Lasciato alle spalle il toboga di Montecarlo, la Formula 1 approda questa settimana su un altro circuito cittadino e storico, così diverso da Monaco per caratteristiche del tracciato ma simile per le insidie che presenta, con i muri in agguato praticamente ad ogni curva.
Attraversato l’oceano si giunge questa settimana nella splendida Montreal per uno dei Gran Premi più seguiti di tutto il campionato; un tracciato unico e suggestivo: pista ricavata all’interno di un’isola che sorge in mezzo ad un fiume nel centro della città.
Tra i protagonisti giunti qui gli stati d’animo sono i più diversi. Qualcuno (Hamilton) è gasato dal risultato di Montecarlo grazie al quale ha colto la possibile svolta nella stagione, altri invece (Ricciardo) hanno una voglia di rivincita quasi rabbiosa tutta da scatenare. Certi altri hanno bisogno di conferme (Rosberg in primis, ma anche lo stesso Verstappen) dopo un fine settimana monegasco deludente.
C’è poi un altro gruppo che giunge a Montreal pieno di perplessità, incertezze e un sacco di dubbi. Esponente di questa categoria è la squadra della Ferrari, che presenta il fascino del team blasonato ma in difficoltà con una fame di vittoria rimasta finora insoddisfatta, offrendosi come facile preda delle ambizioni di risultato di squadre sulla carta inferiori. Come il team, con le sue menti e i suoi progettisti, non sia più in grado di partorire quelle novità fatte di malizia, ingegno e (perché no) interpretazioni fantasiose dei regolamenti tecnici e sportivi di cui era maestra fino a un decennio fa rimane un mistero. Non lo è invece il problema principale della macchina in questo momento: sul banco degli imputati c’è l’utilizzo delle gomme; di difficile se non impossibile interpretazione a quanto pare. Far lavorare nel modo giusto pneumatici, sospensioni e telaio per generare carico e trazione pare diventato il Sacro Graal per questa Sf16-H. Il prezzo più alto di questi problemi lo si paga in qualifica quando a causa di piccole variazioni (spesso pochi gradi di temperatura) non si riesce a ripetere i buoni tempi fatti segnare nelle sessioni di prove. A questo proposito per il weekend canadese la Ferrari presenterà, oltre a una nuova geometria della sospensione posteriore, uno sviluppo della turbina che dovrebbe portare vantaggi in termini di recupero dell’energia e forse qualche cavallo extra di potenza; modifica che, annunciata come gratis, rischia invece di costare 3 dei 6 tokens di sviluppo motore rimasti se la FIA dovesse giudicare l’intervento estraneo ad una questione di affidabilità.
La potenza sarà fondamentale su questa pista di motore e basso carico aerodinamico, fatta di lunghi rettilinei, curve lente, intense frenate e altissime velocità. Tracciato critico per i freni per antonomasia, il circuito di Montreal offre spunti di riflessione interessanti anche per quanto riguarda le gomme; Pirelli infatti porterà le stesse mescole di Montecarlo (soft, ss e us) su un tracciato però molto più veloce e severo sugli pneumatici. Strategie di gara dunque da definirsi.
L’appuntamento in pista è per giovedì, con il nostro inviato @stefanodenicolo a raccontarci cronaca e retroscena di questo GP così storico e amato. La pista di Montreal ha infatti fatto grandi tanti giovani campioni che qui hanno conquistato la loro prima vittoria: Hamilton, Ricciardo, Kubica. Ma sono tanti anche i campionissimi che hanno salutato anzitempo la gara finendo sul muro dei campioni o suoi cugini limitrofi in altre curve. Occhio inoltre alla pioggia e alle safety car, le gare pazze qui non mancano. Qualcuno ha dimenticato il 2011 e la vittoria di Button?
Qualifiche e gara sabato e domenica alle 20 italiane.