La Dacia Duster si conferma uno dei SUV più attesi, specie considerando il successo ottenuto nel nostro paese, oltre all’ambito premio Auto Europa 2025. Il primo SUV a marchio Dacia, è una vera storia di successo per un modello che, in tre lustri di carriera, ha ricevuto più di 40 premi e di cui sono state prodotte oltre 2,2 milioni di unità.
Certo oggi il SUV della Casa di Mioveni, è diventato meno economico di una volta, ma con un prezzo d’attacco inferiore ai 20.000 euro – 19.700 euro della 1.0 ECO-G 100 CV – e una versione top di gamma ben sotto la soglia dei 30.000 euro, le premesse sono state, per fortuna, mantenute. Inoltre, la versione d’attacco è più ricca e completa rispetto al passato, così Duster ha tutte le carte in regola per rimanere un successone commerciale.
La terza generazione ha messo su muscoli per venire incontro ai desideri dei clienti e alle tendenze del momento: basata finalmente sulla piattaforma modulare del Gruppo Renault (CMF-B), ha un look slanciato e solido, con la seduta alta che consente di dominare la strada. Ampio il ventaglio di motori disponibili, dal GPL (da noi già provato) all’1.6 full hybrid, più il 1.2 MHEV a due o a quattro ruote motrici, cambi manuale a sei marce o automatico ed è anche dotata – secondo l’allestimento – di una suite ADAS più che completa.
Un mezzo, la Dacia Duster, che simboleggia l’addio del costruttore al puro low-cost in favore di qualcosa di più sostanzioso, ma ad un prezzo comunque vantaggioso.
Vediamo quindi il listino prezzi, le dimensioni, gli interni e i motori della nuova Dacia Duster 1.6 Hybrid Journey.
Gamma, prezzi Dacia Duster e concorrenti
Archiviata la storica pubblicità che enfatizzava il listino della prima serie da 11.900 euro seguito dal “Ma noi vogliamo spendere molto di più!”, confrontiamo i prezzi con quelli del Duster uscente e vediamo come Dacia sia riuscita a contenere al minimo il salto dalla vecchia alla nuova generazione a circa 1.200 euro.

La gamma della nuova Duster è formata da quattro allestimenti: la versione Essential d’accesso e disponibile solo per il GPL – l’unica versione sotto i 20.000 euro, l’intermedia Expression e le due versioni top di gamma Extreme e Journey, differenti per estetica e destinazione di utilizzo, ma offerte allo stesso prezzo. L’entry Essential oggi non offre di serie né il clima manuale né un sistema di intrattenimento centrale – al suo posto c’è il Dacia Media Control che richiede di usare lo smartphone.
Lasciando perdere l’Essential, è l’Expression il vero cuore della gamma Dacia Duster ed già provvisto di una buona dotazione di serie, parliamo di cerchi in lega da 17”, computer di bordo digitale da 7”, touchscreen centrale da 10,1” con sistema multimediale Media Display e Smartphone Replication wireless Apple CarPlay/Android Auto, parking camera, alzacristalli elettrici posteriori, tergicristalli automatici.
Si passa poi all’allestimento Extreme, dal look offroad che aggiunge cerchi in lega da 17”, computer di bordo digitale da 7”, touchscreen centrale da 10,1”, barre da tetto modulari, fendinebbia, sellerie lavabili in TEP microcloud, tappetini in gomma, anche per il bagagliaio, climatizzazione automatica, chiave Keyless Entry, retrovisori esterni elettrici, sistema YouClip “3 in 1”. Si chiude con l’allestimento Journey, molto simile al precedente ma dallo stile più “cittadino”urban”, che vede cerchi in lega da 18”, sistema multimediale Media Nav Live con navigazione connessa, sistema audio Arkamys 3D a 6 altoparlanti.
Dimenticandoci i prezzi da discount, ma anche di oltrepassare i 30.000 euro

