In Austria ci eravamo lamentati di uno spettacolo inesistente, invece il Gran premio di Silverstone ci ha regalato, grazie anche alla variabile meteo, una gara incerta fino al termine.
Andiamo con ordine: la prima fila tutta Mercedes, faceva presagire un’altra gara già scritta, che vedeva come unico punto di interesse la lotta tra Williams e Ferrari a contendersi l’ultimo gradino del podio. Inoltre, la scelta di Pirelli di portare pneumatici hard e medium, obbligava quasi tutte le squadre a scegliere la strategia basata su una singola sosta. Massa e Bottas però decidono di partire a razzo, superando entrambe le Mercedes dopo le prime curve e portandosi al comando. Le Ferrari invece partono malissimo e ne approfitta Hulkenberg, autore anch’egli di una partenza da manuale.
Bottas sembra poter avere più ritmo di Massa, ma dai box viene vietato ad entrambi i piloti di battagliare, per evitare che le Mercedes ne possano approfittare, mentre le Ferrari non riescono a smarcarsi e a ritrovare ritmo. Purtroppo come già era capitato in passato gli strateghi del box Williams sbagliano i tempi di chiamata dei loro piloti. Ne approfitta Hamilton più lesto a fare un undercut e a rientrare, portandosi al comando al 22esimo giro, con Massa, Bottas e Rosberg a inseguire. Le Ferrari invece sono costrette a rientrare ai box presto per uscire dal traffico e provare una strategia diversa per tentare di risalire, scelta che paga, visto che i ferraristi si ritrovano al quinto e al sesto posto.
Al 35° giro inizia a piovere, e comincia il vero show. Hamilton inizia ad andare in difficoltà, e si ferma prima di Rosberg che gli stava rosicchiando tutto il vantaggio. A tutti sembra una follia, ma ha ragione il pilota inglese perché la pioggia cresce di intensità, Rosberg rallenta e deve rientrare anche lui, così Lewis riesce a mantenere la testa. Anche Vettel è lucido e cambia le gomme al momento giusto, riuscendo ad anticipare le Williams e piazzandosi al terzo posto, mentre Raikkonen anticipa troppo la chiamata finendo per chiudere la sua corsa all’ottavo posto. Sebastian così aggancia in extremis un podio che pareva un miraggio fino a metà gara. Quinto posto per Massa e sesto per Bottas che si possono mangiare le mani per una gestione cervellotica della gara. Bravo Kvyat sesto con la Red Bull, mentre impressionante ancora una volta Hulkenberg settimo su una Force India, che con la nuova versione con un muso inedito sta ritrovando se stessa, visto che è la quarta gara consecutiva con entrambi i piloti a punti (Perez 9°).
Da segnalare con grande piacere il primo punto stagionale di Alonso, che chiude al 10° posto con la sua McLaren-Honda, nonostante i guai proprio col compagno di squadra Button, poi ritirato. Aiutato dai tanti ritiri, riesce comunque a risalire la classifica con una gara tutto cuore, cervello e regolarità.
In conclusione, facendo una rapida analisi le Mercedes si dimostrano, come al solito, le migliori, stavolta anche ai box, con il plus di un Hamilton fenomenale nel tempismo con cui cambiare gli pneumatici, fattore determinante per la sua vittoria finale.
La Ferrari gioisce per il risultato di Vettel, con la consapevolezza però che la pioggia ha ricostruito una gara che altrimenti, avrebbe visto un passivo sui 35-40 secondi dal leader al traguardo.
Resta l’impressione di una Williams in forte ascesa e il timore per Maranello che si possa avvicinare nella classifica costruttori (oggi altri 3 punti rosicchiati) visto che i 63 punti di distacco non danno troppe certezze per il futuro.
Prossimo appuntamento in Ungheria, un circuito di altissimo carico aerodinamico che in teoria male si adatta con le caratteristiche della Williams, forse lì capiremo se davvero rappresentano un reale pericolo per le Ferrari che quindi dovrà più guardarsi alle spalle, visto che i rivali di Stoccarda sono di un altro pianeta.