Sembrava tutto già scritto. Il tracciato di Montecarlo era terreno fertile per una doppietta Mercedes. La conformazione tortuosa del tracciato, che richiede un altissimo carico aerodinamico, e la scarsa abrasività dell’asfalto ponevano gli alfieri delle stelle d’argento come i naturali favoriti del fine settimana.
Difatti Lewis Hamilton, in testa dal primo giro, stava portando la sua monoposto alla vittoria. Un successo che sarebbe stato meritato sotto ogni punto di vista, visto che il pilota inglese aveva dato spettacolo per tutto il week-end. Rosberg alle sue spalle faticava a tenere il passo del compagno, ma non aveva mai rischiato di perdere la sua seconda piazza.
Al Gran Premio di Monaco, però, la disattenzione è sempre dietro l’angolo e il rischio di commettere un errore è elevatissimo. Peccato che l’errore non sia arrivato dai piloti come ci si potrebbe aspettare, ma dalla squadra. Un errore strategico, ai limiti del grossolano.
La strategia per i top-driver era chiara a tutte le squadre: una sola sosta per sostituire gli pneumatici super-soft che in queste condizioni di temperatura e tipologia di asfalto hanno avuto una resa eccellente, con quelli a mescola più dura (soft) che faticavano a entrare in temperatura, ma che erano in grado, una volta a regime, di raggiungere agevolmente il traguardo fornendo anche un discreto passo gara. Inoltre la conformazione del tracciato che rende praticamente impossibili i sorpassi confermava questa strategia come quella vincente.
Ma a 10 giri dal termine Verstappen e Grosjean entrano in contatto alla curva 1 costringendo l’uscita della safety-car. Gli uomini del muretto Mercedes sovrastimando il vantaggio di Lewis su Rosberg e Vettel, lo richiamano ai box. Al rientro in pista la classifica è stravolta: Rosberg primo, Vettel secondo e Hamilton terzo. Un’autentica follia! Il tutto nella settimana dell’annuncio del rinnovo di Hamilton con la Mercedes per altri 3 anni e che, viste le premesse, aveva tutta l’aria di essere un week-end di festa.
Ringrazia Rosberg che porta a casa la seconda vittoria consecutiva, accorcia in classifica dal compagno di squadra e inizia seriamente a sperare nel titolo di campione del mondo.
Passa quindi in secondo piano che la Mercedes abbia concluso la sesta gara con la power-unit con cui ha iniziato in Australia, e si conferma il fatto che solo loro possono complicarsi la vita, visto che gli avversari per quanto lottino con tutte le loro forze non riescono mai ad impensierirle per la vittoria finale.
Ringrazia anche Sebastian Vettel secondo al traguardo (sesto podio di fila per una Ferrari) autore di una gara eccellente in quanto tallona Rosberg per tutta la gara, senza però mai avere la reale occasione di sopravanzarlo e nel finale è abile a evitare gli attacchi di Hamilton, che pur disponendo di pneumatici nuovi e di mescola più performante, non riuscirà a sopravanzarlo.
Ha ragione il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene che a fine gara ha definito arroganti gli uomini Mercedes. Un’arroganza pagata a caro prezzo visto che è sfumata una doppietta scontata e che questa avrebbe di fatto evitato il sicuro polverone che ora tirerà su Hamilton all’interno del team per questa vittoria scippata.
Delude l’altro Ferrarista Kimi Raikkonen sesto al traguardo. Davanti a lui Kyvat e Riccardo. Da segnalare anche i primi punti iridati di McLaren Honda con l’8° posto di Button.