Insomma se non puntiamo all’entry level la gamma, quindi, oggi la Duster supera in ogni versione – tranne una – la soglia dei 20.000 euro, con una media di 23-24.000 euro. Per dovere di cronaca, la pratica Jogger parte da circa 1.700 euro in meno. La versione più economica full hybrid, la 1.6 Hybrid 140 Expression, viene 26.400 euro, con le top di gamma Extreme e Journey offerte a 27.900 euro, oggetto, quest’ultima, del nostro test, rimanendo ben al di sotto della temuta soglia dei 30.000 euro.
La nostra Dacia Duster 1.6 Hybrid Journey è dotata anche di Pack Parking + 500 euro – telecamere a 360°, i sensori di parcheggio anteriore e laterali e il Blind Spot Warning, che con il colore Terracotta +750 euro, alzano il conto totale a 29.150 euro.
Inoltre debuttano i Dacia YouClip che permettono di avere diversi accessori utili per la vita di tutti i giorni, come supporti per smartphone e tablet o appendiabiti, che per la vita outdoor, come torce o ganci per appendere scarpe o oggetti sportivi. Oltre al Pack Sleep, il pacchetto per trasformare l’auto in un mini caravan: per ben 2.104 euro offre un materasso pieghevole e la possibilità di adottare anche le tendine estraibili (246 euro) e la tenda da attaccare al portellone posteriore, che costa 450 euro aggiunge spazio per tre persone. A patto di dimenticarsi di altro volume nel bagagliaio.

I principali concorrenti per dimensioni e categoria spazioano da: Hyundai Bayon, Kia Stonic, Nissan Juke, Opel Mokka, Peugeot 2008, la Renault Captur, Suzuki Sx4, tutti, in media più costosi o più corti. Anche se lo stile “rugged”, robusto e funzionale della Duster, è unico.
Esterni e interni Dacia Duster 2024
Muscoli e robustezza: grande come prima, ma con tutto un altro stile
Basta dare un primo sguardo alla nuova Dacia Duster per accorgersi di quanta strada sia stata fatta dalla prima generazione del 2010, alla terza vita, così la Duster stupisce e colpisce, anche chi una Dacia non l’avrebbe mai considerata. Il design è stato interamente rinnovato, anche se la nuova generazione mantiene tutte le qualità estetiche che hanno decretato il successo delle precedenti generazioni, in particolare, dando conferma di essere un SUV solido e robusto.
La nuova Dacia Duster mostra linee innovative, ma al tempo stesso semplici e apprezzabili dove si nota l’essenzialità stessa del prodotto. Colpiscono le dimensioni in relazione al prezzo più basso delle concorrenti dirette: Dacia Duster ha dimensioni che la pongono più tra i C-SUV che tra i B-SUV, più simili per contenuti e prezzi: con una lunghezza di 4,34 metri (Bigster 4,57 metri), la larghezza 1,81 metri, con un’altezza di 1,66 metri. In ultimo il passo 2,67 metri. Insomma a livello dimensionale la nuova Dacia Duster rimane pressoché immutata, appena un centimetro più larga e due più bassa, ma è l’impatto stilistico ad essere rivoluzionato.

Il frontale è davvero piacevole e accattivante, capace di far spiccare il logo Dacia bianco in una mascherina sottile che integra anche i piacevoli fari “LED”, anche se spiace constatare che gli abbaglianti sono alogeni. A stupire è il cofano, davvero muscoloso e allungato, più che in passato. Guidare apprezzando la gobba centrale e i passaruota bombati dona una sensazione e una presenza davvero inaspettate. Molto riuscita anche la vista laterale, dove spiccano i passaruota in plastica grezza, con una texture molto particolare e un logo che indica la presenza di materiali riciclati che rievoca l’anima green, da sempre molto seguida dai progettisti Dacia.
I passaruota posteriori sono poi molto prominenti e bombati, ed è degna di nota la scomparsa della maniglia posteriore, che ora è stata inglobata nel montante posteriore al fine di rendere maggiormente aerodinamica la vettura. Chiude un posteriore nuovo e apprezzato per le nuove linee ad Y e il faro posteriore a LED. Insomma in ogni caso, a parte queste considerazioni personali l’estetica della Dacia Duster 2024 è decisamente riuscita, dimostrando che con un buon disegno e delle proporzioni riuscite si può disegnare un’auto bella e relativamente economica
Interni ricercati e funzionali, qualche risparmio ancora si vede
Gli interni della nuova Dacia Duster 2024 sono rivoluzionari in tutto, ma si presentano subito accoglienti e ben proporzionati, grazie ad una sempre maggior cura dei materiali e all’adozione di nuove sellerie e poggiatesta che rendono le sedute più confortevoli e accoglienti. Non aspettatevi, ovviamente, plastiche soft-touch e rivestimenti di pregio: nonostante il salto di qualità, la Duster rimane un’auto razionale e che pensa ancora alla sostanza. Per questo, le plastiche sono sostanzialmente tutte rigide e con alcuni spigoli non troppo smussati – come, ad esempio, la parte alta dei pannelli porta. Piacciono i tappetini in gomma, facili da pulire e non per questo meno stilosi, specie su un SUV del genere.

