Dietro grandi macchine ci sono sempre…grandi piloti. Sembra ovvio ma non lo è, specie quando si parla di un mostro sacro come Alfa Romeo e di tutti i piloti che, nel corso dell’ultimo secolo, hanno avuto modo di legare il loro nome al Biscione nelle corse. In questo articolo ci concentreremo sui più famosi e sui più blasonati, dove per blasone intendiamo piloti Alfa Romeo che hanno lasciato il segno sul Palmarès delle relative specialità.
Tazio Nuvolari: con lui i primi successi importanti
Non potevamo che iniziare da lui, il primo in ordine cronologico a portare in alto il nome di Alfa Romeo nelle corse. Nato nel 1892 e scomparso a 60 anni nel 1953, Tazio Nuvolari è forse il più famoso nella storia dei piloti Alfa Romeo. Le sue imprese sono mitologiche e iniziarono a far parlare la stampa proprio con Alfa Romeo.
Era il 1930 e Nivola fece il suo debutto sulla mitica 6C 1750 alla Mille Miglia andando subito a vincere una memorabile edizione. Di lì a pochi mesi arrivò il successo alla Targa Florio mentre alla Mille Miglia il successo venne replicato nel 1933 sulla 8C 2300, quando le Alfa dell’epoca correvano per la Scuderia Ferrari. Ultima vittoria che è rimasta nella vittoria, sempre al volante di un’Alfa Romeo, quella del 1935 al Nurburgring. Ci vollero, come vedremo in seguito, ben 58 anni per rivedere un’Alfa Romeo trionfare sulla stessa pista…
Giuseppe “Nino” Farina: il primo e unico campione italiano di F.1 al volante di un’Alfa Romeo
Unico pilota italiano che riuscì nell’impresa, mai più replicata, Nino Farina è stato tra i piloti Alfa Romeo la cui fama riecheggia ancora oggi, forse al pari del “Mantovano volante”. Nato Torino nel 1906, Farina esordì al volante della 158, la mitica Alfetta, nel primo Gran Premio di F.1 della storia, a Silverstone, nel lontano 13 maggio 1950. Fu subito pole position, giro veloce e vittoria, un dominio che lo pose di diritto nella “Walk of fame” della storia della specialità quando quest’ultima era appena nata.
L’anno successivo, sulla 159 Farina non concedette il bis: arrivò infatti quarto vincendo però il Gran Premio del Belgio a Spa-Francorchamps. Il suo passaggio alla Ferrari, causa il ritiro di Alfa Romeo dopo la conquista di due titoli mondiali, non fece altro che porlo nella leggenda. Morì nel 1966 in un incidente stradale.
Arturo Merzario: l’uomo che salvò la vita a Niki Lauda
Arturo Merzario, classe 1943, ancora oggi è un fiume in piena quando gli si chiede di commentare la sua epopea al volante dell’Alfa Romeo. Nato a Civenna (CO), l’eclettico pilota da sempre legato all’immagine del Biscione, è passato alla storia come l’uomo che, il 1° agosto del 1976, ebbe il coraggio di gettarsi tra le fiamme della Ferrari 312 T2 per salvare il suo collega e amico Niki Lauda nel famoso incidente che lo sfigurò e del quale il campione austriaco gli è sempre stato riconoscente per la vita.
Merzario, però, è famoso anche e soprattutto per i suoi successi conseguiti a bordo dell’Alfa Romeo Tipo 33, con la quale vinse nel 1975 il Mondiale Marche e la Targa Florio in coppia con Nino Vaccarella. Nel 1976 in F.1 divenne celebre per l’episodio che vi abbiamo raccontato e nel 1977 tornò al successo con la Tipo 33 SC 12 sempre nel Mondiale Marche, questa volta in coppia con Vittorio Brambilla.
Bruno Giacomelli: portò nuovamente al debutto l’Alfa Romeo in F.1
Nato nel 1952, Giacomelli viene da molti associato, tra i piloti Alfa Romeo, come colui il quale riportò in alto l’Alfa Romeo. In alto perché nel 1979 i vertici del Biscione decisero per il ritorno ufficiale del costruttore italiano nel campionato mondiale, a 27 anni dal ritiro dopo i due titoli mondiali di inizio anni ’50.
Al volante della 177, Giacomelli colse poche soddisfazione fin quando, al Gran Premio d’Italia, debuttò la 179, adattata ai nuovi regolamenti che iniziavano a privilegiare l’effetto suolo e l’aerodinamica esasperata delle vetture. Il 1980 è il primo anno completo della seconda vita di Alfa Romeo in F.1 e arriva qualche soddisfazione, come il quinto posto al primo GP della stagione, in Argentina, e la pole position al Watking Glen. L’unico podio della sua carriera arrivò però l’anno dopo, a Las Vegas: terzo dietro Alan Jones e l’astro nascente Alain Prost.
Nicola Larini: tra i piloti Alfa Romeo il più odiato dai tedeschi
Classe 1964, Nicola Larini è diventato il pilota simbolo della rinascita Alfa dopo gli anni bui corrispondenti agli anni ’80. Nel 1992, al volante della 155 GTA, conquista il campionato superturismo italiano. Nel 1993 il debutto in DTM con la squadra corse e la potente 155 V6 TI. Per il pilota di Camaiore (LU) è un successo quasi inaspettato, sono 12 le gare vinte e il titolo è suo a fine stagione.
Rimasta nella memoria è la grandissima affermazione sul circuito del Nordscheleife. La concorrenza tedesca rimase annichilita: proprio su quella pista vi ricordate chi vinse 58 anni prima?Tornate a inizio articolo e avrete la risposta, il suo soprannome è il mantovano volante…
Ancora una volta l’Alfa Romeo poneva un’altra mattonella nella sua storia di successo nel motorsport consegnando lo stesso Larini alla storia del motorsport e una buona carriera da tester in F.1 prima di tornare a macinare successi nelle categorie turismo in anni più recenti.