Prosegue la telenovela del quadriciclo elettrico Fiat Topolino e della sua italianità: ora la Casa, tramite mail, fa sapere ai proprietari che è disposta a rimuovere il Tricolore dalle fiancate della microcar a corrente, con un’operazione gratuita. È sufficiente portare la vetturetta in concessionaria. Il caso è esploso il 5 maggio 2024, quando la Guardia di Finanza ha sequestrato 134 esemplari, in quanto il veicolo, fatto in Marocco, non può presentare chiari riferimenti all’Italia.
Si tratta non certo di un obbligo a carico dei clienti, perché la sicurezza stradale non c’entra. È solo che la bandierina viene additata come ingannevole nell’indicare la provenienza del quadriciclo: “Alla luce di taluni recenti equivoci, siamo a sua disposizione per rimuoverli a nostre spese. Per lei sarà sufficiente recarsi presso il suo riparatore autorizzato Fiat. Qualora avesse già venduto la sua vettura, la preghiamo di comunicarci nome e indirizzo del nuovo proprietario”, dice la mail.
L’episodio si inserisce in un quadro non idilliaco, che è quello delle relazioni fra Stellantis e governo. La stessa Fiat 600 non ha più il Tricolore sul paraurti posteriore (presente nelle prime foto). Oltre alle polemiche sugli incentivi, ci sono state discussioni per l’Alfa Romeo Milano (fatta a Tychy, in Polonia): dopo vari investimenti e dopo la presentazione, è stata ribattezzata Junior a seguito di un’osservazione del ministro delle Imprese Adolfo Urso. Questi ha invocato la norma dell’Italian Sounding, secondo cui un prodotto, se non viene prodotto nella Penisola, non può avere un nome o caratteristiche che riportino all’Italia.
Autore: Mr. Limone