Ma i progettisti sono stati attendi: grazie ad un disegno furbo e all’utilizzo di diversi materiali e colori, gli interni della Dacia Duster 2024 appaiono più curati e ricercati di quanto i materiali da soli non facciano pensare. Sebbene siano poi tutti rigidi, i materiali denotano una costruzione robusta, accoppiamenti precisi e pochissime “sbavature”, come viti o rivetti a vista, un netto salto in avanti rispetto al passato.
La consolle ora è più rialzata e debutta il nuovo touchscreen da 10”. Questo sistema è lo stesso visto sulle ultime Renault: basato su Android Automotive, più veloce e completo, nonché facile da usare grazie ad una grafica proprietaria di Dacia, più semplice e razionale. Possibile visualizzare la nuova sezione “veicolo” che permette di monitorare i consumi o alcuni parametri dell’ibrido. Non mancano Apple CarPlay e Android Auto wireless, ben gestiti, oltre le mappe di Here. L’infotainment è quindi molto buono, fluido e di ottima qualità, denotando la derivazione da vetture più costose. Anche se sui nostri due esemplari in prova, GPL e full hybrid, ha smesso per un po’ di ore di funzionare. Inoltre i comandi del volume, posti in orizzontale sopra lo schermo, non sono coerenti con l’ergonomia curata della vettura in generale, oltre a essere nascosti. Bella, moderna e funzionale la piccola lava del cambio automatico.
Ritorna il motivo a Y sulle bocchette dell’aria, lo stesso dei fari, e al nuovo materiale che vede l’adozione del nome Duster sul cruscotto digitale da 7’’ che nonostante la diagonale non esagerata, ha una buona qualità, una leggibilità chiara e possibilità di personalizzazione non infinite, ma superiori a quanto le dimensioni non facciano credere. Nuovo è anche il bracciolo scorrevole, con un vano portaoggetti e due prese USB disponibili per i passeggeri della seconda fila ma presenti solo su alcuni allestimenti. La cosa che fa piacere è il largo utilizzo di materiali riciclati.

Davanti al guidatore, poi, troviamo finalmente un nuovo volante dal look squadrato a tre razze, più moderno e piacevole da usare, e l’aggiornato satellite per gestire i comandi della radio e della multimedialità è quello visto sulle ultime Renault. In plancia trova posto anche il comodo “gancetto” del sistema YouClip, un aggancio proprietario di Dacia che permette di montare in vari punti dell’auto diversi accessori come torce, borse, portaoggetti e il comodo porta-smartphone.
Piacevoli i comodi comandi fisici del clima automatico, posizionati su una raffinata plancetta con tasti a bilanciere condivisa con altri modelli Dacia-Renault e un grande portaoggetti dotato, sul nostro esemplare, della ricarica wireless, anche se una finitura in plastica rigida lo rende piuttosto scivoloso. Plastica rigida di cui sono composti la maggior parte di portaoggetti, numerosi, ma non floccati, tra il doppio portabicchieri tra i sedili a quello dedicato alla chiave fino alle generose tasche nelle portiere. In tutti questi vani, però, si nota ancora l’anima low-cost di Dacia, con superfici molto rigide e lisce, così come il cassettino portaguanti che, se aperto, cade verso il basso senza smorzamento.
Ottima per cinque più bagagli, spazio non manca
A livello di spazio, vani ed ergonomia, gli interni della Dacia Duster 2024 propongono passi avanti e piacevoli conferme. Per quanto riguarda i sedili, essi sono comodi e ben regolabili, anche in altezza. Se le precedenti Duster si erano già distinte per l’abitabilità posteriore, questa terza serie offre 30 mm in più per le gambe dei passeggeri posteriori, con una disponibilità di spazio ottima per due e buona anche per tre persone.

