C’era una volta la grande fusione giapponese che avrebbe dovuto scuotere il mondo dell’auto. Honda e Nissan, nemiche intime, promesse spose per convenienza più che per amore, si sarebbero dovute unire in un abbraccio tecnologico per fronteggiare Tesla e i colossi cinesi. E invece, come nelle migliori soap opera, tutto è finito con un clamoroso **sayonara** prima ancora delle nozze. Motivo? Nissan ha scoperto che nel contratto nuziale c’era una postilla piuttosto indigesta: Honda voleva trasformarla in una sussidiaria.
Tradotto: nel mega-matrimonio, Honda sarebbe stata il coniuge dominante, mentre Nissan si sarebbe ritrovata a lavare i piatti e badare ai conti di casa. Un po’ troppo per la Casa che ha già visto i francesi di Renault tentare di metterle il guinzaglio per anni.
Risultato: fusione kaputt, ma senza ancora l’annuncio ufficiale, che arriverà la prossima settimana con la scusa degli utili trimestrali. Un tempismo perfetto, così il tonfo in Borsa sembrerà colpa degli analisti e non delle ambizioni irrealizzabili di chi voleva creare il terzo gruppo automobilistico mondiale senza nemmeno accordarsi su chi dovesse tenere il volante.
D’altronde, si sa: senza un pilota, l’auto sbanda. E senza una vera intesa, le fusioni si schiantano.