca dotazione interna e alcune decalcomanie che riportano il logo “X”. La motorizzazione è l’unica disponibile per questa edizione speciale, la 2.8 CRD da 200 CV, abbinata al cambio automatico a 5 rapporti e alla trazione integrale con marce ridotte.
La nostra avventura inizia alle 8 del mattino quando superiamo la passerella della partenza. Road-book alla mano, insieme agli amici del JOG, il Jeep Owners Group, imbocchiamo il percorso per i fuoristrada – a scelta è disponibile anche quello meno estremo, dedicato ai SUV – e, dopo un breve tratto in cui rimaniamo con la trazione posteriore, selezioniamo il 4×4 permanente, perché il divertimento sta per arrivare. Presto, infatti, si apre un’enorme distesa, fatta di torrenti ghiaiosi, quasi totalmente in secca. Iniziamo, quindi, a prendere confidenza con il mezzo, per capire fin dove possiamo osare. Gli equipaggi più rodati si scatenano subito, affondando il piede su gas, apparentemente senza ritegno, ma ben presto capiamo che questa scelta è una vera dimostrazione di amore del proprietario nei confronti dell’offroad e del suo fuoristrada, che scatena il suo veicolo allo stesso modo in cui un cowboy fa correre il suo cavallo.
La prima parte del percorso è caratterizzata da questo paesaggio, che si trasforma in un gigantesco parco divertimenti all’aperto, grazie alle suo “giostre” ad ostacoli da provare e riprovare. Arriviamo alla prima sosta, ma dopo qualche minuto, tra un boccone e l’altro, decidiamo di continuare il nostro viaggio. Il paesaggio non cambia, ma si aggiungono fiumi e torrenti, da attraversare diverse volte. La sfida è ardua, ma la Jeep Wrangler, con l’uso delle ridotte, ci ha dimostrato che sono veramente pochi gli ostacoli insormontabili, basta usare metodo e continuità nell’attraversamento, mantenendo una velocità bassa e costante.
Dopo aver superato il Natisone con gli impegnativi guadi di Manzano, abbiamo ritrovato un po’ di meritato riposo, per noi e per la nostra Jeep, durante la sosta pranzo. Qui abbiamo gustato alcuni dei piatti tipici della tradizione friulana, abbiamo ripreso le nostre vetture per portare a termine il percorso. Dopo pochi chilometri lo scenario cambia, ci addentriamo nei boschi e i saliscendi delle colline del Collio,in mezzo a vigneti e strette mulattiere, iniziano a diventare la maggiore difficoltà da affrontare. Nulla però ci toglie la bellezza di questi percorsi, divertenti e scenografici, nei quali la Jeep Wrangler è sorprendente, nonostante le dimensioni della versione 5 porte siano tutt’altro che contenute.
Con il calare del sole, per gli ultimi chilometri di percorso, parole e immagini non rendono giustizia all’esperienza, quasi “apocalittica”, che si sta creando. Buio, nebbia e solo i fari ad illuminare i pistini ricavati nella golena del fiume Isonzo. L’ultimo tratto di strada è stato condito da questo affascinante ingrediente, una ciliegina sulla torta, dopo il sole che ha baciato i percorsi per tutta la giornata.
Alle 17 circa abbiamo portato a termine la nostra esperienza, arrivando sani e salvi al traguardo. La Jeep Wrangler, ha dimostrato di sapere ampiamente tenere testa a fuoristrada preparati e customizzati appositamente per l’offroad, non a caso rappresenta una delle scelte più comuni per gli appassionati del 4×4 e noi non ne abbiamo avuto altro che la riconferma.
Uno dei giocattoli per adulti per eccellenza come l’automobile da 32 edizioni ha un parco giochi dedicato, che eleva la singola esperienza fuoristrada ad un concetto più comunitario di condivisione dell’esperienza con tanti altri appassionati. Il Raduno 4×4 Internazionale Città di Gradisca è questo e ne è una delle massime espressioni di raduni offroad a livello europeo. Da non perdere.