E anche la zona bagagliaio è decisamente capiente con una capacità che oscilla tra i 430 e i 1.545 litri per l’hybrid, valori leggermente superiori per GPL e 4×4, che comunque costringono a rinunciare ad un po’ di spazio rispetto alla benzina 2WD (517 litri).
Come va su strada la Dacia Duster Hybrid: si in città e fuori, ma meglio guidare in punta di piedi
Completamente rinnovata la gamma motori della terza generazione di Dacia Duster che dice addio al suo cavallo di battaglia, ovvero il 1.5 Diesel. La perdita di questo propulsore viene però parzialmente ripagata dall’introduzione di motorizzazioni ibride mild e full che consentono comunque di avere una maggior versatilità di utilizzo. Ecco quindi il debutto dell’Hybrid 140, mentre il serbatoio del GPL della 1.0 100 Eco-G, leader del suo segmento, ora ha una capacità maggiorata per un’autonomia conclamata superiore di circa 1.300 km. Invece al posto del propulsore Diesel, la versione 4×4 adotta un propulsore a benzina 1.2 litri turbo con 130 CV, sistema mild hybrid a 48V, disponibile anche in trazione anteriore.
Pertanto il fiore all’occhiello del nuovo corso è la Dacia Duster 2024 full hybrid che si basa sul know how del Gruppo Renault, è composta da un powertrain complesso fatto di un motore benzina 4 cilindri da 1.6 litri da 94 CV, due motori elettrici – uno da 49 CV, più uno starter/generatore ad alta tensione – e un cambio automatico elettrificato, per una potenza totale di 140 CV.

Insomma il sistema full hybrid si comporta bene, si avverte un po’ troppo chiaramente il cambio marcia, frenando e accelerando subito dopo, restituisce quel non troppo entusiasmante rumore a regime fisso o quasi, che i patiti delle vetture solitamente giapponesi, solitamente con cambio CVT conoscono bene, anche se qui il sistema è differente. Essendo un full hybrid, non c’è bisogno di alcuna ricarica: il sistema fa tutto da solo, e impostando la modalità B della leva del cambio si avverte una forza frenante maggiore, utile anche a rallentare maggiormente e recuperare preziosa energia elettrica. Quando si viaggia in elettrico, entra in gioco l’E-Motor da 49 CV che rimane attivo anche fuori dal contesto urbano, ma per brevi tratti. Nella batteria alto voltaggio sono infatti contenuti solo 1,2kWh e rimane sempre una certa carica residua, cosa che non avviene ad esempio con le plug-in.
Al posto di guida si nota un’ottima ergonomia: la posizione di volante e sedile, ad esempio, è decisamente più automobilistica. Si è sempre seduti in alto, e al contempo la posizione di volante, pedali e sterzo è decisamente più orizzontale, andandosi a sposare con un’ottima disponibilità di spazio per i passeggeri anteriori. Meno bene, la visibilità, specie posteriore compromessa dai generosi montanti posteriori e dal piccolo lunotto. Ma tutto sommato in città si manovra bene, coadiuvati da sensori anteriori, posteriori e telecamere a 360 gradi, dalla risoluzione non troppo elevata.

Sotto la scocca, inoltre è stata definitivamente accantonata la piattaforma Dacia B0, risalente alla Renault Clio II e che ha mosso tutte le Dacia prodotte fino al 2020. Oggi, invece, anche la Duster si basa sulla moderna piattaforma modulare CMF-B, condivisa con i modelli compatti. Sebbene la meccanica sia ancora tradizionale – sospensioni McPherson davanti, a ponte torcente dietro – questa piattaforma modulare si è distinta per un buon piacere di guida, un ottimo comfort. Si fanno apprezzare le sospensioni morbide e permissive con gli asfalti più rovinati, che nonostante i grandi cerchi da 18 pollici consentono una marcia confortevole anche sulle asperità più importanti.
Bene anche lo sterzo, leggero ma ben più preciso che in passato, che permette, complice un buon raggio di sterzata e la buona visibilità anteriore, di muovere con sicurezza l’auto anche nei passaggi più stretti. Da sapere che si può optare su diverse modalità di guida, tra cui Auto, Snow, Mud/Sand ed Eco. Per completezza, l’altezza libera dal suolo è rilevante e fondamentale per l’offroad leggero: 20,9 centimetri (la 2WD) e di 21,7 centimetri (4WD). Insomma tra lo sterrato e il fango la Duster non impensierisce, ma se vogliamo di più serve optare per la 4×4 Mhev.
Consumi contenuti, assetto morbido e qualche fruscio
Il cambio a quattro rapporti, privo di sincronizzatori, è piuttosto dolce e piacevole in città, meno se gli si chiede tutto tra le curve, la Dacia Duster Hybrid non è fatta per andare forte. Infatti uscendo dalle mura cittadine e affrontando qualche curva, la prima cosa che si nota è uno sterzo molto più preciso in velocità, dall’ottima progressività e dal carico giusto, dotato persino di una leggera comunicatività, superiore rispetto al comando impreciso e un po’ vago della precedente generazione.
Tanta precisione, però, deve fare i conti con un assetto molto morbido e un telaio che, seppur dimostri ottime potenzialità, è stato tarato per essere più pacioso e turistico, stesso discorso già visto per il cambio. Il risultato motopropulsore – assetto è un’auto assolutamente piacevole e agile tra le curve, ma comunque che privilegia una guida in relax e souplesse.

