L’idea della particolare automobile protagonista di questo articolo ha diversi fini, ed è opera di un gruppo straordinario di menti e aziende. Andiamo con ordine.
Nel 1993 il marchio Maserati viene acquisito dal Gruppo Fiat (al 100%) da Alejandro De Tomaso e messo sotto l’ala protettrice della Ferrari: arriva nelle mani del Lingotto in condizioni non proprio ottimali, causa i continui passaggi di proprietà, decadi difficili per il comparto dell’automobile di lusso e le altalenanti direzioni che si riflettono sui prodotti e sull’immagine del marchio. Al punto da non essere ufficialmente presente in quello che per anni è stato uno dei paesi che più ha storicamente amato il Tridente: gli Stati Uniti d’America.
Per farlo ripartire nel modo migliore viene chiamata la maestria di Giorgetto e Fabrizio Giugiaro di Italdesign che nel 1998 si tradurrà nelle forme sensuali ed affascinanti della Berlinetta sportiva a 4 posti Maserati 3200 GT, con i suoi iconici fanali “a boomerang” e quei fari “a goccia” che in seguito caratterizzeranno l’anteriore della Fiat Grande Punto (disegnata da Giugiaro e che le varranno non a caso il soprannome di “maseratina”). Il nuovo modello è di grande importanza per il futuro del marchio per due motivazioni: riporta il marchio in auge e lo rilancia sul mercato statunitense.
Proprio il ritorno negli USA è un elemento fondamentale, per lo storico e privilegiato rapporto e per l’enorme potenziale economico. In Fiat si capisce che serve un’iniziativa di grande richiamo. Per cui alla Italdesign Giugiaro, con il supporto tecnico di Sparco e Michelin viene chiesto di improntare una versione pensata per le competizioni su pista, tra ritorno d’immagine e la possibilità di dar vita a un campionato monomarca.
L’eredità delle “Birdcage”
Si punta a derivarne una versione efficace ma contenendo i costi di un progetto completamente nuovo. Inoltre sarebbe servita da volano per il modello coupé di serie. Proprio sulla base di quest’ultima prende forma una declinazione barchetta monoposto (asportando tutto il padiglione e chiudendo il lato passeggero) che vede solo la presenza di un piccolo parabrezza limitato al pilota, un roll-bar per la sicurezza, specchietto centrale e una carenatura aerodinamica nella parte posteriore del sedile.
Con queste caratteristiche tecnico/stilistiche è facile sentire riecheggiare alcune delle migliori auto sportive Maserati del passato, come i modelli 200, 300S e 450S ma in particolare la Maserati Tipo 60/61 “Birdcage” che diviene un chiaro riferimento. Non per nulla la Maserati 320 S (notare il nome) viene verniciata con la tipica livrea dello storico e vincente team americano “Cunningham” di Cleveland che corse con le auto del Tridente.
Le modifiche alla vettura di derivazione sono sostanziali, perché oltre alla già radicale eliminazione del padiglione e all’adozione del singolo posto, il passo si accorcia a 2200 mm (quello della Coupè è di 2440 mm), il sottoporta è caratterizzato da nuovi profili aerodinamici, l’anteriore da inedite prese d’aria per il musicale V8 (90°) turbo da 3,2 litri e 370 cv controllato da un cambio manuale a 6 marce, e il posteriore da un nuovo estrattore. La velocità stimata sfiora i 300 Km/h ottenuti anche grazie al peso di 1300 Kg (200 in meno della coupé).
Un’automobile vera
A ulteriore dimostrazione delle reali intenzioni che spinsero la genesi della 320 S per l’uso in pista, le modifiche apportate al sistema frenante con l’adozione di dischi freno da 355×32 mm all’anteriore e da 310×28 mm al posteriore, sospensioni da corsa regolabili con molle più rigide e cerchi scomponibili da 18 pollici montati ai limiti degli alloggiamenti (su gomme Michelin).
Gli elementi per la sicurezza sono stati sviluppate da Sparco e includono la gabbia di sicurezza con roll-bar, il tappo di riempimento rapido della benzina su entrambi i lati, un sistema di estintore automatico che soddisfa le specifiche FIA 2001 e un interruttore di taglio della batteria, oltre al sedile da corsa in materiali compositi e le cinture a 6 punti.
L’interno dell’abitacolo è anch’esso progettato per le competizioni, quindi estremamente essenziale: tutti i pannelli della coupé di produzione sono stati rimossi così come il sistema di climatizzazione e tutti i controlli e i componenti che non sono necessari in pista. Completano l’allestimento la strumentazione digitale, volante e pedali da competizione (sempre Sparco), il pulsante di avviamento e gli interruttori rapidi da corsa.
La Maserati 320 S viene presentata al Salone di Ginevra nel 2001 da Luca Cordero di Montezemolo, al tempo presidente della “Ferrari S.p.A.”, ma nonostante le capacità del modello e i tanti propositi rimase purtroppo un esemplare unico.
Autore: Federico Signorelli