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Mercato auto europeo fermo, la transizione in Italia resta complessa

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Il mercato automobilistico europeo è quasi stagnante, con una crescita di appena +0,9% nei primi dieci mesi del 2024 e un’adozione delle auto elettriche (14%) lontana dagli obiettivi previsti. L’Italia è tra i Paesi più in difficoltà, con un mercato in calo a ottobre (-9,1%), una quota di auto elettriche BEV ferma al 4% e la decisione del Governo di eliminare gli incentivi ai privati che aggrava la situazione. Le politiche incoerenti tra i Paesi europei generano incertezza per consumatori e produttori, rallentando investimenti e ostacolando la transizione verso la mobilità sostenibile.

La crescita che non decolla: flop dell’UE?

Il mercato automobilistico europeo mostra segnali di stallo, con un ottobre 2024 che registra solo 1.041.672 immatricolazioni, segnando un modesto +0,1% rispetto allo stesso mese del 2023. Nei primi dieci mesi dell’anno la crescita si attesta a +0,9%, con appena 96.500 unità in più rispetto al periodo gennaio-ottobre 2023. Numeri deludenti, lontani dalle previsioni ottimistiche di inizio anno, che puntavano a una ripresa più decisa.

L’Italia e le altre grandi economie

In Italia la situazione è preoccupante: il mercato cala del -9,1% a ottobre, raggiungendo appena un timido +0,9% nei primi dieci mesi. Anche altre grandi nazioni europee arrancano: la Francia chiude a ottobre con un pesante -11,1% e un saldo annuo negativo del -2,7%; il Regno Unito, pur in crescita del +3,3% nei dieci mesi, scivola a ottobre con un -6%Germania e Spagna, invece, segnano rispettivamente un leggero calo annuale (-0,4%) e una crescita modesta (+4,9%).

Auto elettriche: obiettivi lontani

La transizione elettrica procede a rilento, con una quota di mercato delle BEV (auto 100% elettriche) ferma al 14% nei primi dieci mesi, ben lontana dal 20% previsto. In Italia, le BEV si attestano solo al 4% del mercato, contro il 13,3% della Germania, il 17% della Francia e il 18,1% del Regno Unito. Anche le PHEV (ibride plug-in) mostrano percentuali contenute, con l’Italia al 3,3%, ultima tra i grandi mercati europei.

Problemi strutturali e politiche incoerenti

Le disparità nelle politiche di incentivazione tra i Paesi europei creano incertezza sia per gli automobilisti che per i produttori, che rallentano gli investimenti e faticano a pianificare strategie a lungo termine. In Italia, la scelta di eliminare gli incentivi ai privati complica ulteriormente la situazione, aggravata da un parco auto sempre più vecchio e poco sicuro.

Senza un’azione coordinata e mirata, la transizione verso una mobilità sostenibile rischia di restare un obiettivo lontano, con gravi conseguenze economiche e ambientali.

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