Rimane comunque buono lo 0-100 km/h coperto in 10,1 secondi, mentre la punta massima, che si affida solo al motore termico arriva a un discreto valore di 174 km/h, più che sufficiente, ma oltre i 110 le riprese sono un po’ troppo rilassate, un po’ per il cambio a soli 4 rapporti, un po’ per l’elettrico che in alto fatica e tutta la spinta viene affidata al 1.6 aspirato che fa quel che può.
Inoltre salendo tanto con i giri si avverte un po’ di rumore entrare con vigore in abitacolo, ma il segreto è di sfruttare al massimo la coppia ai bassi regimi data dall’abbinata tra elettrico e termico. Al massimo delle potenzialità, non è per niente difficile arrivare a un consumo medio di poco inferiore ai 19 km/l in un percorso misto. Anche in autostrada, dove un full hybrid solitamente va in affanno, è decisamente facile percorrere 16 chilometri con un litro di carburante, a patto di non esagerare con la velocità.
In Eco mode la situazione migliora e non è remota la possibilità di arrivare ai oltre 22/25 chilometri con un litro nella sola percorrenza urbana: per privilegiare l’elettrico, l’auto sfrutterà meglio il motore termico come generatore di energia. Stupisce che però che a freddo il sistema di riscaldamento necessiti del motore termico attivato, pertanto specie a freddo ci si trova fermi al semaforo o in coda a bassissima velocità con il termico che “frulla” alto per dare calore all’abitacolo.
Se insomma le prime due generazioni, infatti, erano poco rifinite per i lunghi viaggi, questa terza generazione è decisamente più curata, con un’insonorizzazione anche a velocità codice, ma non esente da fruscii. L’animo low-cost si vede solo in alcuni dettagli, come il rumoroso motorino dei tergicristalli e lavavetri, ben avvertibile anche in autostrada, mentre il rumore di rotolamento dei grandi pneumatici si fa ancora sentire più di altre rivali più ricercate.
Tecnologia e sicurezza come mai prima su una Dacia
Per il resto, il SUV romeno è fermo e sicuro anche nei lunghi curvoni autostradali, con una sensazione di stabilità diffusa in ogni condizione. I freni sono potenti e ben adattati alla massa dell’auto, mentre la comodità del posto guida nei lunghi viaggi è convincente. Sebbene manchi il Cruise Control Adattivo, gli ADAS presenti – sensore per l’angolo cieco, Cruise Control “classico” e mantenitore di corsia – sono ben tarati. Interessante il tasto, raffigurato qui sotto e che trovate alla sinistra del volante, che richiama velocemente con due tocchi le impostazioni ADAS predefinite, come ad esempio silenziare il rilevatore segnali stradali.

Insomma la qualità si è alzata, ma pure il metro di paragone, considerando un listino più corposo rispetto al passato. Qui Duster risponde con tanto comfort, contenuti tecnici e tecnologici, piacevolezza di utilizzo e abitabilità: un’auto economica, ecologica, tecnologica e completa, con una guida più precisa e confortevole, il prezzo, seppur distaccato dalle rivali di qualche migliaio di euro, non è più stracciato. Inoltre le linee nuove e taglienti della nuova Dacia Duster mantengono sì la loro voglia di stupire e piacere, ma restano una valida alternativa per chi cerca le forme di un SUV al prezzo contenuto. Se a livello estetico le prime due serie sono quantomeno riuscite, il SUV romeno aveva convinto anche i più scettici sia su strada che, soprattutto fuoristrada e, oggi per non essere da meno, con la terza serie propone l’ibrido per i fautori della guida cittadina e perché no per coloro che utilizzano l’auto per lavoro, come i tassisti.
Pro e Contro Dacia Duster Hybrid
PRO
– Consumi da Diesel o meglio in città
– Look piacevole, meglio rispetto al passato
– Soluzioni funzionali e tecnologia a bordo
CONTRO
– Assetto fin troppo morbido
– Fruscii non del tutto assenti, così come rumore di rotolamento
– Qualche sbavatura a livello qualitativo non manca




