La votazione sulla conferma dei dazi per le auto elettriche cinesi in Europa si è conclusa senza una maggioranza, rimettendo la decisione finale alla Commissione Europea. Dieci Stati membri hanno votato a favore, ma l’elevato numero di astensioni e l’opposizione di Germania e Spagna hanno ostacolato il consenso. La Commissione Europea continua i colloqui con la Cina e deve pubblicare le conclusioni definitive entro il 30 ottobre.
Europa divisa sui dazi per le auto elettriche cinesi
La votazione sulla conferma dei dazi per le auto elettriche cinesi importate in Europa si è conclusa senza una maggioranza qualificata. Per approvare la misura sarebbe stato necessario il sostegno di 15 Stati membri rappresentanti il 65% della popolazione dell’Unione europea, ma la mancanza di consenso ha rimesso la decisione finale nelle mani della Commissione Europea, che sembra intenzionata a procedere verso l’introduzione dei dazi.
Il risultato della votazione
Dieci Paesi, tra cui l’Italia, hanno votato a favore dei dazi, mentre 5 si sono opposti. Ciò che ha influito maggiormente è stato il numero elevato di astensioni, 12 in totale. Paesi come Francia, Grecia, Italia e Polonia hanno sostenuto i dazi, ma non sono riusciti a convincere gli indecisi né la Germania, che ha guidato il fronte contrario insieme alla Spagna. La Germania, in particolare, teme ritorsioni da parte della Cina, soprattutto contro i marchi premium come BMW e Mercedes.
La posizione della Commissione Europea
Ora la Commissione Europea dovrà decidere il da farsi. In una nota, ha comunicato che i colloqui con Pechino sono ancora in corso, cercando una soluzione che sia compatibile con le norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). Alcune indiscrezioni suggeriscono che i produttori cinesi potrebbero accettare di fissare un prezzo minimo per le loro auto elettriche e limitare le esportazioni.
La decisione finale dovrà arrivare entro il 30 ottobre, data in cui la Commissione Europea pubblicherà le conclusioni definitive. I dazi, se confermati, varieranno per ciascun costruttore cinese in base alla cooperazione fornita durante l’indagine anti-dumping.