Il Ministero dei Trasporti ha diffuso oggi il consuntivo del mese di dicembre 2012 che con 86.735 pezzi registra un -22,5% rispetto allo stesso mese del 2011.
Con grande fatica e il contributo, spesso massiccio, delle kilometrizero, si è così riusciti a portare il mercato auto 2012 a 1.402.089 immatricolazioni; poiché il 2011 si era chiuso con 1.749.739 unità, il 2012 ha consuntivato un calo totale del 19,9%.
Quindi, rispetto allo scorso anno, mancano all’appello 347.650 unità, equivalenti a un fatturato di circa 7 miliardi di euro. Questi i dati reali, crudi, per certi versi brutali, che smentiscono nei fatti le ottimistiche previsioni di alcuni osservatori del nostro comparto.
“Si chiude un anno amaro per la filiera degli autoveicoli in Italia. Purtroppo, e sottolineo purtroppo, le previsioni dell’Osservatorio Federauto sono state rispettate. Con questo dato conclusivo è chiaro a tutti che non basta prevedere numeri più ottimistici per vendere più vetture. La «fiducia del consumatore», o la «sfiducia», si forma non sulle dichiarazioni delle parti in campo, ma su ben altri parametri e percezioni. La diffusa disoccupazione, le aziende che chiudono, la pressione fiscale, il drastico calo del consumo interno, l’incertezza politica, il prossimo aumento dell’Iva previsto a luglio. Tutto questo insieme ci fa prevedere, per il 2013, un mercato vicino a 1.330.000 unità” Questo il primo commento di Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di tutti i brand commercializzati in Italia di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus.
Federauto sottolinea che il mercato auto ha sofferto una contrazione molto più pesante dell’intera economia italiana: a fronte di un calo del PIL di circa il 7% rispetto al 2007, la perdita in termini di immatricolazioni è circa del 43%. Alla disfatta delle auto si aggiungono quelle dei veicoli commerciali e, in particolare, dei veicoli industriali, dove il mercato si è più che dimezzato. Ma segnano il passo anche la vendita di ricambi, lubrificanti, manodopera e servizi.
Conclude Pavan Bernacchi “Il mercato automobilistico subisce l’overdose di imposte indirizzate a colpire, se non criminalizzare, l’acquisto, il possesso e l’uso degli autoveicoli. È di oggi la notizia che aumentano ancora i pedaggi e l’RC, e recentemente sono rincarati accise, bolli, Imposte Provinciali di Trascrizione, IVA. Ma il Governo Monti ha anche dato scacco alle vetture aziendali portando la deducibilità dal 40% al 20% – mentre in Europa chi acquista una vettura aziendale può scaricare il 100%-. Senza dimenticarci che il varo del superbollo per le auto prestazionali ha massacrato le auto di lusso con cali fino al 70%, abbattendosi come uno tsunami sui colleghi che si sono trovati, dalla sera alla mattina, in difficoltà enormi, spesso insormontabili”.
Federauto confida che il prossimo Governo, di qualunque colore esso sia, prenda coscienza della grave crisi che attanaglia il settore e ponga in essere delle misure idonee. Il Paese, dopo tasse, tasse, e ancora tasse, ha bisogno di misure vere e condivise per il rilancio dell’economia e della competitività sui mercati mondiali, senza dimenticare il fondamentale “consumo interno”, che pesa per l’80% del PIL.