L’industria automobilistica sta continuando ad aumentare i prezzi e questo è sotto gli occhi di tutti. Meno unità vedute, tagli in termini di qualità e di personale e prezzi di listino in costante aumento. Questa è la ricetta adottata dall’industria automotive. Secondo quando riporta Jato, però, la sopravvivenza delle auto piccole è a rischio, ma il mercato europeo è sempre stato molto popolato da segmento A e B, nonostante i SUV stiano crescendo di anno in anno. Il loro aumento di prezzo rispetto al 2010 è incredibile.
I dati della JATO dicono il prezzo medio al dettaglio delle auto A e B (citycar e suv compatti) è aumentato del 59% tra il 2010 e il 2022 in paesi come Francia e Germania. Nel Regno Unito, è salito addirittura del 75%. Uno dei motivi è dato dal fatto che l’elettrificazione sta procedendo a spron battuto e richiede grandi investimenti, facendo sì che le auto che fanno numeri debbano portare maggiori guadagni. Un’altra ragione è data dalla spinta verso l’alto da parte dei costruttori, soprattutto nel segmento B. Molti OEM hanno cercato di riposizionare le loro auto B migliorando i loro interni e la loro tecnologia (ad esempio l’ultima Fiesta si è spostata verso l’alto per lasciare spazio alla Ford Ka+ estinta).
Il risultato, però, è che i segmenti A e B si stanno spopolando (soprattutto il primo). Come riportato dall’analista di mercato Felipe Munoz, “marchi come Nissan, Opel, Suzuki hanno ridotto la loro offerta o abbandonato il segmento. Altre come Citroen, Peugeot, Skoda, Seat sono pronte a lasciarla. Questa situazione ha portato il segmento dipendere da meno modelli più costosi (Fiat 500). Questo è il preludio di un’invasione cinese con le loro piccole auto economiche e sempre più competitive? L’Europa e i suoi regolatori dovrebbero fare attenzione.”
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