Il mercato dell’auto sta attraversando un periodo nero, il comune denominatore della situazione attuale è la carenza di componenti (prevalentemente semiconduttori).
Molte case, anche premium e/o rinomate, stanno rivedendo i listini e le dotazioni di tutte le vetture in gamma per rendere più brevi i tempi di attesa sul nuovo modificandone la linea produttiva, una tra le ultime a sacrificare qualcosa è Mini, che ha fermato la produzione di cambi manuali.
L’era del cambio automatico in Mini è terminata
Con la clientela che, soprattutto sulle auto di un certo livello, è sempre più orientata verso il cambio automatico, i cambi manuali stanno diventando sempre più rari. Mini fino ad oggi aveva sempre aderito al movimento “save the manuals”, mantenendo su tutta la gamma il cambio meccanico tradizionale (ad eccezione della Cooper SE elettrica).
Con effetto quasi immediato, però, la casa inglese (proprietà di BMW), ha dichiarato lo stop alla produzione del cambio ad H a causa della difficoltà a reperirne le componenti. Rimarranno in gamma le trasmissioni automatiche a 7 o 8 rapporti.
Una scelta obbligata per Mini
La scelta, quindi, è stata sostanzialmente obbligata dalla sempre più instabile situazione politico-economica internazionale, tra la guerra in Ucraina e la pandemia che ha tagliato molti rapporti commerciali. I tempi di consegna delle vetture nuove, come detto, stanno diventando biblici, in alcuni casi superiori all’anno, rallentando il mercato e infliggendo danni immensi alle case automobilistiche, ai rivenditori e agli acquirenti.
Se l’obbiettivo, al momento, è accorciare le consegne per salvare quanto possibile la propria economia aziendale, mantenere nella gamma Mini sia cambi manuali sia automatica sia manuale. Non si tratta comunque di un addio definitivo al manuale (per il momento), ma non si sa se e quando tornerà in produzione.
Autore: Nicola Accatino
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