Un aspetto non consueto quando ci si appresta a comprare una vettura nuova è quello di valutare quanto quest’ultima sia appetibile ai malviventi intenzionati a sottrarvela. Si potrebbe pensare che le prede favorite, cioè le auto più rubate in Italia, possano essere le grandi e lussuose berline oppure i mastodontici e costosi SUV premium. Eppure, non è esattamente così.
La dura realtà, infatti, è decisamente differente. L’ultimo dossier pubblicato dalla società Gruppo CalAmp, azienda specializzata nel recupero di vetture rubate, ha identificato l’amata Fiat Panda come la prima tra le auto più rubate d’Italia, con ben 7.415 unità sparite nel corso del 2020. La tipologia di auto in classifica non varia particolarmente passando alla seconda classificata: la Fiat 500, sono 6.889 le unità sottrate. Il terzo posto delle vetture più rubate d’Italia e presieduto dalla rediviva Fiat Punto, 5.252 unità, mentre al quarto posto si trova la Lancia Ypsilon con 2930 vetture rubate. All’ultimo posto trova spazio l’unica vettura straniera che neanche a dirlo è la diffusissima Volkswagen Golf, 1.491 unità.
La ragione di tale classifica risiede proprio nella diffusioni di tali vetture. La tecnica è sempre la stessa, una vettura rubata è difficile da mettere nuovamente sul mercato, ma non lo sono i singoli pezzi,
La grande diffusione delle vetture Fiat e certamente della Golf rende particolarmente appetibile il mercato dei pezzi di ricambio, che sono per ovvie ragioni facilmente rivendibili.
Oltre a ciò, se una vettura di segmento A tra le citate può valere 6-7 mila euro, vendendo i singoli pezzi smontati si può raggiungere un introito superiore quasi del 100%.
Un’altra vettura molto rubata é la Smart, tuttavia i numeri sono decisamente più contenuti essendo più difficile da manomettere. Fuori dalla top 5 ricordiamo anche Renault Clio, Ford Fiesta, Opel Corsa è l’anziana Fiat Uno.
Auto più rubate in Italia: perchè non le premium?
Le vetture di lusso non sono certamente escluse dal conteggio, ma i numeri sono decisamente più contenuti. Questa tipologia di auto non viene smontata, ma messa in vendita in paesi esteri dove la giurisdizione italiana non può arrivare.
Troppa tecnologia non aiuta
Parafrasando le parole di Henry Ford “ciò che non c’è non si può rompere”, vale lo stesso per i sistemi tecnologici. Più contenuti hi-tech presenta la vettura più “porte di accesso” dispone. Ecco, così, che il business delle vetture rubate si sposta nella vendita di apparecchiature capaci di intercettare o manomettere i sistemi di comunicazione tra veicolo e chiave rendono il furto un vero gioco da ragazzi. In alternativa piccoli dispositivi da inserire nella porta OBD riescono a craccare i sistemi di sicurezze delle auto più moderne senza svitare neanche una vite.
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