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Il ministro Urso: “Tutte le stazioni di servizio avranno colonnine di ricarica”

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Rivoluzione promessa dal ministro delle Imprese, Adolfo Urso: un piano “per trasformare tutte le stazioni di servizio” in modo che abbiano “colonnine di ricarica elettrica” grazie alla riforma della rete dei distributori. Il tutto a favore dell’auspicata diffusione del full electric nel nostro Paese, che ci vede maglia nera fra i big d’Europa. 

Se uno degli ostacoli alla diffusione delle auto elettriche è la scarsa capillarità delle infrastrutture per fare rifornimento di elettroni, ecco che il governo Meloni cerca di tuffarsi nel futuro. Oggi, abbiamo circa 54.100 punti di ricarica, insufficienti per il boom della mobilità green, tant’è vero che il circolante a corrente è di 251.023 unità (dati Motus-E). Al di là dei bandi per le colonnine veloci in città e fuori (con tempi biblici dovuti alla burocrazia), si cercano altre soluzioni. Proprio come i connettori dove ci sono pompe di benzina e diesel.

La questione del prezzo dell’elettricità

Tuttavia, serve anche un costo degli elettroni ragionevole. Dalla pandemia in poi, l’elettricità è divenuta sempre più cara: questo rende il pieno della macchina a pila meno conveniente che in passato. Come fare? Per Urso, servono “le centrali nucleari di terza generazione”. Fra circa mezza dozzina di anni, si presume. Diciamo grosso modo nel 2030 per partire con i primi stabilimenti. Per il voto referendario con passaggio in Parlamento, l’individuazione dei siti (con proteste di chi abita vicino), la creazione di una Newco tra attori internazionali, lo stanziamento di risorse pubbliche a sostegno del privato.

Meno tasse per chi installa le prese

In parallelo, allo studio c’è una misura (concepita di concerto col ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin): incentivi e sgravi fiscali per gli operatori. Il target è un riordino globale della rete con bonus a favore di colonnine e biocarburanti. 

Autore: Mr. Limone

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