Sembra una hot rod, ma non lo è affatto. Quest’apparenza è frutto del lavoro svolto da Thornley Kelham, capace di realizzare un progetto che si rifà alla Lancia Aurelia B20GT di Giovanni Bracco, portata in gara alla 1000 Miglia del 1951 e a Le Mans. L’ispirazione per la piccolissima serie di Outlaw Lancia Aurelia è nata da un restauro effettuato da Kelham, sulla B20GT, presentato a Pebble Beach.
Lancia Aurelia Outlaw European CSL, questo il nome del restauro condotto su appena tre esemplari, dopo che altri sei sono stati realizzati con specifiche meno pregiate. A limitarne la produzione in maggior numero sono stati il motore e la carrozzeria.
Lancia Aurelia: il restomod fa gola leggendo la potenza
Restando in tema, la carrozzeria è stata tutta realizzata a mano e sotto al cofano è stato montato un motore V6 aspirato Busso da 3,2 litri. La potenza è quindi di oltre 300 cavalli (l’originale Aurelia B20GT aveva invece una potenza di 120 CV) pronti a muovere più di 1.100 kg. La vettura monta dei freni a disco, sospensioni posteriori indipendenti ed anteriori interamente modificate, differenziale a slittamento limitato, in blocco con il cambio 5 marce al posteriore.
L’abitacolo è caratterizzato da sedili in pelle Connolly, aria condizionata ed il rivestimento interno della capote è in alcantara, a richiesta è possibile avere anche il servosterzo. Finissima la realizzazione del volante fatta con inserti in legno.Quest’analisi evince come dietro ci sia stato si nasconda l’opera di Kelham: sono state ben 5.000 le ore di lavoro profuso, 800 delle quali solo per preparare l’auto e verniciarla.
Tanta roba. Pensando che Lancia ha quasi ufficialmente preventivato il ritorno di questo modello, non prima del 2026, come crossover elettrico, c’è chi farà follie per mettersi in garage un’auto di questo tipo.
Autore: Angelo Petrucci
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